mixed by erry (2023)

Sibilia e Rovere, quest'ultimo sempre più relegato al ruolo di produttore, manipolano un'altra storia vera bonificandone meticolosamente l'aspetto drammatico e degradando di nuovo il loro cinema a monolotiche commedi(ol)e mutilate di qualsiasi chiaroscuralità. Il lato comico della vicenda non strappa risate, non c'è dramedy, non c'è l'agrodolce fondativo della gloriosa commedia italiana, non è "anarchico, elettrizzante, estroso, spassoso, sfrontato, esuberante" com'invece vorrebbero far credere. S'inserisce nel filone nostalgico dei "mixtape movie" e muore lì, raccontando un'ulterior'epopea crime: alla stessa stregua di Pietro Zinni/Edoardo Leo e Giorgio Rosa/Elio Germano, anche Enrico Frattasio/Luigi D'Oriano ha le sembianze d'un romantico antieroe, però campa di pirateria, contraffazione, falsificazione, taroccamento, truffa, contrabbando, ed accentuarne l'aspetto disimpegnato rasenta l'istigazione a delinquere. "Se i 3 fratelli per tutta la loro giovinezza hanno abitato la zona grigia tra Stato e mafia, Sibilia, colorando il loro mondo così come il loro padre colorava il tè per venderlo come whisky, li assolve, se non proprio in nome dell'arte, almeno in quello dello spettacolo di seconda mano" (Roberto Manassero). "La sensazione a pelle è che per il regista, quanto per Erry prima di lui, il plagio d'autore sia un punto d'arrivo meramente commerciale" (Mario Turco). Per contrappasso meriterebbe un 5, "solo se non paghi", ma il diavolo si nasconde nei dettagli e il limite è raggiunto quand'i "Tears for Fears" di "Mad World" vengono inseriti fra la new wave più che fra il synth pop. Il cinefilo che ricorda le 2 cover di Michael Andrews col cantante Gary Jules per "Donnie Darko" (https://music.youtube.com/watch?v=iB1qMqOF7tU, https://music.youtube.com/watch?v=fOSagyzlxUE) ricev'un colpo al cuore.