le forze del male (1948)

Un buon film noir-gangster con una trama molto interessante ma non il massimo dell'originalità, con un Garfield al suo meglio e un altrettanto bravo Gomez.
Ottima la regia di Polonsky, la splendida fotografia di George Barnes e la musica micidiale di Raskin. Secondo me da antologia la resa dei conti finale.

Benché presenti, del noir, molti aspetti (narrazione in prima prima persona; fotografia, ottima peraltro, dal forte contrasto; marciume e pessimismo di fondo), definirei “Le Forze del Male” più che altro un gangster-drama-movie, in considerazione della mancanza di altri elementi tipici del genere, quali una figura femminile di primo piano, l’aspetto esageratamente passionale e, più in generale, la struttura narrativa dello stesso.
E’, in realtà, il dramma di due fratelli inesorabilmente chiamati a rispondere delle proprie scelte e, al tempo stesso, una storia di corruzione, di malavita e di coraggiosa denuncia verso il capitalismo, tanto che Polonsky, regista(al suo esordio) e sceneggiatore, venne indagato con l’accusa di attività anti-americana.

Ancora una volta buona la prova di J. Garfield. Decisamente ottima, invece, la prova di T. Gomez, nella parte dell’uomo di mezz’età che fa prendere ad altri le proprie scelte, sbagliate, per convincere nessun altro che se stesso, invero, di essere stato costretto verso una direzione e mantenere, così facendo, se non altro una parvenza di dignità agli occhi della sua stessa coscienza.