il monaco di monza (1963)

Ottima commedia con un trio comico d’eccezione Totò-Macario-Taranto.
Racconto di taglio quasi parodistico, che prende in prestito personaggi ed alcune situazioni dal testo dei “I promessi sposi”, ma che poi si sviluppa su binari diversi ..molto viene giocato su disguidi verbali, situazioni machiettistiche, con battute facili e di immediato effetto, a volte anche un po’ grossolane, ma decisamente divertenti (..e poi questo dovrebbe essere il primo fine di una pellicola comica).
Sono davvero tantissime le scene che potrebbero ricordarsi ..il diverbio con il signorotto scontento del lavoro del ciabattino (perché gli aveva fatto due scarpe destre), i duetti con l’ufficiale pignoratore e la declamazione degli oggetti da inventariare, tutti le divertenti gag che il falso monaco intrattiene con il marchese De Lattanzis, il suo terziario (Fra Mamozio), la giovane castellana ed i bravi, infine la veglia della salma (che data la grandezza diventa “salmone”) ..questo per citarne alcune, ma le trovate comiche si susseguono con buon ritmo e grande maestria ..solo il finale scende un po’ di tono, con situazioni confusionarie ed alcune trovate discutibili.
Bisogna, per onore di cronaca, ricordare anche l’intermezzo musicale con la giovanissima coppia Celentano-Don Backy (..fate un po’ di carità) spesso adoperato nei film di genere.
Un Totò stanco e cieco si appoggia nella recitazione a due bravi comici come Macario e Nino Taranto, riuscendo anche questa volta a portare a termina una gradevolissima commedia, ma bisogna nuovamente menzionale la presenza di alcune spalle storiche del grande attore partenopeo, ovvero Giacomo Furia (nella parte di uno dei “bravi”) e Mario Castellani ..ultimo film girato con Mario Castellani, che lo dirige con mano sapiente lasciandogli i giusti spazi.
Uno dei film più divertenti interpretati sul finire della carriera ..imperdibile per chi ama il cinema del principe De Curtis.