Ansa è single e vive a Helsinki. Lavora con un contratto a zero ore come scaffalista in un supermercato. Una notte incontra per caso l'altrettanto solitario lavoratore Holappa, con dei problemi d'alcolismo.
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Stile eccelso non poiché riconoscibilissimo (bastasse questo...), bensì in quanto magistralmente antifrastico: temi spinosi come quelli del neorealismo e dintorni trattati con strenuo antinaturalismo (camera quasi sempre fissa, illuminazione con occhio di bue, recitazione straniata, dialoghi lunatici, gl'interlocutori che non si guardano mai rivolgendosi a un altrove misterioso, cronac'attuale e atemporalità, dramedy e tragicommedia). I referenti cinematografici sono apertamente citati. Avesse però qualcosa d'interessante da dire: con questo film Aki si propone d'aggiungere un'appendice alla trilogia operaia ch'aveva diretto fra l'86 e il '90, e lo fa ribaltando il percorso compiuto da Charlot a Chaplin col soggetto di "Monsieur Verdoux" scritto da Welles, ossia riproponendo "fiabe per adulti". Poi non ci si stupisca dell'osanna congiunto dei "Cahiers" e de "L'Osservatore Romano".