bianco (2010)

Un opera d'esordio non del tutto riuscita ma sicuramente interessante.
Roberto Di Vito (regista e sceneggiatore) riesce a rendere bene lo spaesamento e il dramma del protagonista,un tizio con una vita tutt'altro che fortunata che a causa di uno scambio d'identità si ritrova ad essere tenuto prigioniero,completamente immobilizzato ,da due loschi figuri,mentre attende non può così far altro che ripercorrere alcuni eventi della sua vita........
Se si considera il budget piuttosto risicato che il regista aveva a disposizione il risultato non è disprezzabile,nonostante le diverse pecche sia di sceneggiatura (una certa ripetitività e alcune forzature) che di messa in scena.
Una visione la merita.

Una prigione reale, un limbo esistenziale. Il bianco è il colore predominante, è un colore senza forma come il personaggio principale, a mio parere eccessivamente colpevolizzato da questa pellicola, ma senza dubbio preda di un'ignavia che lo porta ad accettare passivamente gli eventi. Un passato carico di rimpianti, un presente ben sottolineato dalla scelta stilistica di Di Vito di mettere questo personaggio al centro di paesaggi desolati, talvolta in campi lunghi proprio per sottolineare con forza una vita di solitudine. Probabilmente avrebbe funzionato meglio come mediometraggio, il meccanismo diventa ripetitivo e la sceneggiatura non è certo impeccabile. Però per essere un'opera prima a basso budget il risultato è lusinghiero. Bravo il protagonista.