bandidos (1968)

Sceneggiatura un po' ingenua, per uno spaghetti western comunque godibile, che mostra una discreta resa visiva, corredata da una gamma di sentimenti dall'impianto classico quali odio, vendetta e tradimento.
Salerno solitamente bravo, stavolta non mi ha convinto del tutto, il resto del cast fa il suo degnamente.
Discreta la regia.

Un buon esordio dietro la macchina da presa per Massimo Dallamano (già direttore della fotografia),che realizza un western dalle tematiche classiche (amicizia,tradimento,ecc) ma con una certa tragicità e cinismo di fondo che lo rendono interessante.
Piuttosto curato dal punto di vista estetico, eccelle manco a dirlo nella fotografia, (nonostante il basso budget) e ben interpretato (Salerno come al solito fa la differenza).
Migliore di tanti altri spaghetti western ben più conosciuti.

Un bel western per l'esordio di Dallamano dietro la macchina da presa. Una storia di vendetta e di amicizia tradita, dall'atmosfera cupa e disillusa come il suo protagonista, divorato dal desiderio di vendicarsi di chi gli ha distrutto l'uso delle mani. Molto bravo Enrico Maria Salerno ed ottimo esordio per Dallamano che stranamente non ha più affrontato questo genere.

Erano gli anni in cui era comincia l'ondata del genere, western italiani adornati sempre con qualche ingrediente speciale. Anche questo "bandidos", che non ha niente di sorprendente, scorre via molto bene. Come sempre in questi film del genere si rimane catturati dall'ambientazione, dall'atmosfera, dalla fervente febbre di duello, per soldi,per vendetta o per amore per la patria o per una donna, che segnava quegli anni e quei luoghi attraverso una regia spogliata di qualsiasi artifizio e resa talmente elementare da mettere a nudo le basi del linguaggio cinematografico come faceva Leone nei suoi film. Certo qui non siamo a quei livelli ma si arriva tranquillamente al finale forse anche un pò prevedibile senza annoiarsi.
Consigliato agli amanti del genere.