american animals (2018)

Una storia vera pesantemente romanzata dove si ripercorrono le gesta di un gruppo di amici improvvisatisi ladri, con conseguenti esiti disastrosi non difficili da immaginare. Il regista viene dal documentario ed infatti innesta nella storia le interviste ex post ai protagonisti della vicenda, che vanno ad alternarsi alle sequenze della ideazione e realizzazione del colpo: il risultato finale però sembra un pò fasullo - o quantomeno esagerato dalla spettacolarizzazione della vicenda - perchè alla fine il reato descritto non è questa gran cosa e la giovane età dei ragazzi coinvolti permetterà agli stessi di rifarsi una vita una volta scontata la loro pena. Da Tarantino, Kubrik e Soderbergh sono diversi i maestri del genere e non citati nella pellicola. Ma anche qui, poteva essere qualcosa di più personale ed invece si risolve tutto nella più trita convenzionalità.

discreto; Un heist movie di dilettanti ispirato a una storia vera che ha del grottesco e momenti tragi-comici. Ritmo altalenante che nei punti centrali però diviene lentissimo colpa delle quasi due ore di pellicola che dilata e sfilaccia i tempi e provoca progressivamente la perdita d'interesse. Non lo rivedrei

Come virar'al cinema il nichilismo spaziotemporalmente compiuto della postmodernità, nella sua contagiosità planetaria e nella sua acuzie storica? D'esempi n'abbiamo a caterve, anzi fors'il problema è l'esatt'opposto: non esistono più eccezioni. L'assurdo del Novecento è uscito dalla cultura di nicchia e ora è diventato di massa, popolare, mainstream. Il citato "Reservoir Dogs" (1992) è un'esplicita dichiarazione d'un plausibile punto di svolta. Poi il regista si dirige dalle parti di "The Bling Ring" (Sofia Coppola, 2013) o "Posh" (Lone Scherfig, 2014), aggiungend'una pleonastica sfuggevolezza della verità a quest'ennesima apologia del nulla.

Mauro Lanari