tilt (2017)

Di questo regista avevo già visto The Good Neighbour ed anche questo suo ultimo lavoro conferma le sue caratteristiche principali. Non è certamente un horror, casomai più vicino alle corde del thriller psicologico.
Il quadro familiare sembra dei più normali con un quotidiano che non ha particolari sussulti, ma dal quale nasce una singolare inquietudine nell'uomo. La prossima paternità ed il suo lavoro di documentarista alle prese con un progetto personale. Raccontare l'america della golden age degli anni conquanta, che si sta espandendo all'infinito. Influisce molto sul piano personale anche l'altrettanta inquietudine di tipo politico con l'ascesa di Donald Trump. Tutta una serie di fattori che contribuiscono a determinare quell'inquietudine che degenera in paranoia pura. Un individuo che non fa della sicurezza in sé stesso una caratteristica confamentale del suo carattere, diventa ancora più insicuro.
E' la progressiva discesa verso la psicosi di un uomo apparentemente normale, che cerca nella sue passeggiate notturne una valvola di sfogo per distruggere o autodistruggersi. Un uomo che ormai, al contrario della consorte molto più ancorata al reale, vede un futuro nero. Ottimi gli attori e raggelante il finale. Astenersi vivamente i bimbominkia.