Durata: h 1.54 Nazionalità:
USA2011 Genere: drammatico
Tratto dal libro "Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi" di Matt Baglio
Al cinema nel Marzo 2011
E' la storia di un giovane seminarista americano che studia per diventare prete. In balia del credere o non credere, trova la sua occasione per dimostrare la propria fede quando dal Vaticano viene incaricato di seguire un presunto caso di possessione...
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Bella atmosfera, ed il film tutto sommato coinvolge lo spettatore, senza troppre pretese. Questo fino a mezz'ora dalla fine, quando l'indigestione di elementi onirici e fantastici fa prendere alla trama una piega indigesta.
ennesimo film sul tema della possessione, che ha l'unico pregio di essere ispirato a documentazioni della chiesa e sopratutto al lavoro svolto da padre amorth (un esorcista ancora attivo in vaticano). certo si tratta di un film la cui trama è pura finzione, ma alcuni fatti riportati nel film (come l'eruzione del vulcano che si sente al telegiornale) rende davvero plausibile che le cose siano siano successe davvero (bel giocetto signor Hafston) alla fine la storia è la solita, scettici contro credenti ecc. ma il punto forte del film sta nelle location (roma è sempre splendida) e nella recitazione dei due protagonisti.
Sarà anche il solito film sulla possessione, ma l'ho trovato ben confezionato, dai dialoghi alle ambientazioni. Il mezzo voto in più va ad Hopkins, impeccabile come sempre.
Assieme a "The exorcism of Emily Rose", rimane la sola punta degna di nota del demoniaco contemporaneo. Vale la pena guardarlo, per appassionati e non. Benché del resto il film sia costruito impiegando tutti gli elementi canonici della letteratura esorcistica, riesce comunque ad interessare e a creare sottile inquietudine (merito soprattutto di alcune sequenze oniriche alquanto pungenti). Gli attori se la cavano, Hopkins troneggia dimostrando ancora una volta perché è un grande attore (sempre perfetto in ruoli luciferini). La regia si muove bene e per fortuna, nel finale, si decide di non esagerare in effetti speciali, trucchi e cgi. Non siamo di certo ai livelli dell'inarrivabile Esorcista di Friedkin, lo preciso (ma come si potrebbe del resto ?), ma ho apprezzato in ogni caso la visione e la trama. Consigliato !
Non male, potrebbe essere migliore. Il commento associato al voto mi sembra sia perfettamente riassuntivo della mia opinione. Gli elementi positivi sono l'atmosfera inquietante di una Roma cupa e sinistra, l'interpretazione mefistofelica della Gastini e il dubbio che si insinua nel prete giovane. Ma per il resto si gira tanto attorno ai soliti concetti, e il Possession Movie ha un pò stancato, nonostante non si possa discutere sul fascino eterno di quella tematica.
"L'Esorcismo di Emily Rose", "L'Esorcista", "E Liberaci dal Male", "Stigmate" e... "Il Rito". Tutti film sul tema inflazionato delle possessioni demoniache e sul vacillante equilibrio della Fede. Nella nutrita schiera si inserisce anche questo validissimo horror di Mikael Hafstrom, già tessitore di incubi paranoici nella Stanza "1408": Hopkins, che riesce ad essere a tratti più dissacrante dell'indimenticabile Hannibal Lecter, è un carico da novanta che il regista si spende bene, affiancandolo al giovane Colin O'Donoghue, che si trasfigura nella parte seriosa del seminarista dimissionario, dopo avere deliziato le platee femminili con il suo gigionissimo "Capitan Uncino" nel serial tv "Once Upon a Time". Rinfrescanti i cammei di Ciaran Hinds, Rutger Hauer e Toby Jones, solida l'interpretazione di Marta Gastini (Rosaria), meglio i gattini della Cucinotta. Sceneggiatura possente che ispira rilfessioni anche filosofiche e razionaliste (che ben possono adattarsi al Mistero della Fede divina). La frase topica resta, infatti, quella pronunciata dal giovane prete: E' incoraggiante se non sapere nulla dell'esistenza del Diavolo rappresenta l'unica prova della sua esistenza stessa. Qualche strizzatina d'occhio alla missione purificatrice universale del Vaticano nella frase: "Facciamo vedere al Diavolo chi comanda", scandita da Hopkins mentre pratica un esorcismo sullo sfondo di San Pietro... Ma è veniale orpello in un film abbastanza equidistante..
Hasform è meglio che lascia stare l'horror, gia con 1408 il risultato non era granché, qui si va ancora a peggiorare, nonostante ci sia un grandissimo attore che considero Hopkins il film non appassiona e tiene quasi estraneo lo spettatore, finendo ogni tanto nel ridicolo, anche se comunque il genere esorcismi, apparte il guizzo di Friedkin nel 73 non ha mai avuto grandi film.
Tiene bene finché è didattico e si discosta dagli altri film sugli esorcismi, poi è sempre peggio. Ad oggi dopo Friedkin, il migliore rimane Emily Rose, segue L'ultimo esorcismo, poi tutti gli altri dispersi tra sufficienza e mediocrità. Io ho un problema con Anthony Hopkins, non riesco a digerirlo quasi in nessun ruolo al di fuori di Hannibal Lecter, non so il perché.
Film dove bisognerebbe richiedere il rimborso delle due ore di vita spese sperando un brivido lungo la schiena o che magari Hopkins diventasse un transgender indiavolato . Regia non presente se non in pochissimi momenti ,trama inconcludente ,dove non capisci dove voglia andare a parare sta roba , e che spesso ci pensi e ti rendi conto non ha minimamente senso . Recitazione orrenda , con momenti anche di trash e il protagonista di un noioso e inespressivo come pochi . Da segnalare la presenza , importante come un portaspilli in platino della Cucinotta , che anzichè dare la comparsella a qualche emergente l hanno voluta far entrare per forza in una pellicola dove appare giusto tre volte.
Lo scetticismo di un giovane seminarista con problemi di "Fede" contro la realta' del demonio. Ennesimo film di genere uscito in questi ultimi anni e trattato sempre come "storia vera". Una prima parte interessante dove il prete esorcista tenta di convincere lo scettico tra un esorcismo e un altro. Nella seconda parte, dopo la tragedia in ospedale, la pellicola si lascia andare e procede su strade ricche di cliche' con alcune sequenze poco riuscite. Oltretutto Hopkins indemoniato fa certamente meno paura di quando si trova all'interno di una cella d'isolamento...
"Se credi nell'esistenza del bene allora credi anche nell'esistenza del male"
io ormai mi sono vista così tanti film sugli esorcismi che ormai so come iniziano, come si svolgono e come vanno a finire. La storia è sempre quella, però in questo film ho trovato una variante
il ragazzo che era scettico e non credeva nè in Dio nè nel diavolo. mi sembra che sia il primo film sul demonio dove c'è un ragazzo che sta studiando per diventare prete e non ha fede in Dio, e non crede al diavolo. Ma dopo si dovrà ricredere quando viene posseduto il prete esorcista con il quale stava facendo tirocinio. come sempre all'inizio c'è una donna posseduta (non è una novità ma stavolta è una donna incinta), ma gli uomini sono esenti dalle possessioni????? per fortuna almeno in questo film un uomo viene posseduto ed è pure un esorcista!
ho trovato un pò ripetitivo le "piaghe" (rospi, locuste)
però tutto sommato a me è piaciuto e devo dire che preferisco questo film in confronto ai vari "L'ultimo esorcismo" e "L'altra faccia del diavolo". Altra novità i posseduti vomitano chiodi. Chissà col prossimo film sugli esorcismi cosa si inventeranno!
E' un film discreto su una tematica religiosa molto delicata e tabù. Da un lato c'è lo scetticismo di un ragazzo cresciuto con il padre in un'agenzia di pompe funebri, dall'altro la figura onnipotente e coraggiosa di un prete. Però il male può trovare rifugio ovunque, anche nei corpi più impensabili. La prima parte molto bella, la seconda più scadente a causa di personaggi con una recitazione qualitativamente bassa. Un Nome? La Cucinotta, presenza che si dimentica facilmente.
Do la sufficienza solo per l'ennesima interpretazione fantastica di Hopkins che mantiene tutto il film , parlando del film in generale non è nulla di che ... non mi ha dato nulla , né emozioni né voglia di rivederlo , se lo rivedrei sarà solo per Hopkins :)
Ennesimo film sugli esorcismi...ennesima solfa ed ennesime scene...l'unica cosa che si salva è una trama un pochino più solida sotto il profilo della regia(paragonato alle ultime opere intendo,non certo all'esorcista) ed un Anthony Hopkins sempre gradevole ma non proprio al massimo della sua forma.. Guardate,il film non è nemmeno tanto malvagio e in alcuni momenti risulta anche interessante ...solo che l'ho trovato troppo...come dire...ecclesiastico?!?....non lo so ...alla fine del film non mi è rimasto nulla....sarà che mi sono stufato di questi esorcismi...erano belle le pellicole del passato ma oggi come oggi mi sembrano solo delle brutte copie con niente di nuovo...e li stanno facendo diventare un tormentone....e poi a pensarci bene Hopkins era pure sprecato in questo film... A mio parere non ha niente di così rilevante da raggiungere la sufficenza...
Film che non aggiunge nulla al mondo degli esorcismi, eppure riesce ad essere in gran parte diverso da molte altre pellicole. Un pò scontata la fine, ma la sufficienza c'è.
Il diavolo fa le pentole... Un film di buona ambientazione e dalle tematiche forti e interessanti come quelle dell'esorcismo e dell'accettazione di Dio, vengono affrontate con sufficiente trasporto, anche se enfatizzate in maniera fin troppo schematica e prevedibile. Il cast è abile, la regia appare calibrata, così pure il ritmo della storia non presenta grossi cali e la visione scivola via in maniera lineare, pur non rappresentando il massimo in termini di coinvolgimento e paura. Sufficientemente interessante ma certamente non trascendentale.
Che film ti sei visto? "Uno dei soliti filmotti sugli esorcismi". E com'era? "brutto. Insomma, il solito filmotto sugli esorcismi". Ah! E perché te lo sei visto, se sapevi che era il solito filmotto sugli esorcismi?! "Boh..." Perfetto. E' vero, il Rito non aggiunge nulla di nuovo al genere dei filmotti sugli esorcismi. Ma non è brutto!!! Anzi, è un film abbastanza godibile e che non ti annoia. Chiaro che i cliché del sotto-genere ci sono proprio tutti, a cominciare dal solito pretino scettico che, guarda caso, ha studiato psichiatria e non crede per nulla al diavolo e alle possessioni demoniache. No, per lui, ogni roba che succede, è un problema psichiatrico! L'indemoniato di turno, poveraccio, cerca di far di tutto, ma proprio di tutto, senz'aver speranze di convincere sto pretino scetticone: conosce cose che non potrebbe conoscere? No, è un problema psichiatrico. Parla in russo, in aramaico, in latino? E', naturalmente, solo un problema psichiatrico. VOMITA CHIODI? No, anche quello è senz'altro un problema psichiatrico!!!
Ma dai! Ma che cavolo deve fare per convincerti? Sputare fuoco dalla coda!?!
Detto questo, Hopkins è sempre Hopkins, la fotografia è buona e la regia mi è piaciuta, con tutti questi cambiamenti di apertura focale sui crocefissi e sui primi piani. Belle le riprese di Roma: rappresentano bene il caos che c'è in quella città, ma le inquadrature lasciano spazio anche per il suo lato più mistico e più affascinante. Sembra che neanche noi riusciamo a valorizzarla come fanno invece gli Americani. Mi è piaciuta molto Marta Gastini, davvero brava nel recitare la difficile parte dell'indemoniata. Grande!
Film godibile. Un bel pacchettino regalo... anche se sai già quel che troverai nel pacco, prima di scartarlo. Comunque, premetto, io non sono un gran esperto di Fede. Anzi, proprio tutt'altro. Però l'equazione: "ora che credo nel Diavolo, posso quindi (=di conseguenza) credere anche in Dio", mi sembra una logica un po' opportunistica, nevvero? Mi sbaglio io, o non dovrebbe ragionevolmente essere il contrario? Ditemelo, per favore, che se no vado in confusione, non ci capisco più niente. Se voglio avvicinarmi a Dio, devo ascoltarlo? Perchè invece qui, a veder sto film, sembra che farei meglio ad andare nel giardino a sgozzare un capretto, per vedere prima se esiste Satana!
Film che fondamentalmente non regala nulla di nuovo in confronto agli altri film del genere, ma è lodevole l'intento del regista nel sottolineare le difficoltà che si possono incontrare lungo il cammino dell'eterna guerra tra bene e male.. E tu, da che parte stai?? Fino a che punto sei disposto a credere? (immenso Hokpins, come sempre tra l'altro)
L'ho appena rivisto in blu ray perchè non me lo ricordavo.Sicuramente è un film tecnicamente ineccepibile sia a livello di regia che in recitazione ( straordinario Anthony Hopkins ) e anche la fotografia è ottima e questo lo fa arrivare al sei e mezzo ma finisce li. La storia è ormai super sfruttata e non regge per tutta la durata del film che comincia ad annoiare già dopo mezz'ora ( un paio di volte mi ha fatto sbadigliare ) in più la lunga durata non aiuta. Consiglio la visione solo se si è belli svegli altrimenti vi auguro sogni d'oro !!!!
Una pellicola che usa un argomento abusato al cinema e che quindi non può certo portare linfa vitale, soprattutto se la sceneggiatura è scialba e senza picchi. Non parliama poi del contesto stereotipato: Roma è piena di traffico, gli ospedali sembrano risalire alla seconda guerra mondiale, le suore fumano in macchina sembrando così moderne ed emancipate e per finire le case sembrano tutte risalire al periodo della ciociara... Bravo ovviamente Hopkins con alcune scene che non sono da buttare.
Ennesimo filmetto che riprende pari pari la classica iconografia da film sulle possessioni demoniache. Vorrebbe creare tensione ma riesce soltanto a creare sonnolenza.
Non c'è dubbio, il film parte piuttosto bene. Nonostante il ritmo alquanto soporifero, la vicenda tratteggiata riesce a catturare adeguatamente lo spettatore. Prima che, pian piano, le banalità e le assurdità paranormali prendano il sopravvento, gettando la pellicola in un'aura di mediocrità dal quale non riuscirà a sfuggire, complice un finale davvero sciatto e sbrigativo ed interpretazioni poco convincenti di tutti gli attori, ad eccezione della brava Marta Gastini e del sempreverde Hopkins. Già il film partiva con riserva, visto che la tematica degli esorcismi è stata usata ed abusata dalla cinematografia, ma lo sviluppo della trama e la sceneggiatura un pò raffazzonata, inducono ad una sofferta bocciatura. E non basta un'elegante ed affascinate Roma (un pò troppo piovosa, direi) a riscattare il risultato finale.
difficile rinnovare un genere strasfruttato,pero' nel contesto non e' da buttare,alcune situazioni sono originali,anche se la storia e' un po statica. bravo hopkins,ma il resto del cast non regge.
ciao a tutti, è la prima volta che scrivo. uuuu che emozione -.-. cmq, volevo commentare questo film che ho visto ieri sera, e debbo dire che nn mi è dispiaciuto molto.
Alcune scene del film sanno di gia visto, di sicuro non è il primo film del genere quindi me lo aspettavo. Bravo hopkins
Ennesimo film sugli esorcismi ennesime scene gia viste. Se piace il tema è da vedere, se non piace si può evitare. Certo Hopkins in qualche occasione parla solo con l' espressione come al solito... poi c'è il fascino di Roma. Curiosità: gli americani sono rimasti colpiti dalla confusione, traffico, gatti...e li hanno inseriti.
Giudizio: poco da dire, è quello che si aspetta, un film sugli esorcismi.
Anthony Hopkins non in grande forma.... non ne parliamo degli altri attori nel film. Film lento, spento, senza scene chiave. Si rischia addirittura di cadere in un sonno profondo. Sceneggiatura pessima. riprese da regista cosi cosi e musiche che non incidono. Di solito film come questo creano tensione, invece in questo caso difficilmente ci riesce il regista. Tutto sommato se non paghi niente e se hai tempo libero te lo puoi vedere (ma non devi avere niente ma proprio niente da fare)
Parte bene e fino agli ultimi trenta minuti meriterebbe anche una votazione migliore ma nel finale, inaspettato ma al contempo poco coinvolgente, perde molto e la curva di attenzione tende a calare. Buon Anthony Hopkins, anche se non ai soliti livelli.
Vada per il sei, se non altro mi ha fatto passare la serata. E' il solito film di esorcismi, tutto nasce dal caposaldo di Friedkin che, ad oggi, resta ancora il più terrificante: un prete che non ha fede, la acquista grazie all'incontro col diavolo. Qui in particolare il tema della spiegazione scientifica ha maggior vigore, tenta anche di sedurre lo spettatore che, però, non può cambiare idea con quello che si vede sullo schermo. In questo senso, se trattavasi di un'opera equidistante, dato che è tratta da un libro/inchiesta di un giornalista, fallisce nel suo intento di indagare razionalmente il mondo degli esorcismi. Questo tipo di film, cmq, nonostante le prodezze sataniche siano sempre le stesse, ha sempre il suo fascino. E anche Roma, con la Basilica michelangiolesca e il traffico perenne, ha il proprio.
Un film che parla delle possessioni, degli esorcismi e di tutto questo genere di cose in maniere non classica, ovvero ispirata al film "L'Esorcista" del 1973. C'è l'importante tema del "non credo se non vedo e non tocco" e del "ci devono essere prove scientifiche". Il film vuol far capire che se c'è il male ci deve essere per forza e c'è infatti il bene. Non si capisce bene cosa c'entri il diavolo con il padre di Michael e altri piccoli dettagli, ma è comunque ben strutturata la trama. Inoltre il tocco horror è sempre ben presente durante tutto il film, dall'inizio con le pompe funebri fino allo svolgimento nella città di Roma il clima o comunque lo "sfondo" è sempre buio, piovoso, tetro, spettrale, gotico e freddo. Gli attori sono stati impeccabili, dagli esorcisti agli esorcizzati.
Le rane sono state secondo me un tocco del regista per confondere le idee, infatti prima si è indotti a pensare che siano solo un imbroglio ma poi quando c'è l'invasione si capisce che hanno qualcosa di demoniaco e ti fanno capire che hai sbagliato tutti i ragionamenti
Nel catalogo delle pellicole sugli esorcismi risiede pure "Il rito", film del 2010. Fra le cose da segnalare, immediatamente, č la presenza tra gli attori dell'esperto e noto Anthony Hopkins che nella fattispecie "Il rito" assumerŕ ovviamente un ruolo di vitale importanza.
Dopo aver tracciato una breve linea informativa su "Il rito" arriva comunque il momento di muovere un critica, un parere intorno a questo determinato prodotto. Partendo dalla "cronica" premessa che negli ultimi anni i film Horror eccedendo in quantitŕ numerica son deficitari a livello contenutistico, in breve a livello di qualitŕ non offrono dopotutto garanzie assolute, tutti i film possono rivelarsi dei flop e specie per quanto concerne un film di specifico genere "esorcismo" posson riservare insidie e delusioni maggiori per lo spettatore; in pratica regie avvisate! Mikael Hafstrom corre dunque il rischio di confezionare una pellicola che per quanto riguarda contesti e trama non puň non essere, seppur genericamente, canonica e ripetitiva. Purtroppo si, il termine ripetitivo deve esser per forza posto e riposto quanto si parla di film demoniaci, č vero che il tema č assai intrigante ma la materia prima forse giŕ č finita da tempo. "Il rito" nonostante tutta la sua sagacia e voglia di sorprendere sbatte ( ma per fortuna non si schianta) sul muro delle consuetudini del genere, o meglio sottogenere, dell'Horror. La narrazione dunque seppur buona č lineare, i personaggi poi sono sempre gli stessi, il giovane prete e l'esperto esorcista. Il film dopotutto, bisogna dirlo, non annoia e regala pure qualche chicca (grande la scena in cui č esposto il concetto della conoscenza dell'inconoscibile), ma oltre qualche impennata di alto livello si ritorna a calcare un binario dritto formato dalle solite sequenze diaboliche con dialoghi paranormali e robusti effetti speciali. Si giunge piano piano ad un finale classico e abbastanza pronosticabile. Il film qualche spunto lo offre, ed č importante dire che non si cade mai nel ridicolo, le scene buone non sono tantissime ma in conclusione ci sono. Sul genere in questione "Il rito" resta una pellicola onesta e dignitosa seppur, giocoforza, ancorata ai parametri tradizionalisti circa pratiche esoteriche e demoni di turno.
Pura propaganda cristiana accompagnata da una trama banale, scontata, canonica, vista in un'altra decina di film. Si possono guardare solo i primi venti minuti, tutto il resto è da dimenticare.
Una buona occasione sprecata. Anche se il tema è già stato oggetto di molti film, questo ha un inizio interessante, e il personaggio principale è costruito bene. Buona la prima parte dell'incontro con Hopkins, e la vicenda della ragazza posseduta. Poi purtroppo si perde e l'aspettativa creata non è all'altezza del finale, risolto in modo eccessivamente sbrigativo e non credibile viste le premesse.
Ancora un altro film sulle possessioni demoniache, che però, aimhè, nulla aggiunge ad un filone che ormai al cinema ci hanno proposto migliaia di volte.... l'incipit è quantomeno interessante:
Il giovane seminarista con una fede vacillante, l'incidente che lo spinge ad abbandonare il corso, il viaggio a Roma e la partecipazione al corso sulle possessioni diaboliche, l'incontro con Padre Lucas, i dubbi e le incertezze in base alle proprie esperienze con il prete esorcista....
Poi quando il film dovrebbe spingere sull'accelleratore, si perde in una serie di inutili e banali clichè che lo rendono in definitiva nulla più che mediocre: il finale
Il fatto che sia basato su una storia vera dovrebbe quanto meno procurare qualche brivido ed invece il film di Mikael Hafstrom č un noiosissimo accumulo di cose giŕ viste all'infinito.Viene da domandarsi che fine abbia fatto il promettente regista di "Evil-Il ribelle". Presumibilmente rimbambito dai dollari americani anche se dopo l'improbabile "Derailed" era tornato alla carica con il discreto "1408",cui perň fa seguito questo pasticciaccio brutto.Un film ai livelli dell'aberrante "Drowning ghost" tanto per intenderci,pellicola risalente agli esordi e in quel caso bonariamente giustificabile. "Il rito" č un filmetto reperibile nei vari sottogeneri horror alla voce "possessione demoniaca",con seminarista poco convinto della propria fede mandato a seguire a Roma un corso di esorcismo.Entrerŕ in contatto con un prete gesuita (un Anthony Hopkins da compitino) che gli mostrerŕ quanto sia tangibile l'esistenza del diavolo. Lo scetticismo del giovane verrŕ messo a dura prova e la sua telefonatissima "conversione" avrŕ luogo durante un finale di sconsolante modestia,in cui resistere senza cedere alle accoglienti braccia di Morfeo non č semplice. Sembra una variazione de "L'esorcista" in chiave moderna,senza perň la stessa tensione e la stessa cattiveria,i posseduti non fanno paura e di scene inquietanti nemmeno l'ombra. Veramente un disastro,talmente palloso che non basta certo un comparto tecnico di tutto rispetto a renderlo piů apprezzabile. Ultima nota per Colin O'Donoghue ,non molto credibile nel ruolo del prete e affiancato da una sempre anonima Alice Braga che continua a far film non si capisce grazie a quale miracolo (tanto per stare in tema religioso).
Solita anteprima che monta il film a livelli eccelsi, ma mentre si guarda il film si rimane estremamente delusi, non offre nulla di che, incuriosisce nella prima parte ma poi cade tutto nel banale a tratti anche nello "squallido". Colpo di scena quasi nullo e scontato, finale ridicolo, evitabile.
il diavolo si manifesta e fa cose inaudite perchè vuole che il seminarista creda in lui: il seminarista: "si credo in te, ora, io credo in te..... .....e quindi credo in dio...." ma per piacere, scontato.
Una delle più classiche rivisitazioni dei film sugli esorcismi. Trama piuttosto lineare, che segui i canonici temi del rito religioso, con qualche effetto speciale e pochissimi brividi. Una delle poche cose che si salva di questa pellicola è l'interpretazione di Anthony Hopkins, che dimostra ancora una volta di trovarsi a perfetto agio in questo tipo di ruolo, lugubre, macabro e indemoniato. In conclusione, film horror non male ma che non rimarrà sicuramente negli annali, una delle tante comparse sul tema dell'esorcismo.
il film è uno dei tanti (troppi..) film sulle possessioni e indemoniati usciti dopo "l'esorcista", da questo punto di vista non brilla in originalità. Abbiamo il prete giovane e scettico; il prete anziano e più saggio e la ragazzina posseduta da un diavolo. L'esito è scontato, la regia è buona e il film si lascia vedere senza annoiare, il doppiaggio di alcuni attori è osceno ma complessivamente il film si regge. L'unico problema è che io mi sono un po' stufato di questi film che non aggiungono nulla a questo tema già abbondantemente eviscerato da una mezza dozzina di film (da l'esorcista fino al Presagio e tutta la conseguente serie).
Appena finito di vederlo,devo dire che da non amante del genere,mi ha colpito molto.Magnifico come al solito hopkins,ma anche il resto del cast nn male,da vedere.
Realistico nel raccontare le perplessità di un giovane che non sa se scegliere la via della fede o no. Gli esorcismi non sono i soliti da cinema.... Hopkins al solito bravissimo!
Non ho letto il libro ma penso che lo farò, gli argomenti sono buoni, ma peccato perchè si poteva fare molto di più e non mi riferisco alle scene horror ecc ma all' approfondimento nel conflitto tra scienza medica e mali dell' anima, la figura dell' essere esorcista o sacerdote comune, tra credente e scettico, poteva uscirne un film che avrebbe dato spunto a numerosi interrogativi e riflessioni certo solo ad alcuni, sarebbe una cosa buona dato che la figura dell esorcista è poco conosciuta, molto criticata e parecchio sottovalutata. I vari interrogativi posti dal prete inizialmente scettico e le risposte da parte di un credente dovevano essere più argomentati,anche se sarebbe comunque inutile dato che non c è una risposta assoluta, che ognuno trova le risposte a modo suo percorrendo un proprio cammino spirituale; con esperienze diverse e conclusioni differenti, le stesse persone che intraprendono cammini di fede anche prendendo i sacri voti si rende conto che non tutto si apprende sui libri. Nonostante questo rimpianto del "se" il film offre una buona storia un tantino esagerata sul finale, adeguati gli attori, non male la sceneggiatura. Si doveva fare di meglio
Noioso,banale,la solita ******* all'americana...la lotta tra il bene e il male riproposta nella forma piu misera e stupida. Film per teenager e nulla di piu....da evitare.
Film che non aggiunge nulla al genere sugli esorcismi. La prima parte è decisamente meglio della seconda che risulta pesante e a tratti soporifera. Le divergenze fra scienza e fede sono portate avanti ina maniera non troppo incisiva. Suggestive le ambientazioni e bravo Hopkins.
"Il Rito" si discosta abbastanza dai soliti film di esorcismo mettendo in risalto più che altro il combattimento interiore del protagonista (bravino l'attore a mio parere) e dedicando solo una parte marginale al rito dell'esorcismo (comunque inevitabilmente presente) vero e proprio. Questo è senz'altro l'aspetto più positivo del film. Purtroppo viene a mancare quasi completamente l'atmosfera di paura che il film avrebbe voluto creare e alcune situazioni risultano davvero poco credibili:
anche ammesso che uno creda alla possessione demoniaca non penso proprio che il diavolo si diverta a passare da un corpo all'altro come fa nel film trasferendosi a Padre Lucas.
quando sono entrata nella sala ero molto prevenuta, e non mi aspettavo praticamente niente, invece... un film riuscito, che riesce sorprendentemente a essere anche abbastanza preciso sul piano teologico, a parte qualche banalizzazione del concetto di fede, che è qualcosa di profondo, che va oltre il piano razionale (con tutte le sue obiezioni)...
...non è qualcosa della serie: siccome tu esisti, allora lui esiste... fede vuol dire principalmente fiducia, affidarsi, mettersi nelle mani di... non entra in campo la mente, ma il cuore, è una scelta del cuore... dopotutto anche il diavolo crede che Dio esiste (dato che lo vede), ma non per questo ha fede. Non è quella la fede!
E' un buon film horror/drammatico..non si punta mai interamente sotto il punto di vista degli esorcismi (anzi se questi non mancano affatto) ma si tenta di andare oltre proponendo il conflitto interiore del giovane prete pieno di dubbi sulla sua stessa fede e sul credere o meno all'esistenza del demonio. Ottima la prova di Hopkins decisamente adatto al ruolo interpretato..ma un po tutti gli attori se la cavano. Il film è girato bene..buoni gli effetti speciali..nel complesso una pellicola soddisfacente.
Film poco significativo che ripesca un tema, anche se interessante, già riproposto con risultati sempre scadenti...sto parlando dell'esorcismo ovviamente. Discreto Hopkins ma sicuramente il film non è minimamente all'altezza del suo livello recitativo.
Noia assoluta, zero originalità! Non è neppure un horror: neanche una scena dove si può provare anche un piccolo spavento. Il protagonista è un pesce fuor d'acqua, Hopkins recita solo di maniera, la Cucinotta è inesistente, Hauer solo una comparsa. Da evitare se potete.
Che sia tratto da una storia può andare bene fino ad un certo punto, perchè in fondo tentando un approccio molto razionale nella parte iniziale (malattia mentale o reale possessione demoniaca) riesce perlomeno ad intrigarti un minimo. Purtroppo tale approccio dura poco, si ricade presto nei medesimi clichè sia nei personaggi sia nelle situazioni, con un'aggravante a mio parere: malgrado la buona confezione, il film non incute timore o paura, anzi subentra la noia. Colin O'Donoghue è poco convincente nel ruolo (o poco convinto lui stesso, fate voi), Hopkins è con il pilota automatico e purtroppo Ciarán Hinds poco utilizzato.
ma perchè tutti, DICO PROPRIO TUTTI, i film sulle possessioni sataniche partono dal clichè del prete esorcista in crisi mistica o miscredente ??? sono stufo di questa mancanza di originalità ...quindi solo questo mi fa abbassare il voto di molto. per il resto il film è decente ... senza infamia e senza lode .... la prova attoriale si attesta sulla sufficienza per tutti (compreso Hopkins) tranne l'attrice che interpreta la giovane donna incinta posseduta , che spicca in bravura rispetto gli altri. in definitiva non credo proprio che questo film sarà ricordato come capolavoro indimenticabile ... anzi! ps: un'ultima nota di merito al realismo con cui è resa la Roma metropolitana.
E' un buon film horror.. non capisco l'accanirsi sulla presunta assenza di messaggi e approfondimenti sul male, o sui misteri della fede oppure sul visto e rivisto..... E' un film horror *****..... un film che tratta l'esorcismo aspirato a fatti accaduti, che tratta principalmente di un giovane seminarista cresciuto in un particolare contesto familiare che condice un viaggio verso la fede attraverso una forte esperienza. Incontra Roma, Padre Lucas e il male... A supporto una sceneggiatura solida con spunti veramente interessanti, ottima fotografia e una dignitosa tensione. Difficile disfarsi del film di Friedkin oppure di Hannibal Lecter che a tratti pesano come macigni.... ma il film scorre bene, intrattiene e non è eccessivo. Inutile negare l'importanza della presenza di Hopkins... ma tant'è.... Andatevi a vedere qualche film di Bergman se volete riflettere necessariamente sull'esistenza, sulla fede, sulla morte etc....
Mr. Hopkins risalta in assoluto in quello che è cmq un film niente male, anche se alcune scena non mi hanno convinto.. Diciamo che non sono stato molto coinvolto, ma di dare l'insuf. ad un film dopo aver visto un'interpretazione del genere, non me la sento proprio..
Riguardo alla cucinotta, si è vista poco.. ha parlato ancora meno, ma, per chi mi capisce, suggerirei la frase che Ferretti rivolge spesso ad una sua attrice... (sono ironico.. non voglio cadere nel volgare ;) )
Interessante il conflitto interiore degli esorcisti che con più imparano del male (per combatterlo) e con più rischiano di venire corrotti da esso. Interessante anche il protagonista che si ritrova ad un passo dai voti per diventare sacerdote senza fede e che poi, man mano, fa sempre più sua la missione della lotta contro il male.
Prevedibile e scontato, "Il Rito" è un film dell'orrore a tesi che insiste soprattutto sul conflitto spirituale del protagonista, un giovane uomo approdato al sacerdozio senza una vera fede. L'unico motivo per vedere il film è Anthony Hopkins, sempre in gran forma; inutile e degradante invece, a mio avviso, la parte che è stata affidata a Maria Grazia Cucinotta, tant'è che neanche la fanno parlare.
Iniziamo con il dire che se pensate di andare a vedere un horror avete sbagliato proprio film.Diciamo prima di tutto che il film si basa sul libro omonimo nel quale vengono raccontate varie storie di esorcismo e qui vengono trasposte abbastanza bene percio per me il film non riesce a dare quell'intensita che ci si aspetta e poco efficaci sono gli effetti speciali.Il film si gira principalmente sui due protagonisti mettendo tutti gli altri in disparte e come al solito bravissimo Hopkins che io adoro in qualsiasi film abbia fatto e devo dire che č stato pure bravo O'Donoghue .Non mi pronuncio sulla Cucinotta che io ritengo una cagna assoluta e per fortuna in questo film non gli hanno fatto dire nulla...ci siamo risparmiati.Da sottolineare che apprezzabile č l'esorcismo della ragazza incinta.Devo dire che non mi hanno soddisfatto molto le ambientazioni. Per concludere un buon film ma niente di che.
N.B. il film non è horror per me questo film vale molto più dell'esorcista. l'esorcista rimane un grande film del genere horror, ma in generale questo è fatto molto meglio e non banalizza con ridicolagini un aspetto molto delicato della fede ma soprattutto della vita. hopkins è al solito sopra le righe. solo 6,5 per come gli americani vedono l'italia e gli italiani e per il ritmo un po' blando.
Esattamente come dice il voto 5, solo se non paghi. Ormai il tema dell'esorcismo č straabusato nel cinema horror, quindi la paura viene a mancare, ed essendo quello lo scopo del film, viene a mancare la riuscita del film. Ormai vai a vedere "il rito", e giŕ ti aspetti linguaggi scurrili, contorcimenti, e tutto il resto. Perň Hafstrom, che apprezzai molto in 1408, riesce a non rendere queste scene ridicole (come invece avviene nell'ultimo esorcismo, a mio parere), e diciamo che tecnicamente sono anche fatte bene. Aggiungiamoci l'interpretazione piů che buona del caro Hopkins e arriviamo ad una quasi sufficenza.
A volte non riuscivo a capire se Michael, capisse l'italiano o no. A volte le domande venivano tradotte o da Lucas/Hopkins o dalla giornalista, a volte rispondeva come se capisse perfettamente l'italiano.
partendo dal presupposto che non è facile fare un buon film su un argomento consumato come questo..posso dire che il film è coinvolgente e qualche salto sulla sedia lo si fa
Un capolavoro sull'esorcismo, ormai, non lo vedremo mai piů. Al giorno d'oggi, bene o male, tutti sanno cos'č un esorcismo e come avviene. O meglio: tutti lo sanno a livello epidermico, anche se sulle questioni piů specifiche c'č un'enorme ignoranza in materia - discorso che vale anche per me, nonostante alcuni studi in materia. Diventa quindi ancor piů difficile, per un film che ne parli, colpire o sconvolgere lo spettatore. "Il rito" ci prova, raccontando la storia di Michael, un ragazzo che condivide la vita e il lavoro con il padre: insieme si occupano di comporre le salme dei defunti per la sepoltura. Ad un certo punto, il giovane decide di entrare in seminario, una scelta dettata piů dall'esasperazione che dalla convinzione. Ma proprio nel momento in cui i dubbi di fede lo fanno sentire sempre piů inadeguato per una vita da sacerdote, qualcuno vede in lui una forza particolare: Michael viene quindi introdotto nel particolare mondo degli esorcisti, un mondo affascinante, sconvolgente, insidioso.
"Il rito" č l'adattamento cinematografico del libro "The Rite: the making of a modern exorscism", un libro interamente basato su testimonianze di episodi reali, rese all'autore da esorcisti tramite racconti e testimonianze dirette. Le scene del film possono colpire, ma la realtŕ, che č documentata, puň anche essere peggiore. Tutti hanno la libertŕ di credere o non credere, ma tutti devono ricordare che la vittoria piů grande del Diavolo č convincere l'uomo che esso non esista.
Dopo "L'esorcista", indiscusso capostipite del filone cinematografico sugli esorcismi, nessun altro film č riuscito a rappresentare con la stessa intensitŕ un rito d'esorcismo su un caso di possessione diabolica. I film successivi hanno puntato tutto su effetti speciali sempre piů evoluti, ma senza aggiungere nulla all'argomento: l'esorcismo č sempre esorcismo. Lo stesso Hopkins, ironizzando, fa qui una battuta chiaramente riferita alla pochezza degli effetti speciali presenti ne "L'esorcista", eppure anche ne "Il rito" ritroviamo un elemento giŕ visto proprio nel film di Friedkin: un esorcista anziano e un esorcista giovane, scettico ed inesperto. Qui ci sono due storie di fede personale: quella di Michael, il cui scetticismo č solo l'inizio di un cammino di ricerca di risposte; e quella di padre Lucas, che mostra come in ogni momento della propria vita non ci si puň mai ritenere soddisfatti delle certezze acquisite, perché ci saranno sempre debolezze che torneranno a farsi vive. Citando un arguto comico, "la vita č un eterno ritorno, un pendolarismo esistenziale".
I due protagonisti tolgono ogni luce agli altri. Ottimo l'esordiente Colin O'Donoghue. Splendido Hopkins: il personaggio che interpreta č cosě particolare che dŕ modo all'attore di farsi apprezzare in un'altissima ed eclettica prova d'attore. La conseguenza inevitabile č che gli altri personaggi sono relegati a ruoli di cornice: basti dire che la bellissima Cucinotta č purtroppo inutile, visto che non pronuncia una sola battuta. Anche la giornalista č un personaggio palesemente riempitivo: inserita come riferimento biografico all'autore del libro, purtroppo riveste due altre inutili funzioni, di cui si sarebbe potuto benissimo fare a meno: addolcire i toni tetri della storia e fare da voce della coscienza di Michael. Interessanti le scene in cui si esorcizza la ragazza incinta: forse un furbo espediente per aumentare il coinvolgimento emotivo dello spettatore, o forse un richiamo ad un altro capolavoro, "Rosemary's Baby".
Infine, due critiche specifiche. Primo: forse č una notazione soltanto personale, ma mi č sembrato fuorviante il fatto che la possessione sia a tratti rappresentata come se fosse una malattia contagiosa. Secondo: si č persa una bella occasione per le ambientazioni. La cornice della cittŕ di Roma non viene sfruttata in modo opportuno: sarebbe stato bello proporre qualche scorcio piů caratteristico e appropriato della Divina Urbs (sarebbe bastata semplicemente qualche immagine delle sue bellissime Chiese), piuttosto che metterne in risalto solo il caos, il traffico e i turisti.
Tenendo presente tutto questo, do come voto un sette, anche se gli affianco il commento proprio del sei: "poteva essere migliore".
Il mio momento preferito nel film. La ragazza incinta, posseduta, č legata al letto. Riversa il capo all'indietro, verso una finestra su cui si vede riflessa l'immagine della Basilica di San Pietro, e sputa sul vetro. Michael fa per abbassare la tenda, padre Lucas fermandolo gli replica: "Lascia. Deve vedere chi č che comanda".
nulla di nuovo sotto il sole. solito argomento della possessione trattato alla solita maniera (se non peggio). è tuttavia da segnalare l'ottima regia ed le interpretazioni di pregievole fattura, soprattutto il solito , grande hopkins. suggestive le location scelte in territorio italico, che ben si miscelano con l'atmosfere cupe e grigie di cui il film è caratterizzato. buon film insomma, sotto vari punti di vista, purtroppo per niente originale, ma comunque utile per passare una serata senza annoiarsi davanti allo schermo.
Mezza delusione. Il tema è molto interessante e parte bene, però poi prosegue senza particolari emozioni e/o invenzioni particolari. Assolutamente non un film da vedere al cinema!