il declino (1927)

Dopo il successo de "Il Pensionante" ritroviamo la coppia Hitchcock - Novello alle prese questa volta con un dramma personale dal phatos a tratti anche molto spinto; come portata generale, rispetto al lavoro precedente, siamo su livelli più bassi eppure è una pellicola dove vi possiamo trovare tante piccole e grandi cose che nel Cinema del maestro diventeranno veri e propri marchi di fabbrica ( l'ironia di alcune situazioni iniziali, la paura generalizzata nei confronti della legge, talune sorprendenti soluzioni registiche ). Un lavoro più che onesto di un cineasta ancora in formazione.

Così come l'attaccamento al genere melò più puro non ha impedito ad Alfred Hitchcock di girare pellicole al massimo della loro potenzialità, film come DOWNHILL diventano utili per dar sfogo alla visione tecnica del racconto cinematografico secondo il regista, stilisticamente orientata ad eguagliare l'immagine dello schermo all'osservazione oculare, tanto da assecondare l'immagine alla posizione del punto di vista, ma anche narrativamente avanguardista, come appare nell'esemplare sequenza dell'allucinazione, martellante visivamente e concettualmente, a conferma delle doti dell'autore inglese come creatore di atmosfere e virtuoso della macchina da presa, nonché arguto osservatore satirico, seppur molto limitato da una trama lineare e senza sbocchi, messa in scena unicamente sulla base del grandissimo senso compositivo del regista, che diventa un vero e proprio pittore di campi lunghi e totali, accrescendo la propria maturità.

Ohibò di Hitchcock mi resta solo "Vienna di Strauss", insomma di "The Mountain Eagle" ci sono 6 fotogrammi, e "Number 13" e "The Pleasure Garden" trovateli voi. Metto sei politico perché il film non mi è piaciuto, ma è pur sempre un film di Alfred Hitchcock, lo è anche "Giunone e il Pavone" certo, ma quello è proprio un cesso. Hitchcock e Ivor Novello, un duetto commercialmente sicuro, attore già interprete nel Pensionante e il regista poteva rimanere per quella strada, i melodrammi non sono il forte del Nostro, anche se la faccia da bravo ragazzo dell' attore stesso è l' ideale in questa storia che è un lento declino (traduzione del titolo) psicofisico man mano che avanza la storia, e questo è l' aspetto più interessante della struttura narrativa e anche di tutto il film, oltre al finale onirico che deve senz' altro molto a Murnau. Solo per i fan.