bobby fischer against the world (2011) 

Per certi versi un ritratto celebrativo di uomo che ha investito una vita nel gioco degli scacchi, studiando giorno e notte libri dopo libri mosse schemi strategie, e una volta diventato campione si è perso perché ha scalato la sua montagna e non aveva intenzione di proseguire se non a determinate condizioni che ulteriormente non li sono stati concessi perdendo così il titolo.
Un ritratto pro americano leggermente propagandistico di un eroe simbolo della Guerra Fredda e identifico gli Stati Uniti come vincitori anche sul piano politico, giustificando la supremazia dell'URSS nella condizione di poter promuovere i suoi sportivi a qualunque costo e ottenerne così la maggior parte dei campioni.

Eroe o vigliacco, matto o genio (?) difficile dirlo, ma Bobby Fischer soprattuto ha fatto storia e suo libro sugli scacchi è diventato il più popolare in questa disciplina. Un documentario sull'uomo Fischer che in teoria gli rende giustizia. Da vedere e scoprire.

Il mondo di una schacchiera, 64 caselle in bianco e nero dalle infinite combinazioni che questo campione riusciva a dominare e rimodellarle a proprio piacimento come solo i geni sanno fare. Inversamente proporzionale era la sua propensione verso il socializzare con il mondo e semplici relazioni umane, già difficili a cominciare dal contesto familiare, erano alquanto problematiche.
Fischer è stato un personaggio dalle tonalità nette come una schacchiera. Da alfiere del mondo libero contro il mondo comunista nella mitica sfida a Spasski, a fervente avversario di quella stessa nazione che lo aveva celebrato. Un uomo senza vie di mezzo, che passa da un estremo all'altro. Folle, delirante però geniale. La Gambrus cerca in qualche modo di creare un ritratto che possa colmare la nostra distanza da Fischer, non riuscendoci, ma descrive un uomo nel bene o nel male unico, quello sì.