Un gruppo di schiavi provenienti dalla tribù dei Mendi della Sierra Leone raggiunge L'Avana a bordo di una nave portoghese. Nell'isola caraibica vengono comprati dagli spagnoli, quindi imbarcati sulla Amistad diretti a Puerto Principe per iniziare la loro vita di schiavitù. Ma agli schiavi giunge voce che, una volta a destinazione, sarebbero stati uccisi. Ritenendo fondate queste voci capiscono che se vogliono salvarsi devono muoversi in qualche modo e tre giorni dopo aver lasciato il porto...
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Quando Spielberg ha raccontato la storia americana ha sempre fatto uso di paccate di retorica: è fattuale, è così. E "Amistad" non sfugge minimamente a questa evidenza: il film da un lato punta il dito contro i lati oscuri della storia statunitense e dall'altra ne elogia però le capacità di riaffermare quegli stessi valori della tradizione che sono parte della grande narrazione storica americana (il discorso finale di Hopkins/Adams è in tal senso evidentissimo). Se quindi il film può far storcere il naso per il suo essere unilateralmente retorico e moralistico, ciò che secondo me lo rende degno di nota è l'attenzione posta alla ricostruzione storica (e quindi fedeltà storiografica): sono proprio le condizioni vissute dagli schiavi sulle navi che riprendono quello che sappiamo dalle fonti storiche. Il film quindi è anche un quadro realistico di una vicenda che si, simboleggia i grandi temi degli Usa, ma è anche racconto universale di rapporti tra esseri umani.
Dramma ben realizzato e ben diretto. Questo "Amistad" ha il grande pregio - forse perché prodotto in tempi non sospetti - di scivolare nella facile retorica e nel moralismo patetico tanto in voga oggi. Spielberg riesce a mostrare i fatti, anche quelli più cruenti ed ingiusti, senza essere patetico e schierato. Purtroppo però è l'eccessiva durata a rendere la pellicola poco scorrevole, e in molti tratti anche prolissa e noiosa. Comunque un film valido.
Bellissimo film che nonostante il patriottismo fa il suo lavoro egregiamente in ogni campo . Hopkins superlativi come sempre e film emozionante ed intelligente .
Elegante e spettacolare come i film di Spielberg sanno essere, con un'arringa finale di altissimo livello. Ma scandagliare le radici della Storia americana con una vicenda complessa e pesante come questa della Amistad non è un lavoro da poco ed infatti il racconto si fa spesso difficoltoso: se da una parte la difficoltà di assimilazione dei differenti linguaggi tra americani e schiavi africani è resa fin troppo realisticamente di contro dall'altra ne ostacola la comprensione. Ma è anche vero che per confezionare un film basato sul dialogo come questo non si poteva proprio passare per altre strade, a costo di rischiare di essere prolissi e un pò troppo moraleggianti.
Eccomi a commentar altro film odierno, questa volta visto grazie alla tv.. trama davvero top meritevole! uno dei bei film sulla tratta degli schiavi e la loro libertà. ricorda Lincoln moderno.. meritevole nella sua pesantezza!
Anthony Hopkins e Morgan Freeman, giovani vecchi gia top attori, interpretazioni degne da oscar.. meritevole tanto il loro modo di far cinema!
Spielberg, ha iniziato così o poco lontano a far film davvero top, un film che rimane nella storia del genere e dei fatti narrati... superlativo!!
Buon film.. attori da paura argomento interessante ,dialoghi sensati e sinceri anche se spesso scivolano nella retorica e in un banalismo patriottico tipicamente americano e "Spilbergsiano"!!
Che dire il film è un piccolo kolossal in tutti i sensi: scene estremamente forti, riprese plastiche e suggestive, non si risparmia nulla alla vista, le scene di violenza sono dettagliate e ricche di particolari, anche insoliti (come la distribuzione del cibo agli schiavi durante la traversata in cui quelli che non ricevono il cibo leccano i residui sul viso dei compagni), molte ambientazioni, parti commoventi, il tutto accompagnato da una storia quasi epica, la scintilla che ha innescato la guerra di secessione. Probabilmente la ricchezza dei dettagli e la storia in sè che è abbastanza complessa hanno portato a una lunga durata del film che però non pesa a mio parere. L'arringa finale di Hopkins è fenomenale.
L'apparente serietà dell'impeccabile prologo, probabilmente il miglior elemento del film, introduce AMISTAD in un contesto storico-sociale serio, tuttavia preso da Spielberg in modo disimpegnato e approssimativo, approfittando di un'inopportuna e frivola tonalità per covare tempi e stratagemmi di carattere buonista e patriottico. L'anonimo scorrimento del film, appena coadiuvato da un cast dall'inutile spessore e da un lato tecnico poco particolarizzato, esalta i suoi aspetti negativi, dallo sconclusionato mal trattamento tematico fino all'esibizionismo adoperato da Steven Spielberg per la sua scarna narrazione, lasciando allo spettatore poco più di un film a tema, dai grandi nomi ma dalla spicciola personalità.
Il tema adoperato nel 1998 da parte del cineasta Steven Spielberg fa riferimento alla tratta degli schiavi neri, siamo nel pieno della storia moderna. "Amistad" è un titolo che richiama la nave spagnola che in quell'epoca dirigeva le tratte; da questa struttura partì una violenta rivolta degli schiavi che portò, poi, a nuove dinamiche, nelle aule della legge. E' arricchito da un cast pesante, Morgan Freeman e Anthony Hopkins sono il primo biglietto da visita; poi anche attori come Matthew McConaughey, nei panni dell'avvocato, firmano grandi prestazioni andando a cadere a pennello nei panni dei propri personaggi. Anche la fotografia è di grandissimo livello; le inquadrature e qualsiasi gioco circa la camera sono portate a termine da un regista che sa il fatto suo, maestro nel suo mestiere di inquadrare e trasmettere.
A questo punto "Amistad" dovrebbe essere elogiato, e a livello di complimenti, sigillato in una grande roccaforte. Ma forse manca qualcosa, a nostro avviso. Manca quella vena di originalità che per un regista come Spielberg non dovrebbe mai latitare. Seppure la storia è importante e drammatica bisognerebbe trovare quel qualcosa che scavalchi le linee e gli schemi e che arrivi a portare quel genio fatale e sublime. Oltre alla ripetitività di alcune parti di "Amistad" non si concretizza purtroppo il disegno in modo totale. Il film è troppo seduto e troppo parlato, manca quella tensione e quella adrenalina che contraddistingue il capolavoro. Il discorso forse è diventato relativo ma la sostanza non cambia. "Amistad" è un film politico e storico, quindi già per questo notevole ma per penetrare i cuori serve altro, fantasia e maggiore voglia di raccontare. Voglia che viene un po' meno con Spielberg questa volta.
Profondo, intenso e sensibile. Nella prima fase stenta a decollare, ma si riprende praticamente subito. Il film è molto incentrato sui dialoghi e per chi ne è amante, la pazienza premierà. Non credo si possa recriminare qualcosa su regia, fotografia, attori, colonna sonora. Retorico sì, è vero, ma sicuramente anche educativo. Djimon Hounsou spettacolare, Anthony Hopkins in formissima come sempre.
Buon film d'autore anche se scivola nel patriottismo e nel patetico diverse volte. La seconda parte è nettamente inferiore alla prima. Buona prova di tutti gli attori da Hopkins a Milian.
A mio avviso questo Amistad è uno dei migliori film di Spielberg indubbiamente molto meglio di quella robaccia commerciale tipo Jurassic Park o altre stupidaggini tipo E.T o ancora la guerra dei mondi piuttosto che l'ultima baracconata di Jndiana Jones.
Anche se la patologica retorica cronica di cui è affetto Spilberg prima o poi durante la visione spunta sempre , qui abbiamo un' ottima storia condita anche con immagini cruente girate in maniera eccellente e di forte impatto visivo , (vedasi le sequenze di ricostruzione delle vicende vissute dalle schiavi) e un cast di ottimo livello.
Scendendo nei particolari Morgan Freeman è un pò sprecato , Anthony Hopkins molto bravo specie nell' arringa finale , Mcconaughey senza infamia e senza lode , in definitiva il film non annoia ( come si può pensare a prima vista ) e vale sicuramente la visione , soprattutto a titolo storico.
Dopo i successi dei primi anni 90 Spielberg si prese una pausa e tornò sulla scena nel 1997 con questo "Amistad". Nella filmografia del regista questo è uno dei film meno noti e in tono minore rispetto agli altri soprattutto a causa degli incassi non eccezionali. Uno dei motivi per cui il film non ha avuto molto successo è che questo non è un film spettacolare e a parte un paio di scene, niente stupisce e rimane impresso nella mente, nonostante questo non è un'operazione poco curata o superficiale, tutt'altro, la ricostruzione storica è ottima e niente è lasciato al caso, il cast è funzionale a parte Djimon Hounsou che regala una grande interpretazione e Hopkins credibilissimo nella parte di John Q. Adams. I difetti principali risiedono nella lunghezza del film, un neo aggravato dalla lentezza e dalla struttura stessa della pellicola basata molto sui dialoghi che la rende molto, troppo "verbosa" con una certa retorica di sottofondo, almeno una mezz'oretta in meno sarebbe stata gioviale. In conclusione non è un film per tutti, l'azione è quasi assente, i ritmi sono lenti, i dialoghi sono tanti e lunghi perciò chi ha pazienza, chi non ha paura di annoiarsi e puo' sopportare una certa pesantezza che compare verso il 110mo minuto e chi vuole vedere un accurato film storico non rimarrà deluso, tutti gli altri credo di si. Io faccio parte della prima categoria...
Film sostanzialmente ben fatto. la ricostruzione storica è ottima grazie ad un lavoro pregevole fatto su scenografie e costumi. La regia di Spielberg è sempre solida, valida sia per le scene d'azione sia per quelle statiche ambientate nei tribunali. La prova degli attori è buona se si vuol dare una valutazione di insieme, dal momento che singolarmente ciascuno di loro, compresi i navigati Hopkins e Freeman, copre un ruolo abbastanza canonico e povero di spessore. Probabilmente il migliore alla fine è proprio Djimon Hounsou che, oltre alla enorme prestanza fisica, sa offrire anche una buona prova di emotività, mostrando il dolore e la sofferenza della schiavitù. Amistad è così un inno alla libertà, e indubbiamente per questo motivo spinge alla riflessione e alla compartecipazione. Tuttavia soffre della ridondante retorica, di una mancata caratterizzazione dei personaggi, del barocchismo fastidioso delle immagini, dell'eccessiva lunghezza, difetti che tendono a ripetersi nella cinematografia di questo autore che troppe volte è rimasto soverchiato dal peso di dover per forza accontentare i piaceri del grande pubblico
Film formalmente ben fatto, ottime scenografie, bella fotografia, bei costumi e regia capace. La trama è solida e la storia è facile da seguire ma la durata del film e il ritmo piuttosto lento appesantiscono un po' la visione. Gli spunti di riflessione non mancano dal messaggio che la giustizia debba essere divisa dalla politica alla questione razziale; nonostante l'interesse il film è zeppo di retorica.
Di solito i film di Spielberg mi piacciono molto, ma questo proprio non mi ha convinto. Per quanto molti contenuti siano di sicuro effetto, il film manca completamente di mordente. Non si riesce neanche ad immedesimarsi in una delle due parti, l'una che si chiede giustamente "ma di cosa stanno a discutere questi? Chi gli ha chiesto di venire in Africa a prenderci?", l'altra "bisogna decidere se questi neri siano meno merce, così decidiamo se liberarli o no"... Yhawn, interessante...
Dopo "Il colore viola" Spielberg ritorna ad affrontare il tema del razzismo all'epoca della schiavitù. Lo fa con grande stile come al solito, peccato solo che le scene del processo sono molto meno interessanti rispetto a quelle della vita "fuori", quindi l'ho trovato non del tutto coinvolgente. Avrei preferito che il regista si concentrasse di più sulle prime vicende, piuttosto che sul processo, anche se il suo intento era quello di far vedere quanto questi schiavi fossero visti non come esseri umani, ma soltanto come degli oggetti da schiavizzare. E sicuramente c'è riuscito: certe sequenze sono veramente tanto crudeli.
un bel film che racconta la compra vendita di schiavi, la sofferenza e la lotta di classe...ben fatto, con un Freeman sempre adatto alla parte...buon film.
Spielberg, oltre ad essere un grande regista, è anche un abile mestierante. Visto che Schindler's List aveva avuto grande successo, pensò bene di sfruttarne l'idea di fondo per un altro film. Nacque così Amistad. Le somiglianze strutturali con SL sono molte. In entrambi i casi i casi il tema è incentrato su alcune delle pagine più nere della storia dell'umanità: in SL la shoah, in A la tratta dei neri d'Africa. Entrambi riguardano la privazione completa della libertà e della dignità per degli esseri umani. Sono pagine veramente vergognose della storia dell'umanità, eppure Spielberg ci ricava materiale per evidenziare l'effettiva esistenza del bene con tanto di risultati concreti positivi. Se c'è forzatura sta soprattutto nel fatto che in tutti i due film ci si concentra esclusivamente su pochi personaggi-modello, su una singola storia, lasciando il contesto generale molto sullo sfondo, appenna accennato ed evocato solo tramite quel po' che è di dominio comune. Così lo spettatore è portato ad identificarsi completamente con i protagonisti; vive, sente, palpita con loro, ha la loro stessa rabbia, delusione e gioia per la rivincita. Tramite l'identificazione sentimentale diventa tutto più facile e più semplice. Non occorre infatti spiegare e capire situazioni generali di natura economica o sociale; tutto si riduce alla commozione e alla gioia per l'esito positivo di una vicenda, dimenticando così il resto del mondo. In Schindler's List la storia era trattata in maniera molto umana e i personaggi agivano in modo spontaneo e sincero; in Amistad si nota invece un certo irrigidimento e una resa meno convincente e più schematica dei singoli caratteri. I protagonisti sono fin troppo positivi, fin troppo bravi. Si rivede un po' la retorica dei film americani anni '50, dove si poteva mostrare tutte le magagne e i panni sporchi della nazione, ma si doveva anche mostrare almeno un eroe positivo che sentiva e difendeva i valori portanti e alla fine li faceva trionfare. Tra l'altro Amistad sembra a volte ricalcare l'atmosfera di certi telefilm televisivi. Nonostante la struttura facile e schematica con cui si svolgono le vicende, bisogna riconoscere che i principi trattati sono molto nobili e importanti. Ad esempio c'è l'importantissima difesa dell'indipendenza del potere giudiziario da quello politico (è detto chiaro e tondo: in una nazione democratica e civile chi sta al governo non può interferire in nessun caso nei processi e nel loro svolgimento, capito Berlusconi?). C'è poi la difesa intransigente della libertà personale senza distinzioni di razza, ecc … Spesso però ci si lascia andare a lunghi discorsi, come l'arringa dell'ex presidente o a forzature oleografiche, come ad esempio la fascinazione per Gesù e la Bibbia da parte dei "pagani" neri. I principi sono importantissimi, ma la drammatizzazione emotiva, il didascalismo, la retorica li rendono a volte poco attraenti. Peccato. C'è però qualcosa che salva alla grande questo film: la tecnica di ripresa. I primi minuti sono puro e grande cinema. Un fortissimo pathos emotivo viene reso con primissimi piani, dettagli suggestivi, giochi di luci e lati di ripresa insoliti; qualcosa che lascia senza fiato per la perfezione artistica. Anche il resto del film si difende bene con scene molto curate ed esteticamente notevoli. Ma si sa, Spielberg il suo mestiere lo sa fare molto bene. Un cinema fatto così lo si guarda sempre volentieri, indipendentemente dalla "ruffianaggine" del contenuto.
Film molto drammatico, coinvolgente e umano davvero bellissimo, uno dei pochi film di Spielberg che ho apprezzato veramente. Cast perfetto soprattutto il protagonista che da l'avvio alla rivolta, davvero un grandissimo personaggio reso alla perfezione da un attore molto ispirato.
Premettendo che i film di spielberg non mi hanno mai entusiasmato troppo, posso dire con certezza che questo film mi ha emozionato molto ! Tema fodamentale quale quello della libertà è sviluppato anche se in modo un po' americano, molto bene. Se noi oggi siamo liberi, anche di dare dei giudizi sui film è grazie a gente che ha versato sangue per questo ideale. La storia " è la scienza dell'infelicità dell'Uomo ", ciò non possiamo negarlo di fronte alle ATROCITA' che l'Umanità ha visto. Dunque il tema è difficile, ma il film rende bene uno dei suoi capitoli, quello della Storia Americana. Tralasciate le sottiliezze cinematografiche, concentratevi sull'obiettivo del film.
ll mio voto va al film, alla prova dei protagonisti Dijmon Hounsou da brividi, la storia bellissima ecc ecc. Quello che mi ha lasciato un pò pensieroso alla fine del film è stato il messaggio. E' un film celebrativo della storia americana certo, della "libertà" dei cittadini, della corte suprema, al di sopra della quale non esiste il potere di nessuno, senza spoilerare tanto, ho pensato che il film volesse in un certo modo celebrare in modo eccessivo la costituzione e la storia degli stati uniti, ma 400 anni di schiavitù della maggior potenza del mondo non posso lasciarli per un istante , neanche davanti a un film così bello.
Film che nella sua prima parte mostra svariati punti molto affascinanti, nella seconda il tono cala e annoia moltissimo. Spielberg ci riprova. Dopo Schindler's List tira fuori dal cappello questo "Amistad" che è si un film processuale, accusatorio e con temi importanti, ma che mi sono anche stufato di vedere ormai, perchè sono presentati con la "visione" alla hollywoodiana maniera.
Un gran bel film che certamente piacerà a molti. Un altro ottimo lavoro di Steven Spielberg che, da cecchino del cinema, difficilmente sbaglia un colpo. Molto toccante, coinvolgente e riflessivo, racconta una storia di schiavitù, di morte, ma anche di amicizia e giustizia, che vi terrà incollati allo schermo. Grande prova di un sontuoso cast di primi attori che contribuiscono a rendere imperdibile questa pellicola.
Un buon film ma che non considero come manifesto sull'argomento "razzismo"...troppo processo e poca storia!Si arriva quasi con il sonno all'arringa finale di Hopkins! L'avventura del protagonista ci mostra delle scene davvero forti...peccato siano poche in un mare di burocrazia!
Bello, toccante, forte, emozionante.... L'ho visto ieri sera me lo ero persa grazie alle vostre recensioni l'ho scoperto. La storia di speranza, disperazione, amore per la giustizia, scellerato razzismo... ti fa capire quanto l'animo umano possa elevarsi nell'amore della giustizia e quanto possa inabissarsi nella grettezza delle sue paure. Do un 9 perchè ritengo che per vederlo, bisogna essere nella giusta disposizione d'animo, poichè almeno a me ha suscitato forti emozioni contrastanti.
Ecco lo Spielberg cattivo ! Si è già detto troppe volte che si tratta di un regista altalenante, uno che alterna periodi propizi a periodi sterili di idee, sforna capolavori ma produce anche tamarrate hollywoodiane. Stavolta si rifugia nel filmone storico pieno di costumi antichi e scenari ottocenteschi, impressionante e interessante per certi versi, ma fragile in quanto a contenuti, uno di quei film che ti fanno vedere alle scuole medie perchè insegnano la storia, hanno tanti bei valori, si battono per i diritti dell'uomo e cercano di commuovere in modo insistente e ruffiano. Ma tutti questi sono i requisiti delle fiction e lasciamoli alle fiction. La sufficienza è per il cast galattico (sprecato...) e perchè in fondo l'episodio dell'Amistad fu un'importante scintilla per la guerra di secessione, un episodio che era stato rimosso dalla storia e che Spielberg ha contribuito a far riemergere.
Un bellissimo film, la storia è commovente e raccontata benissimo. Ottimo Matthew McConaughey che si dimostra un bravissimo attore, Anthony al solito, un genio! Da vedere assolutamente
Una pietra miliare. Bellissime le scene in cui c'è incomprensione tra l'avvocato e gli schiavi, che per fortuna si risolvono nel graditissimo finale, in cui la giustizia trionfa su tutto. Djimon Housou è un attore stellare!
Solito problema di Spielberg: molto bravo nella tecnica, molto superficiale e retorico nella costruzione dei personaggi. E' nobile fare un film su quella tragedia immane della schiavitù, un pò meno è tirar fuori le solite lezioncine moraleggianti di cui si fa latore in questo film un certo Hopkins mentre Mcconaughey trova una volta tanto un ruolo serio (l'ho preferito in Frailty) in mezzo a una carriera sprecata tra ruoli romantici e scemotti. Si guarda con piacere (come tutti i film di Spielberg sia chiaro) ma rimane poco in testa a fine visione.
Molti anni prima della guerra di secessione, le vicende poco note della nave negriera Amistad che rischiarono di anticipare la frattura nord/sud americana. Spielberg ricostruisce una versione plausibile dei fatti dando ampio spazio all'iter processuale, dal tribunale del Connecticut fino alla corte suprema statunitense, rendendo omaggio al coraggio e all'abnegazione dei protagonisti di questo straordinario atto di emancipazione sociale. Pur troppo prolisso nel dibattimento ed eccessivamente "americano" nel reinterpretare i pensieri dei 50 schiavi africani, Amistad regala passaggi di grande cinema e autentica commozione. Indimenticabile la lunga sequenza iniziale dell'ammutinamento e il monologo finale del ex presidente John Quincy Adams, interpretato dal grande Anthony Hopkins. Sopra le righe ma vibrante e appassionata la prova di Dijmon Hounsou, mentre McConaughey per una volta si destreggia con abilità. Non il miglior Spielberg, ma un film che merita una riflessiva visione.
Un film di impegno civile con luci ed ombre. La storia risulta molto americana (anche se portatrice di un messaggio universale) in quanto rappresenta un momento importante di svolta (o cmq una rilevante tappa) per quella che fu la sanguinosa “guerra di secessione” ..in questo prodotto, di encomiabile impegno civile, si alternano drammi, vicende storiche più o meno romanzate, ma soprattutto importanti spunti di riflessione che malgrado i secoli risultano sempre molto attuali (se pur in forme diverse). Il racconto risulta caratterizzato da un ritmo poco incalzante, in cui, tra ricostruzioni delle vicende e calvario giudiziario, si lascia poco tempo ad una vera riflessione sul senso profondo di quel particolare periodo storico, anche se la mano sapiente del regista incasella sequenza davvero molto toccanti e forti sul puro piano visivo (tra tutte la battaglia sulla nave) ..i discorsi sul senso di libertà, prerogativa di ogni essere vivente, pronunciati soprattutto in ultima battuta dall’ex presidente (ed avvocato difensore dinnanzi alla Suprema Corte) eleva in alcuni punti un racconto certamente monocorde e a volte facilmente retorico. Sottotono il cast, dal protagonista Djimon Hounsou al giovane Matthew McConaughey, invece relegati a mere comparse Morgan Freeman e Anthony Hopkins, cmq anche loro lontani dalle migliori performance recitative ..vera garanzia la bravura registica dell’esperto Steven Spielberg, capace di cogliere sempre nel segno. Pellicola che condanna il valore storico della schiavitù ..se pur in molti punti imperfetta, merita di essere vista.
Uno di quei film che,una volta finiti di vedere,non lasciano nulla allo spettatore,nonostante tratta di temi importanti.Probabilmente questo anche a causa della scelta di Matthew McConaughey come protagonista,che come sembra si rivela essere un irrecuperabile CANE.
Ottimo film, peccato che sia un pò lento perchè avrei dato qualcosina in più se fosse stato più scorrevole, cmq rimane sempre un ottimo film che merita una visione!
Ecco un film che ho visto con grande libidine, nel senso che per quello che ne avevo letto era cresciuta in me una grande brama di gustarne la visione fotogramma per fotogramma. Un film che purtroppo trova spunto da una storia che se non fosse che è accaduta realmente, sarebbe composta da una serie di paradossi da quello giuridico a quello umano. Nel contempo è anche il dramma dello schiavismo visto dalla parte delle schiavo. Su una nave che importava schiavi dall'Africa (circa 2 secoli fa) vi è una rivolta da parte dei Neri. Questa nave con i rivoltosi approda negli Usa. E qui succede il fattaccio. Gli schiavi vengono considerati cose che sono reclamate in giudizio dall'ex proprietario, da le Di Spagna e dall'ufficiale che ha recuperato la nave, non escludendo poi la volontà degli schiavi. Inizia un processo ove i neri non sono considerati anche perchè parlano una lingua sconosciuta. Verranno protetti allora da un ex schiavo divenuto libero e facoltoso, Un grande Morgan Freman (Freman uomo libero), ed attraverso una difesa puntigliosa che mosytrerà tutte le nefandezze dello schiavismo e che dovrà scontrarsi anche con i pregiudizi dei neri stessi, si riuscirà a dare la libertà a queste persone ed a debellare uno dei reati più schifosi dell'umanità, la riduzione in schiavitù. La cosa triste è che oggi nel 2006 anche se con modalità differenti lo schiavismo esiste ancora.
Buon Fim,basato su una storia vera. Spielberg però non ha raccontato tutta la verità. Colui che lotta per la libertà diventerà poi anche lui mercenario di schiavi.
Splendida, crudele e scomoda ricostruzione di un evento assai mano estemporaneo di quanto si possa pensare. Spielberg fa luce là dove non batte il sole e dove mette le mani si vede
Alcune scene sono veramente toccanti. La scena iniziale, dello schiavo che cerca di togliere il chiodo, poi... A mio parere i registi che possono girare una scena in quella maniera si contano sulla punta delle dita...
film bellissimo, meglio di schindler list, ma non così pompato solo perchè parla di neri invece che di ebrei,
alcune immagini degli orrori commessi sulle navi sono devastanti....e danno anche un po' "fastidio" perchè ci si sente chiamati in causa, l'abilità del regista è riesce quasi a farti sentire in colpa per cose che hanno fatto i nostri antenati...soprattuto per chi, come me, lo ha guardato con di fianco una ragazza africana.... forse l'unico film dove Spielberg ha fatto veramente quello che voleva senza pensare a dover venderlo....