station eleven (2021)

Personalmente questa serie mi ha spiazzato parecchio perchè leggendo la trama mi ero fatto un'idea più di "genere", mentre nei fatti è tutto tranne che un prodotto di genere. Lo scenario è post pandemico in cui un'influenza ha sterminato quasi tutta la razza umana. Nulla originale di questi tempi, tranne per il fatto che il romanzo da cui è tratta è del 2014, mentre pare che la lavorazione sia iniziata prima della pandemia di Covid. Alla resa dei conti è irrilevante perchè se vi aspettate un prodotto alla Walkin Dead o similari potete rispermirvi la fatica di guardarla. Non offre azione o situazioni altamente conflittuali. In fondo non ci sono dei veri villain nel racconto ed è molto dialogata. Non si parla di lotta per la sopravvivenza, di ricostruire una civiltà ormai ridotta a simulacro di se stessa o di ripristinare un sistema economico e sociale. Muovendosi fra due filoni temporali principali, l'immediatezza della pandemia e dopo 20 anni dalla stessa, in un mondo ormai devastato se di lotta vogliamo parlare è quella della conservazione di ciò che ha di meglio da offrire, cioè l'arte che riusciamo ad esprimere e comunicare scxegliendo di seguire un itinerante compagnia teatrale che mette in scena opere di Shakespeare ed in particolare l'Amleto, opera adatta per descrivere il senso di incertezza, dei dubbi su dove l'umanità sta andando e su ciò che ha ancora da offrire. A suo modo una serie affascinante perchè ci si aspetta determinati clichè invece riesce ad evitarli con una certa cura. Non per tutti ma può piacere.