visioneers (2008)

Il mondo di Visioneers ha una felicità indotta, cioè ti fanno credere di essere felice nel rassicurante quotidiano, ma ti impedisce di sognare, perchè sognando l'individuo desidera inconsciamente qualcosa di diverso che il quotidiano non può offrirgli. Di conseguenza l'individuo entra in un cortocircuito ed esplode, letteralmente. Non è rabbia ma un accumulo di frustrazioni varie: dal lavoro che non capisci a cosa serva, ad un matrimonio in cui i coniugi non parlano fra di loro, ma sono inebetiti davanti ad un televisore a pendere dalle labbra dell'achorman o anchorwoman di turno. Non è un contesto distopico fantascientifico, quanto un mondo schifosamente normale, non tanto lontano da quello attuale, ma abbastanza simile ad un post-Brazil senza la visionarietà di Gilliam. Ingranaggi di un sistema che non vogliono essere più tali, individui che vogliono tornare ad esprimere se stessi. Un buon film, poco noto e con un Zach Galifianakis misuratissimo. Una pentola pressione pronta ad esplodere.