free fire (2017)

Pulp anni '70 che si svolge tutto all'interno di un magazzino . situazioni adrenaliche e continui cambi di fronte , ma nonostante la cura dei dettagli,costumi ,musiche e dialoghi grotteschi e sarcastici dopo un pò la situazione si fa stagnante e scappa qualche occhiata storta . Bene fra tutti la Larson e Copley.

Preferisco il Ben Weathley più "autoriale" e per pochi, amo quello più oscuro, cervellotico e disagiato capace di perle come "Kill list" e "A field in England"; con "Free Fire" il regista inglese sembra voler dimostrare ancora una volta di più la sua indiscussa bravura dietro la mdp, finendo con il realizzare una pellicola tecnicamente inattaccabile e molto curata nei dettagli, ma alla lunga anche barbosa nella sua ostinata reiterazione.
Tutto si svolge all'interno di un fatiscente capannone industriale, due gang si fronteggiano finendo col litigare per futili motivi. Fischieranno proiettili e parole taglienti inserite in dialoghi vivaci e ricchi di ironia, mentre una sorta d'originale realismo permea il girato, con i vari personaggi che da figurini imbellettati si trasformano sempre di più in luridi derelitti dalle condizioni fisiche precarie: costretti a strisciare insanguinati, feriti ed impolverati, ma decisi a salvare la pellaccia.
Non ci sono pistoleri infallibili, ma criminali senza particolari doti supereroistiche che si battono per (quasi) tutta la durata della pellicola denotando una mira non proprio da cecchini. Le caratterizzazioni dei personaggi sono appena accennate, non vi è spazio per alcuna presentazione ed infatti gli stessi non "bucano" lo schermo. Una menzione però la merita Sharlto Copley, mentre il resto del cast pur facendo il suo non lascia tracce particolarmente significative.
Finale prevedibile e colpo di scena a metà film gestito maluccio sono occasioni sprecate malamente. Per la simpatica varietà dialettica ne consiglio la visione in lingua originale.

Lo scenario di una fabbrica abbandonata, una trattativa per l'acquisto di armi che degenera e si trasforma in una sparatoria senza fine. Puro e semplice, questo è il soggetto di Free fire. Ma non siamo dalle parti di sparatorie coreografate e vorticose. Lo stillicidio delle ferite provocate costringe i personaggi a muoversi quasi sempre in orizzontale, a gattoni. I colpi a segno sono nella proporzione di 1 su 10. Se proprio si vuole parlare di coreografia, si può definirla brutta e sporca. Di cattivo e nero c'è lo humor di Wheatley, con battute pungenti e brillanti e interpreti come Copley un gradino sopra gli altri. di fronte all0immobilismo forzato dei personaggi, è la regia e il montaggio che danno al film un ritmo frenetico. Non mancano anche momenti stranianti: ascoltare la musica di John Denver in un contesto simile è come vedere i Black Sabbath suonare a San Pietro.

Dopo vari gioiellini, soprattutto "Kill List" a mio parere, Ben Wheatley confeziona un esercizio di stile godibile ed esagerato, anche se talvolta ripetitivo. Praticamente una sparatoria di un'ora, con prologo di mezz'ora, in cui i diversi personaggi si scontrano tra di loro con pallottole e non solo. Non manca l'ironia, che però mi aspettavo di più in larga misura. Cast pregevole (c'è anche il sosia di Seth Rogen).

Qualcuno deve avere davvero detto a Wheatley di fare un film che sembri un po' normale echeccristo. Alla fine ci riesce e ne fa qualcosa di godibile (grazie Sharlto♡) piazzandoci pure un paio dei suoi momentini topici, ma non è il Wheatley che piace a quelli a cui piace Wheatley perché è Wheatley. Ce semo capiti.