libere, disobbedienti, innamorate (2016)

Uno spaccato di vita di tre donne arabo-israeliane a Tel Aviv. La loro di emanciparsi da una cultura dominata da un patriarcato molto tradizionale e per nulla aperto. Il tono è inizialmente leggero ma affonda nel dramma gradualmente, evidenziando che la voglia di emanciparsi ha un prezzo molto alto da pagare. Laila è la più spregiadicata delle tre, molto occidentalizzata nel modo di porsi, molto disinibito, persino nei propri difetti. Salma è una dj e lesbica ed essere omosessuale non proprio rose e fiori in certi paesi. Lo è nelle nazioni più moderne, figuramoci in quelle meno moderne. Nur sta con un giovane che deve sposare ed è apparentemente più in linea con la tradizione se non fosse che il promesso sposo la stupra. Volontà di essere indipendenti ed emancipate, ma condannate, per ora, all'isolamento sociale, come ben rappresentato nell'immagine finale che regala un finale sospeso e non certo liberatorio e catartico.

Simpatico film indipendente che ben rappresenta la condizione femminile in Israele, senza cadere in facili buonismi.

La libertà, la disobbedienza e l'amore hanno il loro prezzo da pagare e nel mondo arabo è ancora troppo alto per essere alla portata di tutti, specialmente delle donne.
Una commedia drammatica diretta abbastanza bene, interpretata da un cast volenteroso e credibile, dotata di un ritmo sufficientemente fluido e pregna di argomenti e sentimenti vari e importanti.
Forse alcune cose risultano poco approfondite ma nel complesso il film di Hamoud riesce a coinvolgere e far riflettere su quelli che ormai sono nodi stretti, radicati e ancora duri da sciogliere.
Non male, merita un'occhiata.

Il tema trattato non basta a dare carattere al film che risulta noioso e poco incisivo.

Il frettoloso (furbo?) titolo italiano coglie l'aspetto più superficiale del film: ragazze palestinesi a tel aviv, libere e determinate, che fumano sc***** ecc.., innamorate e - in definitiva - come tutte le altre del pianeta.
In realtà, "in between" coglie un aspetto più profondo: è quella via di mezzo, quello stato incerto in cui si deve (e non sempre ci si riesce) passare da una condizione all'altra, accettare le sfide della vita e varcare la soglia: sia a livello personale, con le difficili scelte delle protagoniste; ma è una parte della società intera palestinese che vive questo passaggio: vivere in uno stato "laico" espone a situazioni di affermazione e "progresso" che non sempre sono accettate, persino dove ci si aspetterebbe il contrario.
Il film è magnifico, con una sceneggiatura originale e una prova attoriale perfetta, e personaggi che restano impressi. Non perdetelo.