horla - diario segreto di un pazzo (1963)

Da un soggetto affascinante ne esce fuori un buon horror con Price mattatore.

In un certo senso "Horla - Diario segreto di un pazzo" gioca d'anticipo riguardo la possessione, con l'entità maligna in grado di trasmigrare da un corpo umano ad un altro costringendo a qualsiasi bassezza -omicidio compreso- la vittima designata. Che poi il merito va ascritto a Guy De Maupassant, autore della novella da cui è tratto il film e basata su un tema che tornerà spesso nella cinematografia.
Vincent Price è un integerrimo giudice, dopo aver ucciso accidentalmente un condannato a morte si trova in balia di questa forza oscura alimentata dai ricordi di un passato tormentato. Il film diretto da Reginald Le Borg è ambientato in una Parigi ben poco lumière, più affine a certe atmosfere lugubri tipiche del cinema gotico.
L'orrore è combinato con una storia d'amore, vero punto di rottura per il protagonista invaghitosi della bella Nancy Kovack e determinato a sedurla, non sa che ciò condurrà alla rovina il mondo in cui si è rinchiuso dopo la morte del figlio e della moglie.
Molto interessante l'idea di delineare personaggi solo in apparenza innocenti in realtà non poi così virtuosi, accomunati da un passato oscuro o da obiettivi deplorevoli. Da non sottovalutare il modo in cui viene trattato il potere, quello che pur guadagnato sul campo viene poi sfruttato per ottenere lo status di intoccabile.
Sicuramente la pellicola ha risentito del passare del tempo soprattutto per via di effetti speciali poco entusiasmanti, però chi ama queste storie del mistero avrà di che compiacersi, soprattutto durante la notevole scena del busto scolpito.

Molto triste e malinconico, dotato di regia controllata ed invisibile, il film prende, cattura, inquieta.

Price come al solito è magistrale e brava e bellissima è pure l'attrice femminile, quella che si presta a fare da modella per le sculture.

La storia del demone che va dentro la gente e spinge questa ad amamzzare verrà ripresa pure in L'esorcista 3.

Lento, misurato, orizzontale e lineare, è comunque uno di quegli horror interessanti visto che, per forza di cose, ora non sarebbero più realizzabili, visto tipo di ritmo, tipo di attori, ecc.

Edificante il finale.

Trovando ispirazione dalla novella di Guy de Maupassant, il buon Reginald Le Borg, affida all'inossidabile Vincent Price il compito di introdurre sullo schermo il concetto dell'Horla. E ciò è solo il pretesto per poter poi arrivare a discutere sul "male" che alberga all'interno delle persone, pronto a farsi vivo nei momenti di maggiore debolezza.
Una storia lineare, senza colpi di scena o situazioni particolarmente intriganti, ma piuttosto godibile ed apprezzabile.