Baaria è il nome fenicio di Bagheria: attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia il film racconterà un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e l'avvicendarsi, sulla scena politica, di Fascismo, Comunismo, Democrazia Cristiana e Socialisti.
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Un Amarcord in salsa sicula senz'anima e fin troppo costruito. Uno spreco di soldi in scenografie e cast, girato male e senza stile, frenetico a dismisura con inquadrature veloci e stacchi repentini, la sceneggiatura invece è un concentrato di banalità e stereotipi. Non dico che sia tutto da buttare nei 160 minuti di durata, ma si salva veramente poco. Giustamente flop al botteghino (voleva fare il botto anche all'estero).
Penso che i commenti precedenti riassumano perfettamente pregi e difetti di Baaria. Ottima fotografia, ambientazioni, colonna sonora. Un affascinante ritratto della Sicilia rurale, ma narrato in modo scialbo, noioso, a tratti confusionario. Tornatore ci propone un minestrone di politica, amore, storia d'Italia...e come si sa, il minestrone non piace a tutti, molto meglio le ricette più semplici! Peccato!
Positivo il giudizio su scenografia, fotografia e regia; negativo invece quello su sceneggiatura (scialba) e caratterizzazione dei personaggi (ad alcuni manca il giusto spessore). Il finale con Monica Bellucci è un insensato scempio usato solo per richiamare qualche allupato al cinema. Voto molto più vicino al quattro e mezzo che al cinque.
Film che ho sempre voluto vedere fin dalla sua uscita nelle sale ma che, per impegni e dimenticanze varie, ho guardato solo ieri. E potevo benissimo continuare a vivere senza guardalo. La pellicola infatti è abbastanza deludente. Prolisso e autoreferenziale. Personaggi abbastanza piatti e siciliani a volte troppo stereotipati. Un numero davvero elevato di camei di personaggi siculi e non; alcuni riusciti e divertenti come quello di Ficarra e Picone, altri inutili e messi lì solo per attirare il grande pubblico. Assolutamente imbarazzante quello della Bellucci in un'immancabile scena di sesso dove non si spreca nemmeno a parlare e si limita solo a mostrare mezza zinna. Si salvano le musiche e la regia ma il resto è davvero dimenticabile e pure in fretta. Aggiungo mezzo punto perchè in alcuni punti mi ha ricordato "nuovo cinema paradiso" , anche se il paragone fra i due film non esiste.
Qui viene segnato come drammatico , quando dovrebbe essere una pellicola socio-politica per i temi che tratta per 2/3 di film . Non mi è piaciuto quest' accozzaglia di ottimi attori del passato e del presente , con una buona presenza di artisti siculi , facilitati nella recitazione in dialetto si**** . La mancanza di una vera trama fa si che il tutto diventa un salto temporale da qui a li in pochi minuti , senza far capire il significato . Tra gli aspetti buoni la regia di Tornatore che non perdona , cosi come la splendida fotografia e l'attenzione al dettaglio più minimo . Sicuramente la parte migliore resta la colonna sonora che ancora oggi è tra quelle che vengono più ascoltate e tra quelle che lo spettatore riesce a immagazzinare per quanto sia di una vena poetica rara. Sicuramente il non esser finito agli oscar ha un suo perchè dovuto sostanzialmente alla noia e alla lunghezza estasiante .
Un film osceno, dominato da una smania da kolossal fuori controllo ed infarcito di una serie inaudita di patetici 'amarcord' che vorrebbero tanto replicare la magia di un capolavoro per caso come "Nuovo Cinema Paradiso". Tornatore non si arrende ai suoi evidenti limiti autoriali e ci infligge 2 ore e mezzo di esasperante saga famigliare, vuota e senza pathos, in cui agita uno stuolo di macchiette imbarazzanti sparate dall'arida fotografia in giallo ocra e frastornate dalle musiche di Morricone. Analoghe fiction tv sono più oneste di questo tedioso baraccone milionario. Penosa l'apparizione della Bellucci, impegnata in una scena copulatoria di 10 secondi, e inutili le presenze della gran parte di divi coinvolti per dei gratuiti cameo, solo Ficarra e Picone ci fanno una bella figura. Ambizioni infinite ma è arduo riuscire a prendere il film sul serio.
Non un gran film per quanto mi riguarda. L'ho trovato troppo difficile da seguire. La storia poteva essere trattata in maniera meno prolissa e pesante. La parlata dialettale dei personaggi non l'ho digerita. La storia d'amore mi sembra inutile e buttata lì. Evitabile.
Tornatore è un grande regista. Ma non è l'erede di Sergio Leone, anche se agli inizi con i primi due ottimi lavori poteva anche sembrare. La prova di Francesco Scianna è ok, ma la trama è troppo complessa e intricata, diventando così difficile da seguire. Se poi gli aggiungi che il lavoro è stato fatto da un Tornatore ormai sbiadito e che cerca di essere "epico" a tutti i costi, ma non ci riesce, bè, allora non è un bel lavoro quello che ti trovi davanti. Ciò che è sicuro è che ha avuto un grande coraggio a rappresentare la storia di 50 anni d'Italia in poco più di due ore e mezza, però quando un regista è di fronte a questi lavori, deve farsi aiutare nella sceneggiatura, magari da uno sceneggiatore che faccia questo lavoro di mestiere, perchè se no si rischia di diventare noiosi e ripetitivi, cosa che già in questo film avviene in alcune parti.
Nelle intenzioni, credo che Tornatore avesse in mente di dipingere 50 anni di Italia attraverso la metamorfosi sociale di un paesino, Baaria. Purtroppo tutto è rimasto ancorato alle intenzioni. Regìa piuttosto scarsa e sequenze poco amalgamate. Un regista strano, che alterna grandi cose a tonfi inaspettati.
Un disastro totale: film senza nè capo nè coda. Non decolla mai, la storia è sterile senza spunti di riflessione e senza alcun senso. ...e pure lungo ! Bocciato.
Molto deludente. Film che a tratti sembra volersi ispirare ad altre saghe familiari, per esempio di Scola o Sergio Leone, ma vedendo l'obiettivo da molto da lontano. La debole sceneggiatura, sorprendente regia (visto il regista) e scarsa recitazione lo trasformano in un informe polpettone, che strizza l'occhiolino a più di uno sponsor (se questo è il prezzo imposto per i costumi e le scenografie, meglio le pellicole a basso costo ma con realizzate con amggior ingegno, come... Nuovo Cinema Paradiso?); tra questi alcuni espongono spudoratamente il marchio, altri si limitano (si fa per dire) a farsi riconoscere da scenette caratteristiche (come quella della famiglia riunita a tavola, che non si inserisce snsatamente nel film ma dà una certa sensazione di "casa"...). Realmente si ha la sensazione di assistere ad uno lungo spot pubblicitario, tanto il film è privo di profondità. Peccato, la Sicilia meritava (ed offre) di meglio.
Scorre in una stabile mediocrità l'ultima fatica del Beppino nato alle porte del vento. Oltretutto infarcita da una fotografia satura di gialli e ori baluginanti, con l'aggiunta di un effetto post atomico, che fa tanto "40 gradi al sud". Il populismo padano di Bertolucci viene rimasticato dalla famelica Sicilia tornatoriana in modo nostalgico ma frastagliato ed edulcorato, come un romanzo popolare che evita le parentesi veramente drammatiche e le accorate impronte politiche o sociali.
Assalito dalla voglia di girare un commercial di 150 minuti, affrescato e poi subitamente cancellato, l'autore procede impegnato a tener vive le vicende con una strummula di stacchi seguiti da una serie di dissolvenze in nero. Tra eccedenze, comparsate famose (tra le quali risaltano le interpretazioni di un aspro Ficarra e di una toccante Lina Sastri), novelle abbozzate e slegate tra di loro (come la partecipazione fortuita della Bellucci nazionale: 20 secondi in scena e poi via, verso nuove avventure), le musiche di Morricone sembrano cori di sottofondo ai quali non è stato lasciato l'usuale respiro.
L'epicità viene avvertita solo grazie alla durata e al tempo che passa; così la storia d'amore tra Giuseppe e Mannina risulta un po' annacquata nonostante i forzati slanci romantici. A dispetto di un set gigantesco e di un investimento produttivo di almeno 25 milioni di euro, i risultati sono dissonanti: chi ha impegnato denaro credendo in quest'opera, si ritrova adesso a fare i conti con covi di serpenti neri, piuttosto che Leoni d'Oro, Globi, Oscar e compagnia cantante. Le uova nel paniere si sono rotte da se', in un percorso rutilante con troppe buche e scossoni perché potessero giungere integre a destinazione.
La pellicola più che altro colpisce quando parla di cinema e lo omaggia, quando fa librare in volo il candore e la fantasia dell'infanzia riecheggiando "Nuovo Cinema Paradiso", a tutt'oggi il lavoro di Tornatore più compiuto e sentito. Tutti sappiamo come il regista di Bagheria sia bravo con le scene di massa, con la direzione degli attori, con la pulizia e l'estetica dell'immagine che di solito producono emozioni positive. Stavolta sono l'indifferenza e il caldo tropicale dello scirocco a scardinare le porte del vento.
Lungo, lento, noioso: con questi 3 aggettivi si può riassumere questo film di Tornatore, che tocca il fondo. Tra l'altro l'ho pure trovato inespresso e mal realizzato, visto che risulta anche molto difficile da seguire in parecchi punti (ad esempio stacchi temporali mal eseguiti). Attori anonimi, anche le comparsate, che in altri film brillavano, in questo film non mi sono piaciuti. Già il film è orrendo, poi non finisce più...
Voleva essere un film corale? Baaria è il vero protagonista e la Storia...può darsi, ma se è così non riesce comunque a raggiungere il suo scopo. Forse era meglio non frammentare troppo la trama, alla fine non si capisce chi è uno e chi è l'altro, non si fa in tempo ad affezionarsi a nessuno. Qualche simpatica trovata e un buon ritmo per i primi 40 minuti, poi la noia. I soldi spesi si vedono, e il cast stellare è del tutto inutile. Sembra solo una sfilata, per dire: ah!, toh, c'è pure lui, c'è pure lei. Il cinema italiano, oggi: luoghi comuni sulla meridionalità, nostalgici e magari un po' volgari che non guasta, trentenni immaturi e viziati in crisi, e i soliti cinepanettoni. Punto.
E' stato un film irrobustito da una grossa sponsorizzazione e preparato quasi ad arte dalla regia di Tornatore per vincere premi e anche per laureare il regista summa attuale del Cinema italiano, ma in effetti non è cosi…
"Baaria – La porta del vento" inavvertitamente emerge come una pellicola presuntuosa in cerca di un clamore e di un apprezzamento scontato, già conquistato ma non è così…
Tornatore presenta un film che per svariati motivi non può essere stimato a dovere e soprattutto non può competere ad armi pari con altri prodotti della cinematografia, non quella italiana, bensì quella mondiale. "Baaria" si arresta ad un prezioso lavoraccio tecnico con una fotografia quasi abbagliante che propone un cronico "giallastro" che funge da monumentale rappresentazione della Sicilia zeppa di un sole asfissiante che inonda gli scenari; il lavoro musicale di Morricone è da lodare ma, sempre sul piano prettamente tecnico, il cast è fonte di dubbi e critiche, insomma fra gli attori non figura nessun nome imperioso, cioè cast troppo provinciale con attoruncoli da spot pubblicitari e persino mediaticamente oltrepassati. La nota dolente enorme è la sceneggiatura, il contenuto della pellicola, è impossibile far durare "Baaria" due ore e trenta minuti, i punti morti sono inevitabili e indigeribili. La trama ideata da Giuseppe Tornatore è anzitutto troppo comune, tecnicamente il film nasce e si sviluppa intorno a vicende sociali, politica morte, sviluppo e rinascita sociale italiana; vicende clamorosamente prevedibili e bizzarre da proporre ad un pubblico mondiale, praticamente queste tematiche entusiasmano pochissimo e fin troppo ricorrenti nel Cinema italiano attuale; da Tornatore doveva nascere a Parere Personale un film d'autore, ma "Baaria" è troppo palese, davvero poco originale. Il film appassiona e diverte solo in alcuni frangenti, poi l'idea di strutturarlo in una sorta di "amarcord" con sequenze quasi a versi poetici che si chiudono e si va a capo rigo e una scelta che porta una corpulenta "spezzettatura" narrativa che annoia e rende il film quasi un virtuale album fotografico bello visivamente ma molto prolisso e poco armonioso e fluido da seguire.
"Baaria" è dunque la storia soggettiva delle generazioni siciliane dal Fascismo al comunismo, dalla radio alla televisione, all'amore per la Cinematografia passando per i film di Fellini che influenzarono un popolo, un'epoca… "Baaria" è pomposo, megalomane e vive il suo momento migliore nel finale che sintetizza l'evoluzione e il cambiamento della Sicilia ma ciò non cancella le enormi pecche del lavoro di Tornatore tracotante e lontano da smodate acclamazioni.
tornatore mette troppa carne al fuoco, allungando troppo il film e lo rende confuso, ci mette troppa politica e finisce per annoiare, troppi personaggi e si finisce per dimenticare. ho trovato belle sopratutto le sequenze oniriche, peccato perchè se avesse giocato più su questo aspetto poteva uscire un capolavoro.
Tornatore cerca di raccontare la storia e la cultura della sua terra citando i vecchi maestri del passato.Lo fa attraverso uno stile troppo sovraccarico e artificioso.
Niente di ke più bello senza ombra di dubbio "nuovo cinema paradiso"..poi nn ho capito ke c'entra raul bova?? ma possibile che questo sta sempre in mezzo??
E' dire che la mancata candidatura agli oscar ha fatto clamore. "Come!" "Una pellicola di così alto livello non è stata apprezza all'estero!" "Non è possibile!"
Io, da siciliano, mi sono indignato nel veder riproposta questa sicilianità urlata, ignorante, macchiettistica!
Il film non mi ha appassionato per nulla. Molte volte ho perso il filo. In alcuni momenti ho provato sdegno.
In poche parole: non mi è piaciuto. Figuriamo se poteva interessare a livello internazionale.
Tornatore, capisco il suo importante precedente, ma questa è "na chiavica" come diceva qualcuno!
Film noioso, monotematico, che scimmiotta pellicole felliniane ma è capace solo di proporre un brutto e scontato quadro d'insieme. Esercizio masochistico del regista siciliano (non estraneo a simili compiacimenti), ritrae una Sicilia barbarica e urlante, primordiale e grottesca: cliché che ha stancato, caricato com'è di ipocrisia e ingiustizia storica. Questa mascherata retorica dell'antiretorica puzza ormai di stantio. Tornatore deludente, a mio avviso con questo film ha fatto moltissimi passi indietro.
Bella fotografia. Per il resto mi è sembrato di assistere all'ennesimo patinato spot della barilla. O ad una favoletta per bambini. Personaggi a una dimensione, senza spessore e senza storia. Un'occasione sprecata, la storia poteva essere affascinante, un'occasione per dare vita a personaggi veri e vivi, con i loro drammi e le loro contraddizioni. Senza tanti estestismi e più complessità. Niente, il solito mulino bianco...
Si è rivelato un'atrocissima delusione,soprattutto per me... Per me che ho pianto ogni volta che ho visto Nuovo Cinema Paradiso... Per me che ho assistito ad una conferenza di Tornatore... Ma su questo film...poco da dire... La storia di una generazione trattata in un modo superficiale... Gli eventi piu' importanti del secolo sembrano non scalfire Bagaria... Una famiglia e soprattutto un personaggio di cui è difficile vedere i tratti caratteristici... Sembra quasi la brutta copia di Nuovo Cinema Paradiso... Decisamente bocciato Tornatore... Almeno per me...
Consiglierei a Tornatore di ampliare un pò i suoi orizzonti: film direi quasi copia di nuovo cinema paradiso come atmosfera ed intenzione.......sempre gli stessi dialoghi.....stesse ambientazioni.........stessa "Sicilia Antica" con i suoi personaggi.....che va bene ricordarli una volta, ma non di sicuro come costante in un curriculum di un regista come si deve. Quasi sufficiente per simpatia in quanto Siciliana.
“Baaria” vorrebbe essere una specie di “Amarcord” purtroppo senza riuscirci. Tornatore infatti utilizza la stessa vena umoristica del film di Fellini, ne conserva pure la struttura narrativa e si serve degli stessi personaggi-macchiette. Il film ha dei grossi problemi: è un mattone disarmante, con protagonisti talmente vuoti che lo spettatore in due ore e mezza non ha avuto neanche il tempo di provare simpatia; e dei “fatti” presenti nel film (perché di trama non si può parlare) non gliene frega ‘na minchia a nessuno. Il finale è la fiera della comicità demenziale. Mi spiace per il bravo Tornatore, ma qui ha fatto un flop. Comunque la sua regia è pulitissima; grandissime riprese supportate con ottime scenografie e anche i costumi sono molto belli. E’grazie a questi motivi che non scendo sotto il 5,5.
L'ultima fatica di Tornatore, appena esclusa dalla corsa agli Oscar, è un kolossal che racconta una Sicilia attraverso diverse generazioni. E' un film molto autoreferenziale e decisamente troppo ambizioso. La regia non è così incisiva e la storia è piena di buchi e di inutili digressioni. Inoltre ci si trova di fronte ad uno spreco incredibile di bravi caratteristi. Ambientazione, scenografia e musiche sono inappuntabili. Per il resto è una confezione costosa con poco contenuto.
Film poco chiaro e poco scorrevole. Fotografia buona, ma in generale sembra una serie tv della rai con la partecipazione di monica bellucci mezza nuda. E' il film di Tornatore che mi piace meno, ovviamente se si considera la colonna sonora il voto è 10, dato che Morricone arrivato all'età di 82 anni riesce ancora ad essere il maestro indiscusso della musica da film. Film guardabile solo grazie all'esperienza e alla sensibilità del maestro Morricone...
Indecoroso affresco corale di una Sicilia mai raccontata in modo tanto macchiettistico e anacronistico. La fotografia e la regia sono talmente pompose, artificiose e finte che per lo spettatore è un impresa provare interesse verso le vicende dei protagonisti (quasi tutti attori da soap opera, da fiction televisiva e camei di attori di un certo peso forse coinvolti perchè convinti di prendere parte al film del secolo). Non stupisce nel clima di decadenza culturale che colpisce l'Italia, che il film abbia goduto di un'esposizione pubblicitaria senza precedenti per un'opera italiana. Persino il presidente del consiglio, nonchè produttore, (quindi certamente privo di qualsiasi secondo fine) si è esposto in prima persona nel decantarne le lodi. C'è da vergognarsi al solo pensiero che tanto orrore possa rappresentare l'Italia agli Oscar.
Sinceramente? Sarà anke un film storico di livello con un cast davvero ricco di attori importanti del cinema italiano ma non mi ha affatto preso. Molto lungo e lento.
Non basta quella che da più parti è stata definita una sincera passione del regista per il cinema, oltre che all’amore per la sua terra, a dare calore a un’operazione artificiosa e macchiettistica. Non c’è traccia di lirismo in una rappresentazione soffocata da scelte narrative superficiali e folcloristiche, e nemmeno l’ombra di vero pathos nei risvolti più drammatici, perché il tono è comunque perennemente quello della commedia che ammicca al grande pubblico, senza approfondire situazioni e caratteri. Non c’è realismo in questo prolisso susseguirsi di scenette stereotipate, in quei mafiosi usciti dalle inoffensive parodie del Bagaglino, in quella finta dimensione della miseria che ha più il sapore della cartolina patinata piuttosto che quello della polvere e del sudore. Se poi vuole essere una fiaba, è una favola che non incanta, più vicina a un campionario retorico di luoghi comuni che al sogno meraviglioso di un bambino. L’unica cosa che si fa ricordare è il viso di pietra della Sastri.
L'intreccio si presenta articolato tramite due espedienti narrativi. L'uno decisamente abusato al cinema come in letteratura, ovvero quello di raccontare una storia impossibile di cui però resta al protagonista una testimonianza concreta; l'altro più originale ma francamente poco interessante, la corsa come metafora del tempo che passa e torna indietro. Appare chiaro come l'intenzione sia quella di produrre un colossal alla "C'era una volta in America", con tanto di accurata presentazione del contesto storico-politico, due-tre personaggi principali da riprendere nelle fasi clou della loro vita, un universo corale atto ad animare il suddesto contesto al fine di renderlo attraente e vagamente nostalgico. Appetibile, insomma, a quanta più gente possibile. Se "Nuovo Cinema Paradiso" si presentava come un elegiaco omaggio al cinema e a tutto ciò che universalmente rappresenta, "Baaria" ne eredita le intenzioni, o per meglio dire 'le pretese', dimenticandosi del resto. Pura forma senza contenuto, significante senza alcun significato. Tornatore perde di vista il modo stesso di fare cinema, preoccupandosi più del trucco dei protagonisti (tutti belli, puliti e che ovviamente si vogliono un gran bbene) che delle loro anime. 2 ore e mezza di pretese autoriali, strizzatine d'occhio a nuovo cinema paradiso, siparietti comici presi da zelig, paronamiche-che-nostalgia!, addii-niente-sarà-più-come-prima e via cazzeggiando. RIP
Non mi sembra il top di Tornatore. Seppure il film non annoia, mi è sembrato confuso inmolti punti e troppo lento in altri. A tratti sembra un brutto remake dei nuovo cinema parasido. Alcune scene non hanno molto senso nel contesto della narrazione e appaiono piazzate lì solo per la passerelle dei tanti attori. Inutile il cameo di Monica Bellucci, inutile il personaggio di Luigi Lo Cascio, così come la ripetizione del personaggio di Lina Sastri. Mezzo voto in meno per il finale disastroso.
Troppe aspettative (persino candidato all'oscar) e troppa pubblicità su questo film mediocre.Lo ritengo mediocre per via di una trama frammentaria,senza coesione,che si perde man mano che va avanti il film;è una successione di comparsate d'autore (tra tutti Michele Placido,Monica Bellucci,Aldo Baglio (?),Ficarra e Picone (???) ),delle solite inquadrature sfarzose,della solita ambientazione sicula degli anni 50-60,di scene già viste nei film passati
Ebbene si, è ridondante. E’ enfatico, retorico, eccessivo. Ha voluto dire troppo ed è riuscito a non dire nulla. E’ una lunga serie di luoghi comuni e cliché scontatissimi, il tutto a metà strada tra la pubblicità del Mulino Bianco e quella della Barilla. Un minestrone di personaggi tale che non te ne resta uno impresso nella memoria, se non per i tratti negativi. Come la comparsata ignobile della Bellucci. O quel personaggio indegno del suo interprete (Lo Cascio) che ha ripetuto una variante del personaggio che faceva in un altro film infelicissimo (gli amici del bar Margherita) Qualcuno dovrà pur dirglelo che quel personaggio con quella risatina isterica sempre sulle labbra ispira solo fastidio. Un professionista dovrebbe capire quando quello che fa non è credibile. La colonna sonora è semplicemente insopportabile, non c’è un minuto, dico uno, del film che non sia accompagnato da questa musica enfaticissima che, mescolata con le urla continue degli interpreti (mai una battuta detta normalmente, urlano sempre tutti), ottiene il risultato di rendere il tutto assolutamente insopportabile. Un film terribile, inguardabile. Il peggio dell’Italietta concentrato tutto in questa pellicola. Una melassa indegna. Mi dispiace molto parlare così male di un film che è costato la bellezza di 45 milioni di euro, ma non posso evitarlo. Un film da dimenticare al più presto.
Questo è a mio parere un film del ***** che si regge su stereotipi marciscenti e si avvale di un populismo ipocrita e quantomai irritante. Tipico esempio di come i milioni della produzione e l'arroganza di un mediocre artigiano possono gonfiare uno squallido sceneggiato televisivo in un presunto colossal d'autore.
Regia 5: A che serve in questi anni di stagnante carenza di ispirazione riproporre le solite tecniche pompose e magniloquenti da mestierante?
Musiche 6: Il fatto che il compositore si chiami Tornatore non significa che dobbiamo osannarne l'operato a priori. Un'onesta colonna sonora,in linea per contratto con la natura pacchiana della pellicola.
Sceneggiatura 4: Tematiche populiste e stucchevoli sviluppate nei dialoghi con superficialità da miniserie. Svolgimento pesante e prolisso.
Recitazione 3: Attori principali inconsistenti e macchiettistici. Inqualificabili e inutili i personaggi televisivi nei siparietti di contorno
Vado al cinema Anteo, sento parlare Tornatore di persona interrogato da un critico famoso. Viene esaltato da quest'ultimo come il miglior regista italiano, viene detto che è un regista raro e che dobbiamo tenercelo stretto. Lui risponde sempre in maniera scialba, con tono basso cerca di essere il messia del cinema che per me non è per niente. Con arroganza dice di saper ricoprire ogni ruolo sul set e non solo, in modo che se ad esempio il truccatore dice "non si può fare", lui sa se è vero o no. Ora mi chiedo, in questo Baaria non noto uno stile particolare, la regia è piatta con una discreta, giusto discreta fotografia. Volevo chiedergli allora se sarebbe stato in grado di dire "tu non mi prendi per fesso" a Morricone, unico valore sprecato a questa opera Televisiva. Vengono utilizzati due attori protagonisti sconosciuti, ruoli secondari ad attori conosciuti e a conduttori della tv. E si è permesso di dire che lui gli attori li sceglie solo ed esclusivamente se per lui sono idonei alla storia, ora mi dite quello di ficarra e picone, quale attinenza e doti recitative può avere? Sapete quanti attori talentuosi lavorerebbero anche gratis per dimostrare quello che sanno fare??? Però va a prendere l'attore dalla televisione, fa prediche sul cinema che non stanno ne in cielo ne in terra ed è convinto di essere il migliore di tutti. Poi tirava sempre in ballo il suo "Nuovo cinema paradiso", quello effettivamente è l'unico film suo che mi è piaciuto ma solamente per la sua storia... molto coinvolgente per un appassionato di cinema. Infatti la sua realizzazione e il suo stile registico è pessimo. Insomma Tornatore sa parlare, ha parlato tanto e non vedevo l'ora che lo facessero stare zitto, per me il cinema non è questo. Questo è un lavoratore, non è un artista e soprattutto... non è un regista.
Non mi è piaciuto per nulla. Non capisco la candidatura all'oscar visto che a critica e pubblico non è per nulla piaciuto. Il difetto di questo film sta soprattutto nella mancanza di emozioni, oltre che in ua storia disorganizzata e a tratti incomprensibile.
Decisamente un film confusionario, che trasmette poco o nulla e che ti lascia lì sulla poltrona del cinema in trepidante attesa della fine che non giunge mai. L'Oscar ce lo sogniamo anche quest'anno.
Il miglior rimedio contro l'insonnia. Vergognosamente sponsorizzato da Berlusconi and Company un film dove succede di tutto senza mai emozionarsi di nulla. Una serie infinita di personaggi che si intersecano e di situazioni, ma alla fine cosa rimane? Scandaloso che sia stato candidato a rappresentare l'Oscar come miglior film italiano, ma chissà cosa c'è dietro........ Non certo indimenticabili le musiche di Morricone.
Film di sconcertante medicocrità e falsità a cominciare dalla esaltazione di quel partito colljuso con la mafia come gli altri che fu il defunto PCI.Storia aggrovigliata e mal recitata (l'unico attore che si salva è Beppe Fiorello) un misto di film degli antichi romani (ricopiato Il gladiatore in molte sue parti) e ambientazioni western.Dispiace, da berlusconiano accanito, che Il Silvio l'abbia trovato un capolavoro.questa volta ha toppato!
Rimango deluso ancora una volta di questo Tornatore che non riesce a rinnovarsi...qui gira il suo film piu' personale che avrebbe voluto girare a 80 anni e che per fortuna ha girato oggi...perche quando lui avra' quell'eta' probabilmente non ci sara' piu' Morricone che da una grande mano al film! "Baaria" è un puzzle pieno di pezzi che vengono affiancati uno all'altro in maniera troppo lineare...una semplice storia di vita Siciliana dove raramente entra il mondo esterno! Abbastanza valida come storia ma alla fine rimane tutto vuoto...troppo semplice,neanche un sussulto e un finale improbabile tutto da rivedere...insomma un film senz'anima! Circa 100 scene di massimo 2 minuti,50 o piu' dissolvenze...insomma anche la tecnica con cui è girato lascia a desiderare! In molte inquadrature omaggia Leone ma non basta a prendere il suo posto... Se è questo quello che l'Italia presenta agli oscar vuol dire che non abbiamo ripetuto l'annata passata... E pensare che l'anno scorso hanno bocciato "Gomorra"...
Per 60 minuti un film per me STRAORDINARIO (non sono siciliana), atmosfere, colori, musica, interpreti, tutto perfetto. Si fatica a comprendere il dialogo solo nei primi minuti, poi va via liscio. Nella mezz’ora seguente ti vengono i primi dubbi, troppe comparsate senza senso, un pò troppo politico, ci sia di mezzo Papi o meno. Il resto, fino alla fine assurda, massacra l’intero film. Se fosse finito un’ora prima sarebbe stato un ottimo Tornatore. Da ricordare: il geniale confronto generazionale e sociale tra il vecchio e il nuovo paese, il cameo da Coppa Volpi della Bellucci :-P Da dimenticare: gli scopiazzamenti plateali di Peppino ai suoi vecchi film e non solo. Parlando del vitello…
non disturba in quanto uccisione di animale, anche se atroce. Dopo lo squartamento di esseri viventi in Novecento, L’albero degli zoccoli e Apocalypse now e i vari film di Deodato, ci si fa le ossa. Però se il richiamo culturale magari rientrava in pieno nei film precedenti, qui non c’entra nulla. Scoccia parecchio che il regista abbia girato in Tunisia perché le leggi qui non permettono di uccidere un animale umanamente, cioè facendogli perdere i sensi prima di sgozzarlo. Poi la scena del vitello è totalmente inutile. Poteva usare un vitello vero sdraiato e legato ma vivo e uno zampillo di sangue finto e l’effetto sarebbe stato lo stesso. Per questo, mi sento di condannare in toto l’intero film e spero che in Usa facciano lo stesso
Anche a me non frega nulla circa i soldi con cui Robert Carradine (perchè Tornatore è la fotocopia del protagonista della rivincita dei nerds con i capelli piu' corti) ha fatto il suo Baaria. Anche se faro' un appendice. Ma la penso come il commento sotto: è un film pomposo. Sara' mai possibile vedere un film sulla Sicilia che non entri nei soliti luoghi comuni? Che abbia degli attori decenti invece delle solite macchiette (oltre i due appena accettabili protagonisti Aldo Baglio, Ficarra, Piccone e chi piu' ne ha piu' ne metta)? Ma si possono buttare al vento cosi' tanti soldi? Appendice: non e' il fatto che il film sia fatto o no coi soldi di Papi ad irritare. Il cinema non è ne' di destra ne' di sinistra. Ad irritare e' tutta la pomposita', oltre che del film in se', che c'è dietro alla presentazione di Baaria. Come ha scritto qualcuno questo non e' un film che e' proposto agli spettatori, e' imposto. Capisco che dopo tutti i soldi spesi un minimo di pubblicita' debba esserci, ma questo e' un vero e proprio film dal marchio fininvest. Imposto in ogni programma televisivo (imbarazzante da vespa) a qualsiasi ora della notte, con marzullo e signora Ferrara a lodarlo manco fossero i figli di tornatore. La gente non e' scema.
Pomposo.Tutto il film è un susseguirsi di belle musiche e una fotografia mozzafiato.Ma il resto?attori buttati lì tanto per fare qualcosa, tante trame e troppi personaggi (questo punto può piacere o meno, ovviamente),così tanti che non mi ricordo quasi nulla degli avvenimenti.Poi ...poi niente, il nulla.Un film vuoto, che non ti tocca, anche se cerca in tutti i modi di colpire.Cerca di raccontare la storia di una Sicilia che non è quella vera.Basti pensare alle bellissime attrici scelte:le siciliane non erano così.Questo è solo un esempio di come questo film sia visivamente bello, ma in realtà è più vuoto del deserto del sahara. Del fatto che sono stati spesi milioni e che c'è di mezzo papino caro non m'interessa,ma questo è solo un colossal che mi ricorda le americanate.Vuole mostrare il popolo italiano come non è e,cosa più incredibile, se nei film americani su queste cose ci si passa sopra, qui è improponibile.Rivoglio i bei film cinici e con sentimenti all'italiana, non un giocattolone vuoto! Forse chi è siciliano ha avvertito qualcosa, ma io sono rimasta solo infastidita. Voto 5 solo perchè so che Tornatore non è un idiota, almeno spero.
Giuseppe Tornatore, con i soldi di Papi Papi (sarà pure di sinistra ma i soldi provengono da lì) distrugge in maniera quasi definitiva il cinema italiano. Da siciliana mi sento offesa, anzi presa in giro, per l'ennesimo film sulla mia terra scontatissimo, falso lacrimevole, pieno di luoghi comuni: insomma così brutto che più brutto non si può. Spero non vinca l'oscar, non lo merita affatto. Gli do un mezzo voto in più solamente perchè ho visto di peggio.
"Ehy, Tornatore, senti una cosa. Bisogna affossare Berlusconi, ed abbiamo pensato che il modo migliore per farlo sia fargli fallire le società. Cominciamo dalla Medusa: tu vai là, le proponi un superkolossal e ti fai dare millemilioni di soldi. Poi giri una cacata pazzesca spendendone il doppio."
Io me la immagino così. Perché l'unica spiegazione per questo film autoreferenziale, prolisso e sorprendentemente privo di trama è che sia il prodotto di un acuto piano sovversivo di quelli che tanto teme il Cavaliere. Tecnicamente inappuntabile, "Baaria" altro non è che un "Nuovo cinema paradiso" senza il cinema, senza il paradiso e tanto meno senza essere nuovo: zero approfondimenti, due protagonisti sottili come carta velina, una mafia da baraccone che rimane sempre sullo sfondo, politica da 2 lire e macchiette cabarettistiche da gettone di presenza. Imbarazzante.
Orrendo. Tolto che il costo di questo film, presentato in bell' e mostra da Bruno Vespa, Pippo Baudo e con il bene placido di Letta e Berlusconi, è uno sputo in faccia verso tutta quella gente, di cinema e non, che fa i salti mortali per portare a casa la pagnotta, Baaria è lo stereotipo del cinema che all'estero potrà piacere ad una parte, ma all'altra fa capire quanto stia cadendo in basso il prodotto cinematografico nazionale. Ma si può fare con 25 e passa milioni di euro un film sulla vita di Tornatore? Ma può interessare qualcuno. Stereotipato, nauseante, lacrimevole, ha solo una buona fotografia. Tutto qui. Volutamente dal Regime candidato all'Oscar, è un film che fa impallidire i vari Visconti, Pasolini, Fellini, Leone. Loro sì che erano registi.
visto a venezia tra gli applausi di centinaia di vecchi borghesi(sembrava di star in un film di bunuel)...che dire,ho avuto una faccia da sconfitto per giorni..brutto film con un finale(in verità il film ha circa 4000 falsi finali)delirante,puro non sense ce neanche zulawski e lynch ubriachi avrebbero potuto partorire...qualche scena trascinante ce l'ha(e ammetto che le musiche di morricone mi abbiano fatto venire la pelle d'oca),ma il film si perde tra dolly e gagg stupide...
e anche tornatore(come tutti i registi italiani contemporanei) non riesce a guardare oltre il suo buco del ****...mi scende una lacrima
Polpettone senza fine in salsa siciliana,ottima la fotografia, ma non basta per salvare un film senz'anima,senza una vera trama,troppa carne al fuoco senza mai arrivare ad una vera conclusione!Occasione davvero sprecata,si salvano quà e la alcuni attori come Ficarra e Picone,ma non bastano a salvare un film documentario davvero estenuante!Il cinema italiano,quello di un certo livello,deve e può fare di meglio!
ma voleva anche vincere qualcosa a Venezia? ma non facciamoci ridere dietro, per favore... Un regista (Tornatore) sopravvalutatissimo, che nella sua carriera ha indovinato una sola scena (quella finale in Nuovo Cinema Paradiso). Ripetitivo e scontato, finanche "macchiato" dalla vergognosa scena dell'uccisione di quel povero animale (non metto lo spoiler perche' ne sta parlando tutta l'Italia). Se la poteva proprio risparmiare, forse anche il resto...
Non basta tirar giù dalla soffitta "nuovo cinema paradiso" e dargli una rispolverata per fare un nuovo film di successo. Baaria è un film con un cuore da fiction di lusso: bellissime le ambientazioni, i trucchi, i costumi, la scenografia ma la sceneggiatura inesistente ti porta inevitabilmente a controllare l'orologio per vedere quanto manca alla conclusione di un polpettone che sembra non finire mai. Se poi il finale del già citato "nuovo cinema paradiso" (che questo film per molti versi ricorda) è retorico ma, a suo modo, commovente in Baaria si raggiunge una vetta di "retoricismo"degna del più scontato film-tv. E si che Tornatore è bravo, La sconosciuta e Una pura formalità lo dimostrano, ma si vede che quando si trova a maneggiare tanti soldi qualcosa nella sua testa si blocca e non riesce ad andare oltre un patinato e inutile formalismo. Qualche momento intenso e di buona regia comunque c'è, peccato che viene letteralmente sommerso da una storia inutile e superficiale.
Tra un anno in 2 serate su canale 5. Questo èil suo destino.
Film deludentissimo. Costato 25 milioni di euro (in realtà sembra 40) e per cosa? Ma lo vogliamo capire che con questo genere di film il cinema italiano non si risolleverà mai? A Venezia non sono scemi e difatti Baaria non ha vinto nulla. Voglio vederlo adesso a dover incassare 120 (i soldi necessari per non tenere i bilanci in rosso) milioni di euro nel mondo. Ne incasserà 5-6 in Italia se è tanto. E questo insuccesso preannunciato se lo merita tutto.
Hanno già detto bene o male tutto ciò che c'è da dire su questo film i commenti precedenti al mio. Il solito film di Tornatore, che se ne hai visto uno li hai visti tutti. I soliti movimenti di macchina con la gru, i soliti dolly, la solita Sicilia assolata (ricostruita in Tunisia), i soliti personaggi macchietta, i soliti bambini, la solita struttura corale che sembra voler arrivare chissà dove e non arriva da nessuna parte. Il solito film senz'anima e senza pathos.
Senza senso la scelta di far comparire nel film un numero spropositato di volti noti del cinema e della tv, in gran parte siciliani, in parti brevissime o addirittura in scene di poche inquadrature, cosa che ad un certo punto, quando appare la Bellucci in una sola inquadratura che mostra molto abilmente una tetta (l'espressione attoriale che le riesce meglio) va oltre il ridicolo.
Si salvano solo la fotografia bellissima e la colonna sonora del sempreverde Morricone.
i soliti piagnucolii all'italiana con carrellata di pseudoattori: Beppe Fiorello il raccomandato e compagnia. film tanto strombazzato quanto brutto. salvo la solita grande musica di Morricone. certo che se a Venezia presentano sempre questi film provinciali ovvio che l'Italia non vince mai...