the hanging sun - sole di mezzanotte (2022)

Grazie a Sky che ha messo in luce questo romanzo di Jo Nesbo, mi son recuperato questo interessante drammatico, con una dose di violenza e quel lungo filo conduttore su tutto l'arco narrativo della vicenda. Non annoia! Piacevole finale.
Location, scenografie e fotografia davvero piacevoli! "I love Norway"

Alessandro Borghi: Piace e convince, Regge tutto su di Lui. Pronto al salto di qualità nel cinema che Conta.
Jessica Brown Findlay: Piace e convince questa "nuova" promessa del cinema inglese! Ha il suo fascino!

Il regista italiano, alla sua credo prima esperienza a regista, nel suo complesso confeziona un buon film. Ha dato un peso notevole al suo lavoro di immagine scenografia e fotografica in Norvegia dando il giusto peso di "violenza" espressa. Promosso.

Film convincente. Non è tutto Reale ciò che Immaginiamo! Consigliato


SPOILER

Non un film leggero e nemmeno per tutti... emotivamente potente, trasmette un senso di angoscia dai primi minuti, tra il thriller e il drammone familiare (sovrasta la figura del padre... anche quando non c'è... anche come interpretazione Peter Mullan spicca per bravura) tecnicamente molto riuscito, si nota che dietro c'è stato tanto lavoro.
Si mescolano storie (e mondi diametralmente opposti) e desiderio di riscatto e rivalsa.
Penalizzato, anche secondo me, da un ritmo esageratamente lento e misurato, nonostante, di tatto, non duri neanche molto.

Sono d'accordo con il commento qui sotto, ma gli dò sei, perché un po' lento.

Non è un film da disprezzare questo The Hanging Sun, semmai non c'è la minima variazione al genere del thriller nordico al quale Carrozzini si adegua subito. Atmosfera gelida, fotografia dalle tonalità grigiastre. In tale contesto si muovono i due personaggi interpretati da Borghi e dalla Findlay, entrambi con evidenti problemi con una figura paterna soffocante. Il primo cerca di scappare dal suo passato malavitoso ed inseguito dal fratellastro, mandato dal padre (Peter Mullan), mentre la donna è completamente sotto il giogo del padre e di una cultura cittadina di totale matrice patriarcale e xenofoba, dove la donna non può decidere nulla e dove il padre della stessa (Charles Dance) mantiene il controllo della comunità con la forza persuasiva della religione. C'è quindi per entrambi il desiderio di fuga, trovare la libertà lontano dai luoghi d'origine. Un film dalle buone caratterizzazioni del cast, di eccellente livello, una buona cura tecnica del prodotto, ma forse privo di quell'inventiva per elevarlo ben aldisopra della media. Va bene lo stesso così, perchè il prodotto è più che dignitoso ma nulla di più.

Effettivamente a metà tra lo stile italiano e quello inglese, questo film è sufficientemente piacevole, curato, e ben confezionato. Lascia in sospeso alcune questioni, ma ha il pregio di annoiare mai.