Il film documenta cinque giorni della vita di Chelsea, una escort che vive ed esercita a Manhattan. Chelsea si accompagna a facoltosi uomo d'affari pronti a sborsare 2000 dollari all'ora per la sua compagnia. La ragazza ha anche un fidanzato, il personal trainer Chris, che accetta il suo stile di vita.
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Se opportunamente contestualizzato nell'anno del collasso della borsa e del sistema finanziario statunitense può anche avere il suo significato, per il metaforico parallelismo (non particolarmente originale) che si crea fra crollo economico e crollo dei valori morali della società. Fuori dal suo contesto rappresenta il nulla cosmico, e perde totalmente di interesse non appena realizzato che la Grey non sfodererà le doti che l'hanno resa famosa. Il genere di cinema per il quale si fa fatica ad individuare un target di riferimento.
Il tunnel del cinema da festival nel quale si è infilato Steven Soderbergh è agghiacciante. Lo è perché film come THE GIRLFRIEND EXPERIENCE non sono film brutti, poiché non hanno cadute di stile o mancanza di gusto, ma sono la quintessenza dell'inutilità, della noia e della vuotezza. La trama di questo film non esiste e tutto ciò che viene raccontato non può essere interessante mai nella vita. L' "esperimento" della scelta dell'attrice protagonista è un fallimento. Questo passaggio al cinema che non conta potrebbe essere un'espiazione dei peccati del regista, che nel voler cambiare stile di vita cambia anche carriera, ma da lontano la sensazione è invece quella di vedere un uomo che vuole semplicemente vivere la vita dell'artista benestante e cazzotto. Peccato che questa non sia arte.
Soderbergh è un regista che non ho mai sopportato, ma per lo meno certi altri suoi lavori intrattenevano un minimo. Questo film è il vuoto assoluto, colmato giusto un po' dalla presenza di Sasha Grey: noioso, trama piattissima e una sceneggiatura non lineare che dovrebbe, in teoria, conferire un po' di "dinamicità" alla storia, ma toppa clamorosamente. Consigliato solo ai maschietti "fan" della ex pornoattrice.
costretto a vederlo in quanto a corto di film,si è rivelato una mezza palla con l'odiosissima voce narrante,poi la grey non mi piace affatto,ha una faccia volgare e IMHO non è bella,poi i gusti son gusti.film inutile,lento come una lumaca e sconclusionato,non mi ha appassionato neanche un po'..lontanamente apprezzabili alcune scene e regia non del tutto anonima..
Il sovrastimato Soderbergh dovrebbe mettere una bella pietra sopra i suoi scellerati intenti da regista sperimentale.Già non lo trovo granchè interessante quando si prodiga in film destinati al grande pubblico,mi giunge addirittura insopportabile nei suoi esercizi di stile che lasciano trasparire un narcisismo veramente imperdonabile.Il pregevole "Bubble" sarà stato un caso,il Soderbergh underground infatti non ha mai avuto nulla da dire e con "The Girlfriend Experience" convalida il sospetto pur non raggiungendo lo squallido nulla di "Full Frontal". Siamo nella Grande Mela in piena crisi,Chelsea/Christine è una escort di lusso che ama accompagnarsi a facoltosi uomini d'affari eternamente lamentosi riguardo lo stato di recessione economica in cui versa il paese,situazione che comunque non impedisce loro di portarsi a letto una tanto elegante quanto costosa prostituta. Lei è dolce,comprensiva ma trattenuta nell'espressione dei suoi sentimenti,spesso indecifrabile come una sfinge e alla faccia della professione che svolge vive una relazione stabile con il personal trainer Chris.Le cose si complicheranno quando un cliente andrà oltre il mero oggetto sessuale creando un rapporto di reciproca attrazione con la ragazza. Film noiosissimo per fortuna dalla durata esigua ma sfiancante nel suo incedere verboso,infarcito da dialoghi inutili che imbastito il tema si perdono nell'oblio.Un vuoto pneumatico sembra ammorbare le figurine di questo teatrino degli orrori in cui tutto è artefatto.La relazione tra i protagonisti non è assolutamente credibile,Soderbergh scava nei loro caratteri non ricavandone nulla,giungendo quasi patetico nello sforzo di dar loro un minimo spessore. Non basta una miriade di inquadrature fisse in suggestivi interni,la presenza di una (ex?) pornostar incredibilmente adatta al ruolo come la deliziosa Sasha Grey,una narrazione non lineare,continuamente destrutturata (a quale pro non è dato sapere),per scatenare il pur minimo coinvolgimento in questo ennesimo excursus autocelebrativo del regista. Da salvare la cupa fotografia e la particolarissima colonna sonora.
Mi ha ricordo molto Whore di Ken Russell, solo che il contesto è molto più alto sia come livello di escort sia, ovviamente, di clientela. Sullo sfondo il richiamo alla grave crisi economica mondiale, più in dettaglio crisi dei rapporti interpersonali, gestiti come negoziazioni di borsa e guidati dall'egoismo personale. Soderbergh lascia volutamente fuori i dettagli piccanti, ma il suo film risente di questo clima di apparenza: ha l'ambizione di graffiare ma si ferma in superficie sul versante clienti che, cosa più importante, su quello della protagonista. Quella corazza spessa descritta dal giornalista durante l'intervista al ristorante, è stata solo scalfita senza creare delle crepe, comportando quindi una certa monotonia nella visione.