il fuoco della giustizia (2015)

Niente di nuovo sotto il sole del West ... Un pistolero torna al paesello dal padre predicatore che non gli ha mai perdonato il mestiere che ha intrapreso . Lui promette di cambiare vita ma , indovinate un po' , non sarà cosa facile ... Come si vede la trama è tutt' altro che innovativa , il pistolero che seppellisce le armi per poi doverle tirare fuori controvoglia e solo per riparare a qualche torto è un classicissimo topos del Cinema Western . E purtroppo questo film non introduce elementi che lo distinguano dagli altri , a parte la presenza dei due Sutherland ( padre e figlio ) nel cast . Rimane quindi una pellicola dignitosa ma piuttosto anonima , nonostante un ottimo cast principale . La trama appare infatti tirata un po' troppo per le lunghe : assistiamo ad angherie prolungate , a litigi familiari ed a scaramucce sentimentali prima della ( breve ) esplosione di violenza finale . Il protagonista è il buon Kiefer Sutherland , che fa del suo meglio per tenere testa a cotanto padre ( svantaggiato da un ruolo troppo ripetitivo ) . Poi abbiamo il viscido capo dei cattivi interpretato da Brian Cox ed una Demi Moore utile solo per dare un tocco di sofferto sentimentalismo al film . Segnalo infine una parte un po' insolita per Michael Wincott , che finalmente non interpreta il solito villain crudele ma un pistolero con un proprio codice d' onore . In definitiva , un Western abbastanza piatto e convenzionale , quasi televisivo . Del resto il regista è Jon Cassar , noto più che altro per la saga televisiva di " 24 " , guarda caso sempre con Sutherland junior . Facciamo che gli do 6- .

Il film di Cassar si presenta come uno dei classici esempi che imperversano nel genere western: vendetta per i soprusi subiti da parte del cattivo di turno, affarista senza scrupoli, che se la prende però con la persona sbagliata.
L'elemento redenzione, unito al rapporto padre-figlio, aggiunge sostanza ma non originalità, risultando però il vero asse portante della storia, dove tutto ruota e trova prevedibile compimento.
Il cast fa il suo dovere: i Sutherland reggono sulle spalle gran parte del peso, alle volte reso faticoso da una sceneggiatura poco chiara, calamitando su di loro l'attenzione dello spettatore che si gode, comunque sia, una visione gradevole e dinamica quanto basta per non annoiarsi e rimanerne deluso.
E' chiaro che una maggiore cura nella narrazione, e in alcune situazioni, avrebbe potuto far lievitare una media che forse non è condivisibile ma è comprensibile.