hellraiser v (1999)

Il tenente Thorne indaga su una lunga catena di omicidi riguardanti persone più o meno collegabili al suo vissuto. Il mistero sembra ruotare attorno ad una strana scatoletta (l'ormai famigerata "Lament Configuration") e ad un fantomatico "ingegnere". Non sarà facile venire a capo della situazione, soprattutto perché i fantasmi della vita dissoluta che il poliziotto da sempre conduce l'hanno reso vittima ideale per gli infernali supplizi cui (si) è inconsciamente votato.
Poco spazio è concesso allo scorrere del sangue, i nuovi intriganti Cenobiti perseguitano con allucinazioni e visioni angoscianti il malcapitato, costretto quindi ad un patimento mentale più che fisico.
La trovata non è affatto malvagia, Scott Derrickson la butta sul poliziesco tratteggiando un personaggio maledetto in stile hard-boiled "tradendo" le linee horror che hanno caratterizzato la serie fino a quel momento. L'imbalsamato Craig Sheffer nei panni del protagonista non fa troppi danni, ne arreca maggiori un doppiaggio sconcertante, fortuna vuole che la trama questa volta sia studiata con maggior attenzione e rispetto verso una saga che dopo il quarto orrendo capitolo sembrava destinata all' inarrestabile tracollo.
Addirittura Pinhead resta sullo sfondo (alla faccia della locandina) e visto com'era stato trattato nell'ultima puntata forse è meglio.
L'intrepida sterzata dona una boccata d'ossigena al mondo ideato da Clive Barker, ormai reso agonizzante dalla mancanza di nuovi spunti narrativi o da scelte a dir poco criticabili. Piacerà poco ai fans più duri e puri orfani del loro diabolico mentore, anche se vedere seppur brevemente il buon "testa di spillo" nuovamente in panni a lui più consoni, e non in quelli di un patetico pagliaccio, non può che far gran piacere.