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Sorta di spin-off tratto da Founder che ha preso vita in puro stile grindhouse con tanto di fake trailer iniziale e collocando questo stesso Headless nel 1978, non a caso l'anno di Halloween, film che ha dato il via al genere slasher. In questo caso più ad Halloween si ispira più al Maniac di Lustig dal quale però non eredità l'atmosfera malata di quel film. Indubbiamente ci sono scene che vanno oltre il gore, così fra trombate con teste mozzate, pissing di sangue e pissing vero, si pensa di andare fin da subito nel mostrare in maniera che va sicuramente sopra le righe delle varie uccisioni. Tale procedimento va troppo per accumulo ed al contrario di Founder, che non è uno slasher, si lascia da parte i personaggi. Il risultato è che tale ripetitività provoca la noia già dopo mezz'ora di film. per carità, non è girato male ed a livello formale la fotografia sgranata provoca un minimo di effetto disturbante che non raggiunge le vette di Maniac.
Chi ha visto "Found" del 2012 non dovrebbe avere problemi a riconoscere il serial killer mascherato protagonista in questa pellicola. In quell'occasione il folle assassino, immortalato su vhs, si dava da fare per qualche minuto dando sfogo ad una furia omicida davvero difficile da dimenticare, lasciando intravedere un discreto potenziale. Occasione golosa quella di dedicargli un intero film: e quindi ecco Headless", lavoro basato su schema narrativo da slasher movie con inserti ultra-splatter (non è un caso che tra i produttori ci siano quelli della versione americana della serie "Guinea Pigs"). L'operazione è ammantata da un effetto vintage intrigante, un po' sulla falsa riga del grindhouse tarantiniano il regista Arthur Cullipher apre il suo lavoro con il fake trailer del fantomatico "Wolf Baby". Non manca l'ormai classica pellicola rovinata, combinata con una regia a tratti ai limite dell'amatoriale. Tuttavia è palese la presenza dietro la mdp non di uno sprovveduto, bensì c'è un'idea mirata a donare un'aurea vetusta e maggiormente malsana al girato. Il look del "mostro" non è niente male, come i flashback che ne giustificano le devianze con relativi soprusi subiti da madre e sorella, sicuramente sequenze piuttosto incisive che alla fine si prendono il proscenio mettendo in un angolo i vari atti deviati (necrofagia e necrofilia comprese). Purtroppo tra un omicidio e l'altro l'interesse cala drasticamente, nel senso che i vari raccordi sono piuttosto deboli e si resta semplicemente in attesa dell'ennesima vittima. Di conseguenza, a lungo andare, le gesta dell'omicida denotano una certa ripetitività nonostante l'efferatezza delle immagini e gli effetti speciali artigianali tutto sommato passabili.