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Film molto toccante..........e triste...emerge una realtà davvero dura e cruda che rispecchia quello che stiamo attualmente vivendo...film fatto davvero bene....da vedere
Se non hai letto il libro capirai ben poco, se lo hai letto troverai 'sto film una porcheria. Il libro emoziona, il film annoia... Avevo trovato mal trasposto anche Io non ho paura ma questo è molto peggio. Il psdre è troppo buono, Germano è troppo fuori. Peccato!
mi aspettavo di meglio, cmq buon film, si perde in alcuni punti, a mio avviso si allunga troppo nella fase del tragico incidente, ma tutto sommato il film scorre bene ottima l'interpretazione di Elio Germano
Ho letto il libro e l'ho amato molto. Ho visto il film e l'ho odiato molto. Da Salvatores mi aspettavo molto di più, la scena del bosco fa sbadigliare invece che inorridire, la canzonetta di Robbie WIlliams è odiosa, i personaggi non sono per nulla approfonditi, l'attore che fa Cristiano Zena potrebbe diventare il nuovo Scamarcio in quanto a bellezza e purtroppo anche in recitazione. Salvo solo l'ambientazione del film, molto suggestiva e l'interpretazione di Elio Germano che anche se mi sono stufata di vederlo in tutti i film, è comunque indubbiamente bravo.
Per me che ho letto e amato il libro di Ammaniti, la visione del film non poteva che lasciarmi un po' deluso, soprattutto per quelle parti di racconto che sono state tagliate. La versione cinematografica non permette, inoltre, di affezionarsi alle storie di alcuni personaggi (come Fabiana, per esempio), e in generale le emozioni sono molto attutite rispetto al romanzo. La relazione padre-figlio mi è sembrata sopra le righe, cioè non esattamente spontanea, e questo mi ha deluso un po', visto che Salvatores di solito è maestro nel descrivere i rapporti tra uomini. Tuttavia ho preferito il finale del film a quello del libro, è stata una piacevole sorpresa; nonostante questo, però, credo che Salvatores avrebbe potuto fare di più.
Ultimo film di Salvatores in un Friuli tra natura e desolazione umana, colpisce la fotografia (1), per la capacità di mostrarci scorci umani orrendi o di puro degrado affiancati a montagne bellissime e paesaggi innevati, in mezzo scorre il fiume distrutto dalle cave e dal Nord-est produttivo, gli interpreti sono in gamba, tranne il ragazzo che può migliorare (0.7), la regia è sapiente e secondo me ben fatta (1) senza strafare, al contrario della sceneggiatura che ha qualche momento di stanca, quasi non si sapesse dove andiamo a finire (0.5), finale però un pò scontatino VEDI spoiler. Per il resto musiche strepitose per l'ambientazione e l'utilizzo, perfette come colonna sonora (1.5), le ricorderò a lungo, che altro c'è da dire?E' certamente un film non perfetto di uno dei registi a mio avviso più bravi del cinema italiano, buone le riprese (1) dell'operatore, gli effetti e il montaggio (1). In definitiva un film da vedere che può apparire semplice ma non lo è...
Un film riuscito solo in parte (minima, direbbe qualcuno), ma che ha pur sempre qualcosa da offrire: in primo luogo la fotografia, molto intensa, che offre luoghi periferici (la montagna del Nordest friulano) assolutamente vergini per il cinema italiano, e interessanti da scoprire. Originale l'ambientazione della casa in una vecchio casello ferroviario. Poi, l'interpretazione di 2 attori: il bravo e convincente Germano e il ragazzo che fa il figlio.
Detto questo, altri elementi stonano e sembrano come aggiunti per forza, a tavolino: le musiche sono invadenti e poco intonate alle scene, manca del tutto la psicologia dei personaggi (estremamente artificioso risulta "quattroformaggi") e manca anche un'unità narrativa forte. Non si capisce esattamente cosa abbia voluto fare Salvatores, il film sembra come incompiuto e immaturo. Eppure è apprezzabile almeno lo stile registico, che riesce sempre a sottrarsi alla deleteria atmosfera da fiction televisiva alla quale soccombono quasi tutti i registi italiani.
Comunque il film non annoia, è un po' lento nei ritmi, ma tutto sommato guardabile.
Orribile, anche per le aspettative per un film di Salvadores... il film parla di tutto e niente, accenna alcune tematiche ma non ne approfondisce una, i personaggi , almeno 4 formaggi e l'assistente sociale sono propio fastidiosi, forse anche per la recetazione imbarazzante!! Un mischione per trarci un film tanto per fare. Insomma se non fossi stato con amici sarei uscito dopo la prima 1/2 ora. Ciauz
Ormai è gia stato detto tutto da coloro che di film se ne intendono. I commenti negativi spero che facciano capire a Salvatores che questo film è stato uno scivolone abbastanza grande. Banalità che si alternano a luoghi comuni. Musiche che danno veramente fastidio buttate a caso per tutta la durata del film. Sceneggiatura pessima: si vuole lavorare sui personaggi ma questi non si evolvono mai durante il film. nella scena dello stupro, come ha gia detto qualcuno, doveva esserci tensione e invece Salvatores punta troppo su di essa e la fa durare un eternità rendendola un mattone. cosa vuole lasciarci questo film? tutti questi luoghi comuni che si vedono in quasi tutti i film italiani di questi anni!! Basta! Ci vorrebbe un po di Lynch o di Kubrick(pace all'anima sua) nei film italiani....
Fabio de Luigi quando sale sul furgone non vede il corpo della ragazza e non sente nemmeno la puzza di morto anche se è rimasta li per tutta la notte...................mah
Premetto di non aver letto il libro. Il film mi è piaciuto abbastanza, non ho trovato la trama noiosa, anzi... La storia ha una certa intensità. Forse ho riscontrato un pò di superficialità nel trattare alcune tematiche, molti messaggi mi sono sembrati un pò troppo sottintesi (ammesso che effettivamente fosse intenzione del regista enunciarli). Nel film si rappresentano persone abbandonate a se stesse, senza appigli o stimoli positivi. Così come 4 formaggi è "spinto" a compiere quei gesti (vedi spoiler) non tanto da dio, ovviamente, ma dalla mancanza di aiuto, allo stesso modo il padre, senza amore nè maturità adeguata, infierisce sul figlio.
Manco a dirlo il libro, pur non tra i migliori di Ammaniti, è migliore...ma ad ogni modo mi chiedo: che senso ha fare un film da Come Dio Comanda quando ancora nessuno si è ancora preso la briga di portare sullo schermo Ti prendo e ti porto via ancora di Ammaniti? misteri della cinematografia italiana....
Ci ho pensato parecchio prima di commentare, ma l'ultimo Salvatores è davvero insalvabile: non funziona, non colpisce, è un film costruito a tavolino e tranne rarissime occasioni è tutto alquanto noioso e forzato. Bravi i protagonisti ma allo stesso tempo davvero pessima la sceneggiatura, incapace di regalare una minima sfumatura caratteriale a una schiera di personaggi malamente sprecati. Tutta la prima parte è di una noia mortale (vedi l'alternarsi di scene urlate contrapposte a sequenze fin troppo banali per il cinema di un premio oscar come Salvatores), mentre il resto arranca senza regalare un minimo di phatos, tra musiche troppo invadenti - come la canzoncina di Robbie Williams inserita in maniera assolutamente didascalica- e una totale mancanza di coinvolgimento. Magari nelle pagine di Ammaniti tutto cresce con l'accavallarsi dei particolari, ma su pellicola non funziona, c'è poco da fare.
Non è un brutto film ma sinceramente mi sarei aspettato di meglio. Avendo letto prima il libro credo sia inevitabile che il mio giudizio ne sia un po' condizionato, però ho cercato di guardare il film per quello che è senza fare troppi paragoni.
Tra le cose positive ci sono senz'altro le interpretazioni degli attori (almeno i tre protagonisti) che ho trovato di ottimo livello.
Per quanto riguarda le cose negative, ho trovato la prima parte piuttosto affrettata: una sequenza di scene scollegate tra loro che presumo avesse l'intenzione di delineare i tre personaggi principali; però così facendo è stato trascurato l'approfondimento psicologico dei protagonisti, che avrebbe potuto spiegare meglio le ragioni dei loro comportamenti. Inotre... (vedi spoiler)
Tutto sommato è un film che ho guardato volentieri, non mi ha annoiato e se non avessi saputo prima cosa sarebbe successo mi avrebbe molto coinvolto.
Consigliato soprattutto a chi non ha letto il libro.
Sconsigliatissimo a chi vuole vedere qualcosa di leggero e spensierato.
allora... diciamo che l'idea era molto bella, anche gli attori molto bravi ma la storia non merita piu della sufficienza perche è stata fatta male, 1 prima parte anche da 8-9 ma la seconda parte da non piu di 4 si sono fossilizzati e impuntati su un'unica cosa, poteva essere fatto 100 volte meglio
Mi ritrovo pienamente nel commento lasciato sotto da Ferro84 ma a differenza sua io ho anche letto il libro di Ammaniti. Libro che ho letto tutto di un fiato e che oltre ad emozionarmi in alcuni punti mi ha fatto anche ridere di gusto. Non capisco per quale misteriosa alchimia Salvatores abbia eliminato dalla sceneggiatura un personaggio come Danilo Aprea con i suoi tormenti e sensi di colpa per la morte della figlia ed i suoi deliri sulla moglie... ed anche la storia d'amore e sesso tra l'assistente sociale Beppe Trecca e Ida... Il film è caotico e confuso oltre che girato male...mentre leggevo il libro provavo odio verso Rino e compassione per il figlio nel film tutto si ribalta e Rino ne esce quasi come se fosse l'eroe maledetto...non ci siamo proprio. La scena dello stupro di quattro formaggi è inspigabilmente lunga e impossibile da decifrare per chi non ha letto il libro...non si capisce nulla ed il malore di Rino sembra causato da un masso che gli arriva sul capo...nel libro sono molto belli i pensieri del povero 4formaggi che inseguendo la ragazzina è assalito da mille dubbi e sceglie solo perchè lei casualmente imbocca la strada del bosco... Si salva la fotografia e qualche immagine che racconta il degrado perifirico ma non basta perchè le stesse cose le puoi trovare in un documentario...
hoooo che bello, mi sono vista il film alla prima qui a pordenone (il film è stato girato in Friuli) con Salvatores e Timi (che non hanno partecipato alla proiezione e alla fine del film sono pure arrivati tardi..!) e senza interruzione/primo tempo. Sono un'appassionata di Ammaniti dai vecchi (e sarcastici) splatter anni 80 a io non ho paura dove lentamente ha perso tutto il sarcasmo per lasciare spazio solo una pesante e cupa, fin troppo realistica visione di specifiche realtà sociali. Scrivere sceneggiature ormai pare essere diventato troppo costoso solo per un film (meglio guadagnarci qualcosa con un libro ;) ) e di conseguenza, dal libro, si traggono le somme per la realizzazione di un film che spesso tralascia quello che nel contesto strutturale narrativo forse dava importanza al tutto.
Per semplificare: questo libro di ammaniti è stato un pesantissimo polpettone vecchio e indurito, con un senso monodirezionale adatto solo ai peggiori masochisti. Salvatores, che bene e fedelmente si era adattato a Io non ho paura, libro di poche pagine, mal si è trovato a fronteggiare una sceneggiatura tratta da un libro/mattone.
Nonstante tutto: il film mi ha portato dall' inizio alla fine, per tutta la sua durata ad un subbuglio interiore costante, dall'ansia della clautrofobica pioggia, alla passione, dal dolore, all'amore; un quadro freddo, o meglio iperrealistico, adattato splendidamente ai luoghi e ai colori di tutta la pellicola. Personaggi ben inquadrati nei loro ruoli e capaci di sostenerli per tutta la durata del film, rovinati solo purtroppo, da quei quattro attori di contorno (infermieri e studentelli) che all'improvviso ti ricordavano di essere davanti ad un film e non una storia reale.
La mia perplessità: ma questo film quanto è costato?? perchè il marchio all'interno del grandemagazzino, la scelta di attori decisamente scadenti per il contorno, un montaggio di dubbia origine, e scelte musicali scontate e retoriche mi fanno pensare che Salvatores o sia dovuto scendere a molti compromessi, a cause economiche/commerciali, tralasciando spesso lo stile o stia accusando, come tutti, i segni della vecchiaia!
Nonostante il film mi abbia disturbato per via di una forte (forse eccessiva) drammaticità, mi ha colpito molto. Bravissimi gli attori, ottima la regia. Un buon film italiano senza dubbio.
Premetto che non ho letto il libro di Ammaniti. Detto questo Salvatores costruisce un film opposto, visivamente parlando, a Io non ho paura permeato da colori caldi mentre le tonalità fredde e grigie dominano questa pellicola. caratteristiche comuni ai due film (al Sud come al Nord) sono la desolazione del paesaggio dove vivono personaggi brutali e rozzi e il rapporto padre-figlio. Ciò nonostante dopo un inizio che prometteva bene con una discreta delineazione dei protagonisti, il film si blocca. Comincia a girare su stesso, causa sceneggiatura incompleta, che costringe a dilatare all'infinito ogni sequenza risultando francamente noioso. Manca un approfondimento del contesto ambientale, personaggi di contorno praticamente assenti o inutili (vedi De Luigi). Anche Germano (pur bravo) tende ad essere un po' troppo lezioso. Capisco che il rapporto fra padre e figlio era centrale nel film, ma a quest'ultimo non si può sacrificare tutto il resto. C'è un senso di incomplezza in tutta la pellicola e mi dispiace, perchè Salvatores è un regista valido e tornare dopo quattro anni di silenzio con questo film lascia un senso di delusione e di amarezza.
Come al solito, meglio il libro del film... Cinque anni dopo la prima collaborazione con Nicolò Ammaniti, che prese vita nell'ottimo "Io non ho paura", Gabriele Salvatores torna a utilizzare un soggetto dello scrittore. Come dio comanda è, per quanto mi riguarda, un ottimo libro. Purtroppo la storia, appassionante e travolgente sulla carta, perde molto nella traduzione in pellicola fatta dal regista napoletano. I temi trattati sono molti e tutti importanti, la violenza, il rapporto padre-figlio, la precarietà, la gente ai margini. Tutti temi, purtroppo, appena suggeriti nella pessima sceneggiatura. L'inizo del film è davvero troppo veloce, ci vengono presentati personaggi senza la possibilità di assimilarli e conoscerli. Ci vengono mostrati nelle loro azioni, senza che noi possiamo capirli e capirle. Il libro di Ammaniti era decisamente cinematografico, ma la psicologia dei personaggi nel film non esiste, essi si ritrovano in situazioni assurde lasciando lo spettatore di stucco, perchè chiaramente quest'ultimo non conosce il loro passato. La scelta di sparare le informazioni inizialmente e senza criterio è stata la distruzione. La parte centrale e quindi quella in notturna sotto la tempesta mi è parsa buona, ben girata, fotografata e interpretata. Vera pecca: un montaggio scandaloso, soprattutto inizialmente. Nell'ultima parte tutto il linguaggio cinematografico, chiaramente stereotipato, italiano prende il sopravvento. Il finale è alquanto irritante. Gli attori sono stati veramente bravi, in particolare Filippo Timi e un grande Elio Germano, anche se come è stato detto la necessità di infilarlo in ogni film italiano sta via via scemando. Un pò impacciato il ragazzino e da dimenticare la scelta di Fabio De Luigi. La tematica religiosa, che ci viene suggerita dal titolo, è alla fine piuttosto semplice e banale (Dov'è Dio nelle situazioni brutte?). L'esclusione di molti personaggi nella sceneggiatura è stata decisiva per la banalità. Quindi l'errore è iniziale. Stendiamo un velo pietoso sulla scelta delle musiche. In conclusione il film è una mezza delusione, il libro è sostanzialmente un'altra cosa, ne consiglio la lettura. Dalla collaborazione Salvatores-Ammaniti era lecito aspettarsi molto di più. L'unico pregio è che il film non annoia, anzi si lascia seguire. Alla fine, comunque, non trasmette nulla. Come al solito, meglio il libro del film...
«Svegliati! Lo sai che devi dormire con un occhio solo. È nel sonno che t'inculano.»
Anche io mi accodo al voto (in parte),e al commento,(sempre in parte)di Ferro.Innanzitutto Salvatores ha sfornato molto ma molto meglio,senza andare tanto lontano negli anni,anche Non ho paura è certamente meglio. Purtroppo neanche io ho letto il libro di Ammaniti,che non penso sia un brutto libro,dato che ha vinto il Premio Strega nel 2007,piuttosto la stesura della sceneggiatura presenta,a mio parere troppe lacune.La più grande è quella di non dare un vero filo conduttore alla storia e quindi spessore all'intero film.E' tutto molto confuso e sconclusionato..E cito alla parola la frase-chiave espressa da Ferro 84.Di che parla questo film??? Le recitazioni dei protagonisti,Timi su tutti,insieme alla sempre bella fotografia,sono le cose che sollevano in parte il giudizio finale sul film,che altrimenti meriterebbe meno di 5..A mè Timi colpisce sempre molto,la sua presenza è sempre importante,Germano è bravo(ino) ma mi pare che in quest'interpretazione abbia caricato e caricaturato un pò troppo.Poi She's The One anche a mè piace come canzone ma quì era veramente ridondante!
Il peggior film che ho visto al cinema quest'anno e di sicuro il peggior Salvatores! Avanti non siamo critici ufficiali che devono rispondere alle loro amicizie o farsi i conti fra i potenti, QUESTO FILM E' ORRENDO.
E'la summa di tutti i difetti del cinema italiano, autoriale, lento, prolisso, buonista, intimista che racconta storie che non interessano a nessuno, moralista e didattico. Salvatores, che fino a ieri era fra i pochi che non si riteneva un filosofo della macchina da presa (pur avendo vinto un Oscar) ma un regista (parolaccia?) anche lui si è convertito al cinema d'impegno (da quattro soldi). Elencare i difetti di questo film è un lavoro gravoso ma lo farò perchè altrimenti chi si scandalizzerà del voto vorra avere, giustamente, spiegazioni.
1) Io non ho letto il romanzo di Ammaniti, mi attengo alla sceneggiatura sembra tratta dal libro "come non va scritta una sceneggiatura". Piena zeppa di luoghi comuni, anche la rappresentazione del padre alcolizzato (che in tutto il film non lo vediamo mai ubriaco) è convenzionale e i la gioventà italiana è descritta come in uno stupido film americano. Inoltre la sceneggiatura è sfilacciata, senza un filo conduttore unico ma che si perde in tanti argomenti senza approfondirne uno. C'è il rapporto padre-figlio, il matto, l'omicidio, il tradimento, l'adolescenza difficile, la violenza sessuale e non, il tutto buttato li e la storia va da una parte all'altra senza arrivare mai a un punto. Di che parla questo film? L'evoluzione dei personaggi dov'è?
2) Recitazione francamente deludente, Timi non rende l'ambiguità del suo personaggio (nè aiuta la sceneggiatura), il padre alla fine è un buon padre lo si capisce dall'inizio, sui generis sicuramente, il film è intimista, sta sui personaggi ma non li approfondisce. I personaggi non cambiano durante il film, il padre è un personaggio positivo, lo è all'inizio lo è alla fine, anzi non lo si mette mai in dubbio durante il film, quindi forse basta avere idee naziste per essere cattivi? La politica è giudizio morale sulle persone? Non sono forse i fatti, ciò che si fa nella vita a capire ciò che si è? Davvero il film ma a questo punto metto in dubbio anche il libro, crede di creare un personaggio interessante, quando alla fine sembra un padre uscito dal libro cuore. Veniamo ad Elio Germano, ora non è che in ogni film italiano bisogna rifilarci questo qui! Sarà anche bravo ma quando te lo vedi per la 10 volta in un anno in quasi tutti i film italiani cominci anche a non essere più credibile. Cioè non è se un attore vada di moda lo si deve necessariamente mettere ovunque (un pò come si è fatto in passato con Accorsi e Scamarcio).
3) Spiace dirlo altra nota dolente è la regia. Come D.i.o Comanda è un film noioso e prolisso in cui Salvatores fa errori talmente gravi da non poter credere che un navigato regista come lui possa aver commesso simili ingenuità. La scena della violenza sessuale è lunghissima, noiosa, forse rendendola fulcro del film e dilatandola si è pensato che avrebbe tenuta anche alta la tensione, invece ha proprio l'effetto opposto, una delle scene più adrenaliniche, forti diventa un mattone cui non si sa dove voglia andare ad apparare. Forse perchè non mi è piaciuto il film ma anche la colonna sonora è stata usata male di sicuro nella scena del delitto è veramente imbarazzante. Robin Williams che suona per ore, la Bertè messi li a casaccio, troppa musica dolce per una scena tanto violenta, forse si pensava che usando questi brani si creasse un contrasto inquietante, invece si crea solo un contrasto e basta.
Si salvano le splendide ambientazioni (quelle si d'autore) e la bellissima fotografia.
Non è raro che i grandi registi sbaglino film ma mai ho visto un regista "toppare" tanto
Non ho avuto il piacere di leggere il libro, e sicuramente come in tutti i film molte parti mancheranno e qualcuno si lamenterà di questo però posso garantirvi che è un bel film... anzi di più. Ottime ambientazioni, cupe piovose.. case isolate, cave abbandonate... danno veramente una sensazione di tristezza attorno a questa non famiglia.. Mi è piaciuto, lo consiglio.
P.S. Per chi ha letto il libro e commentate male questo film, ricordate film che sia uscito meglio di qualche libro?? Sarà un caso, valutatelo per le storie analizzate e non per le parti mancanti..
Mi dispiace Gabriele ma nn era da te...sinceramente dal Salvatores che conosco io mi aspetto ben altro...se i veri film da te diretti anche se mancanti di una trama ben delineata riuscivano a tenerti comunque incollato alla poltrona, mi sono annoiato a vedere questo...mi dispiace veramente...ti rifarai con il prossimo...
Un prodotto ben realizzato tecnicamente. Le location o meglio i "non luoghi" realizzano a pieno l'emotività dei protagonisti. Attori molto ben preparati soprattutto il padre e il figlio (ce ne sono proprio pochi di giovani attori italiani decenti).
D'altra parte però non è stata del tutto convincente per me la figura interpretata da elio germano, a volte un pò costretta. Altra pecca è in parte il senso di inconsistenza della trama centrale, pochi fatti pochi sviluppi, un pò ridondante nel sottolineare alcuni aspetti inquadrati perfettamente sin dall'inizio del film (e quindi in alcuni momenti superfluo)
Non sono d'accordo con gli ultimi commenti. Mi sembrano troppo severi e ingenerosi nei confronti di un film che cerca di uscire dai soliti schemi del cinema italiano ormai fatto solo di commediole agrodolci, filmetti generazionali o opere autoriali troppo autoreferenziali e presuntuose. Con "Come Dio comanda" Salvatores ha realizzato un'opera forse non perfetta e a volte respingente, ma sicuramente originale, forte, toccante e coraggiosa. E' un pugno nello stomaco che ci fa male ma anche ci intenerisce e risveglia da un torpore culturale che da qualche anno ( a parte esempi recenti come Gomorra, Il divo, Aria salata e Il resto della notte) soffoca il cinema italiano. Finalmente un film che esce dai soliti clichè, con personaggi diversi e uno sguardo originale sulla realtà, e la capacità di raccontare una storia con la solo forza delle immagini senza affidarsi a parole o dialoghi scontati.
Dal brutto romanzo di Ammaniti Salvatores riesce tutto sommato a tirar fuori un film quasi decente, soprattutto grazie allo sfrondamento degli elementi di troppo (su tutti l'insulso personaggio di Danilo Aprea e la storia d'amore dell'assistente sociale), alle ottime prove attoriali ed all'eccellente fotografia del fedele Petriccione. Il resto, ovvero la sceneggiatura, latita terribilmente, frammentaria ed inconcludente come raramente si era visto nei precedenti film di Salvatores. L'angoscia della periferia ed il carosello di disperazione dei personaggi rimangono fondamentalmente sul taccuino delle buone intenzioni, e nessuno dei propositi di Salvatores colpisce veramente nel segno. Alla fine quello che risulta è un film medio(cre), risibile e svogliato; va però detto a parziale discolpa del sempre ottimo Salvatores che, a differenza di "Io non ho paura", in questo caso il materiale di partenza era veramente scadente. Il voto è un po' più alto del dovuto per rendere merito allo straordinario Filippo Timi, balbuziente nella vita ed attore di razza purtroppo sottostimato, il cui Rino Zena riesce da solo a colmare tutti i buchi di sceneggiatura circa il suo personaggio e gli agghiaccianti dialoghi. Bravo anche Germano, pur se troppo spesso sopra le righe, e promettente il ragazzino, che esprime il proprio disagio 10.000 volte meglio di qualsiasi adolescente pseudodepresso di Gus Van Sant.
Concordo con i miei compagni di film! Inoltre, gli attori riescono a dare il peggio di se stessi, forse si salva il ragazzino. Dialoghi banali, (come quello in chiesa su D.I.O.), e alcune scene "troppo forzate". Non amo particolarmente Ammaniti, anzi... e Salvatores ètanto lontano da Marrakech Express.
Mi dispiace rovinare la media, ma io ho trovato questo film bruttissimo. Non si salva nulla, o quasi. Personaggi davvero poco azzeccati (a cominciare dal bravissimo Germano davvero sopra le righe) e una serie di paradossi senza senso: Quattro Formaggi che improvvisamente rinsvavisce e fa un ragionamento uscendo e entrando a suo piacimento dalla camera dove il suo amico è in coma, la donna che fa l'amore con l'uomo e si accorge poi di un'enorme svastica alla parete accusandolo di nazismo (capisco la miopia...), l'ipod che suona sempre la stessa canzone,...persino la fotografia del grande Petriccione è piuttosto deludente. Vedere poi un produce placement con marchio Lovable bene in vista per un film di Salvatores mette davvero tristezza.
Classico film "italiano", cupo, drammatico, con agrovigliamenti interiori oltre ogni limite (noi italiani non riusciamo a fare un film solare, genuino e fresco, l'alternativa sono solo i cinepanettoni), molto farraginoso, il libro non l'ho letto, ma vedendo il film non mi viene voglia, buoni gli attori, ma questa non è una sorpresa, poco altro.....solo tanta pioggia. Lemming
..e sono generosa, si salva la colonna sonora e alcune scene "suggestive", per il resto ti lascia un senso di angoscia non per i contenuti ma per come sono trattati: sopra le righe e paradossali; il pazzo non è proprio pazzo, il padre per carità, e d.io non è d.io e quindi non comanda. boh..mi verrebbe da dire non classificabile, forse ha influito pure il clima uggioso, acqua fuori e acqua dentro.
Cupo, teso e con un'ottima storia a sorreggerlo! Il film di Salvatores è sicuramente un buon prodotto del cinema italiano, ben interpretato e accompagnato da una bella colonna sonora! Ottima la fotografia!
Altro film di Gabriele Salvatores basato su un romanzo di Ammaniti. Film che secondo me non tradisce le attese anzi... Conferma tutto ciò di buono detto finora.Ogni scena è caratterizzata da una dose di suspance che impalpabile condiziona lo scorrimento della storia. Interessante la colonna sonora,con fonti in e off che si alternano continuamente in relazione agli eventi. Ottime le interpretazioni degli attori tranne quella di De Luigi che in un ruolo abbastanza delicato sembra sempre quello di Love Bugs. Curatissimi gli aspetti emozionali e quello del filo invisibile che lega padre e figlio,quel filo che sembra indistruttibile anche se fragile,quel filo che alla fine ti fa quasi commuovere,quel filo che fa di questo film un'opera eccellente... Complimenti Salvatores...
Salvatores ritorna con un dramma famigliare ambientato nel nord est friulano, in un malinconico paese dove la modernità si sforza di inserirsi in un contesto rurale poco aperto ai cambiamenti. Lo sfondo è lo stesso che ha ispirato Molaioli nel suo "la ragazza del lago" (ci sono anche alcune analogie nella trama ad essere sinceri).
In realtà il contesto socio-culturale al regista partenopeo interessa relativamente, in quanto questioni come le problematiche giovanili e l'immigrazione accettata/sopportata dalle comunità locali vengono solo accennate rispetto all'intenso rapporto tra padre e figlio che rappresenta il tema principale della pellicola. Un rapporto atipico, cosi come quello con il terzo protagonista della vicenda, un soggetto con dei problemi mentali chiamato "Quattro formaggi", a cui il padre del ragazzo fa da balia, a dispetto del suo carattere violento.
Il "triangolo" dei protagonisti è le cosa più riuscita del film, in quanto Salvatores riesce a farci amare tre personaggi nonostante la loro discutibile morale e le azioni che compiono. Merito anche del cast: Germano mostruoso come sempre, Timi perfettamente nella parte e il giovane Caleca con un buon avvenire davanti. Altro punto forte è la fotografia: veramente splendida, a dimostrare come alcuni luoghi se visti sotto una certa ottica possano affascinare, anche se la gente in cui ci abita fa di tutto per andarsene (valutazione assolutamente di parte..).
In conclusione, "Come dio comanda" è sicuramente un buon lavoro; forse un maggior approfondimento delle tematiche accennate in apertura di commento avrebbe dato quel valore aggiunto all'aspetto emozionale che è stato ben sviluppato.
lavoro che alterna bellissime sequenze ed altre che sembrano buttate la' per far passare il tempo. I protagonisti non sembrano sempre all altezza,pero' rimane sempre un film dignitoso.
Premetto: non ho letto il libro e anche se fosse odio i parallelismi tra libri e film. Il mio giudizio e il voto che lo riassume è una mia personale visione, non una critica a coloro ai quali il film è piaciuto. Il film l'ho trovato piuttosto orrendo. Una ciminiera che fuma, un pazzo che sbava, una ragazzina che cicaleggia in motorino, un ragazzo imbronciato, una cava di pietra, una svastica su un muro. Non ho trovato ne profondità ne introspezione. Un film sudicio. Nel senso di schifoso. Di solito questi film dovrebbero almeno toccare l'animo di chi li guarda. A me personalmente ha lasciato annoiato. Con me non ha centrato questo obbiettivo. Ripeto, è una mia impressione personale e tale rimane. Però per questo motivo lo boccio in pieno. ''Io non ho paura'' era stato azzeccato. Questo mi ha fatto schifo. La sola interpretazione degli attori, sempre secondo il mio personale modo di vedere i film, se non sorretta da una sceneggiatura degna di tale nome, non fa un film (piuttosto vado a teatro). Mi scusi Salvatores, mi scusino coloro ai quali il film è piaciuto. Ma in sala mi sono irritato ed annoiato.
Mi rincuora il fatto che il cinema italiano non sia ancora morto ... siamo ancora in grado di produrre dei film di valido spessore... "comediocomanda" risulta essere infatti,amio parere, un film molto bello e toccante, con delle trovate veramente geniali da parte del regista! Merita assolutamente di essere visto.Il padre "Rino", il figlio "Cristiano" che merita un plauso particolare(GIOVANE E BRAVO)e "Quattro formaggi" hanno recitato splendidamente dando al proprio ruolo un vero e proprio significato.Ci sono delle pecche , ma già quello che ho visto è bastato per far si che lamia valutazione sia più che positiva.
La prima volta di Salvatores con un testo di Ammaniti ("Io non ho paura") è stata anche la sua prova migliore, il capolavoro (quasi) di un regista forse troppo compiaciuto o (al contrario) superficiale per entrare completamente nelle mie corde. Con "Come D.io comanda" si pongono altri problemi: forse Ammaniti è riuscito a descrivere meglio quel senso di ambiguità affettiva, di deriva psicologica della storia e dei suoi personaggi, forse quest'epilogo voluto da Salvatores mantiene innata (fin troppo) la sua proverbiale ambiguità. Si possono amare i "cattivi maestri"? Certo che sì, magari attraverso la sorniona cattiveria dell'ottimo Filippo Timi, incarnazione di un "male" rassicurante e proprio per questo ancora più temibile. Salvatores dirige con piglio sicuro: attratto più o meno consapevolmente da Mendes e Shyamalan, Van Sant (cfr. Elephant) e Twin Peaks vs. Lynch, mostra una buona dose di coraggio nel trascrivere formalmente una sequenza (quella dell'aggressione nel bosco con le sue drammatiche conseguenze) dalla durata spropositata e inusuale. Il problema è che spesso questa perfezione formale (e mettiamoci dentro anche l'ossessione voyeuristica del cinema come immaginario collettivo, anche dei sensi) rischia di raffreddare le emozioni, nonostante la buona prova degli attori. Timi eccellente, Germano notevole (anche se cominciano a stancare i suoi ruoli da psicolabile perenne), un pò meno il giovanissimo Careca (mi pare si chiami così) non ancora pronto secondo me a "bucare lo schermo". Ottima fotografia, nell'insieme un pò lugubre della vicenda, e - come sempre - azzeccato il rapporto tra immagini e musica (Antony, R. Williams, Treallegriragazzimorti, Elisa etc.). Resta il fatto che, alla fine, non ho provato le emozioni che avrei voluto, forse perchè non riesco a reggere fino in fondo il paternalismo ammiccante e pseudoclericale che vorrebbe incoraggiare una rivalutazione del personaggio che - umanamente - non trovi mai
Bellissimo. Sono 3 anni che non versavo una lacrima....invece sul finale mi sono commossa tantissimo! E' un film profondo, difficile, mai scontato, che tiene viva l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine. E' crudo, drammatico, ma reale. Alla fine tu sei dentro il film, e non è roba da poco. Attori bravissimi, da pelle d'oca. Un 10 ad un film italiano tutto meritato