blueberry (2004)

Sottovalutato western psichedelico con molti difetti ma che sinceramente ho trovato a suo modo interessante.
Pare importante specificare che non si tratta di un western inteso nel senso classico del termine,ma un film in cui il riferimento spazio-temporale è unicamente ad uso delle tematiche trattate,legate soprattutto allo sciamanesimo ed ai riti ancestrali dei nativi americani.
“Blueberry” infatti si ispira all’omonimo fumetto del geniale Moebius ma poi si ne discosta di netto,mettendo quasi in secondo piano la figura del protagonista,per miscelare un storia decisamente nota,basata sui soliti archetipi del cinema di frontiera,ma con un’aurea mistica creata da visioni oniriche attraverso un abbondante utilizzo della computer grafica.
Il film è comprensibilmente irritante,la storia di fondo non potrà coinvolgere più di tanto gli amanti del genere,mentre l’eccessivo appoggiarsi a situazioni fantasy potrebbe risultare noioso.
Il difetto principale è quello di un epilogo visionario interminabile,ma l’idea di un duello finale estraneo a quelli cui siamo abituati è una discreta sorpresa,inoltre il risultato finale è impreziosito da un cast eccellente,anche se non sempre sfruttato a dovere.Mi viene in mente Dijmon Honsou cui è affidata una particina minuscola,ma anche lo stesso Ernest Borgnine non è che abbia grande spazio.
Tutto sommato ho trovato degno di attenzione il lavoro di Jan Kounen,coraggioso nello sperimentare e non sempre in grado di dare continuità al suo operato,ma volenteroso nel creare qualcosa di originale anche se a tratti ripetitivo e troppo “ricco” visivamente.
Magnifiche le ambientazioni incorniciate da una fotografia sublime,Vincent Cassel funziona benissimo in un prodotto che pare uscito dai deliri di uno stregone pellerossa sotto mescalina,chiunque volesse vederlo è avvertito.