Gli agenti dell'intelligence britannica sono alla serrata ricerca di un traditore tra i loro ranghi. Mentre il mistero si svela, diventa chiaro che nessuno è al di sopra di ogni sospetto.
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Un "Carnage" che Soderbergh non poteva non rielaborare in modo antitetico a Polanski: tanto urlato e sguaiato quello, quanto com'al solito asettico e controllato il regista americano, stavolta pure facilitato dal contesto british hithcockiano. Sul tema della menzogna da 35 anni ha dedicato metà della sua filmografia, forse stavolta aggiunge un'analisi del rapporto di coppia, un "Mr. & Mrs. Smith" bergmaniano. Una dark sofisticated comedy in cui regista e cast si gettano nella mission impossible di comunicarci il loro elegantissimo sobrio, trattenuto, impassibile, soffocato divertessement, ma col latitare dell'empatia l'esito è prevedibilmente glaciale. Il botox della Blanchett accentua l'inespressività e nel frattempo il format è stato usato anche da Genovesi. Megaflop botteghinaro: notizia confortante.
Più o meno il solito Soderbergh, regista che non trovo pessimo, ma mediocre si, poi qualche volta ha tirato fuori qualcosa di buono - "Sex, Lies and Videotapes" -, e alla fine il film in questione rispetta questa linea, è una spy story blanda, che basa tutto su questa figura, ormai macchiettistica, dell'agente segreto infallibile, qui interpretato da un Michael Fassbender comunque carismatico e adattissimo al ruolo, con la sua flemma e la sua imperscrutabilità, dando origine al plot con questo incarico che gli viene assegnato nello scoprire una talpa all'interno dell'organizzazione, portando tra i vari sospettati alcuni suoi cari colleghi di lavoro, ma soprattutto la cara moglie, interpretata da un'affascinante Cate Blanchett, iniziando questo gioco di sospetti, verità nascoste, missioni in segreto che alimentano i dubbi sulla buonafede, ingarbugliandosi un po' nella parte centrale ma comunque riuscendo a snodare discretamente la vicenda nelle battute finali.
Uno dei principali meriti del film è quello di mostrare la vita delle spie da un punto di vista più umano, mettendo in risalto una sfera privata spesso boicottata dal lavoro stesso, le numerose sequenze dalla psicologa mostrano come le spie abbiano una certa difficoltà a vivere, specialmente le relazioni, che per forza di cose sono influenzate dal loro lavoro pieno di segreti che non possono rivelare neanche al partner, mostrando, nella ristretta cerchia dei sospettati, anche i loro problemi sentimentali, tra tradimenti, gelosie e paranoie che si vengono a creare, tematica interessante sulla carta ma trattata in maniera abbastanza superficiale, quasi da soap opera con svariate scenate di gelosia, frecciatine, piccole ripicche e via dicendo.
Messa in scena poco impattante, apprezzabile un certo minimalismo registico, che gli dona quasi uno stampo teatrale, dato che è un film basato prettamente sui dialoghi la cui parte migliore sono le buone interpretazioni dei protagonisti, ma francamente è parecchio dimenticabile.