I coniugi Chamberlain, accusati di aver ucciso la figlioletta neonata, sostengono che la bimba è stata rapita di notte da un cane selvatico, introdottosi nel campeggio dove trascorrevano le vacanze. I media impazzano, l'opinione pubblica è ostile; mentre la madre, dura ai limiti dell'antipatia, non cede, il padre invece crolla...
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La storia è di quelle impressionanti, non occorre neanche dirlo, e pensare che è tutto vero fa ancora più effetto. Ma il film a mio parere non è assolutamente riuscito, ogni singolo personaggio (protagonisti e comparse) è antipatico, perfino i Chamberlein per i quali lo spettatore conoscendo la storia dovrebbe caldeggiare risultano irritanti con i continui riferimenti a Gesù, il Signore e compagnia bella.
Stesso livello di irritazione raggiunto con i teatrini eccessivamente di parte ed enfatizzati da parte delle persone del luogo.
Mi è sembrato molto simile ad una caricatura della realtà, dove tutto è estremizzato e categorizzato senza vie di mezzo. Solito immancabile finale buonista e prevedibile che conferma quanto visto prima.
Non fosse per una brava Streep (non tra le sue migliori interpretazioni comunque), il mio sgradimento sarebbe stato ancora maggiore.
Macché? E' brutto! Fosse stato diretto da Sydney Lumet sarebbe stata tutta un'altra storia. Quella sorta di didascalia, dove si vede la gente comune commentare, è davvero una trovata imbarazzante, atta a facilitare lo sviluppo della trama intensa che un bravo regista e un bravo sceneggiatore saprebbero mettere in scena con estremo agio. Se ne vedono parecchie di quelle didascalie e questo non giova allo spettatore, lo irrita e lo infastidisce non poco. Dopo di che, che dire della ripetitività? La parola "dingo" sarà stata ripetuta almeno una cinquantina di volte. Insomma, non si fanno così i buoni film. "Un grido nella notte" appartiene a quella categoria di film che hanno una trama ottima ma sono fatti male: ottima la storia (tra l'altro vera), mediocre la rappresentazione della medesima.
Dramma giudiziario pesantissimo e mal sceneggiato, che solo l'incredibile prova autolesionista della Streep riesce a risollevare. Da vedere solo per lei, senza dubbio tra le più grandi attrici della storia. Ma il film è anonimo e prolisso.