the kingdom - il regno (1994)

Assoluto. Imprescindibile. Che in Danimarca abbiano Lars Von Trier, che in Danimarca abbiano serie televisive come questa fa veramente incazzare. Non vorrei fare un discorso qualunquista, ma in Italia la gente si emoziona con Elisa di Rivombrosa o I Cesaroni. Raramente ho trovato un connubio così geniale e affascinante di ironia, macabro, umanità e malvagità. I quattro ingredienti fondamentali sono miscelati dal genio assoluto del cinema scandinavo in questo immenso prodotto cinematografico (di televisivo ha solo i bellissimi titoli di testa) che dura quasi 5 ore, ma che sembra duri un minuto. Come già osservato non è la storia in sé a rendere questo film un grandioso esperimento, bensì la superba caratterizzazione dei personaggi, unita alla solida regia di un tecnico già esperto. Siamo lontani anni luce da "Europa", e pare quasi che Von Trier abbia radicalmente modificato sia i suoi interessi, sia il suo modo di concepire la realizzazione di una pellicola. Lars sfrutta le sue innumerevoli fobie per introdurci in un mondo distorto e malato, ma incredibile vivido e reale. The Kingdom si potrebbe riassumere in un'immagine frequente, ovvero l'ospedale visto dall'alto immerso in un'inquietante luce rossa. The Kingdom si potrebbe riassumere in una frase detta dal menestrello della storia, il narratore onnisciente, curiosamente impersonato da un giovane affetto da Trisomia 21, probabilmente per radicare ancor più nello spettatore la convinzione di essere in un mondo dove il concetto di "sano" è molto relativo: "Nell'archivio sembra ci sia pace, ma è là che è racchiuso tutto il dolore". The Kingdom è la rappresentazione di ogni nostra paura, di ogni nostra ossessione, e cosa c'è di meglio di un ospedale per concretizzare questo Luogo immaginario in un'opera d'arte?