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In termini di paura è il nulla cosmico a caratterizzare per tre quarti il film di Bava, le fiammate dell'ultima parte invece appaiono abbastanza flebili e secondo me non bastano per propendere verso un voto positivo. La performance del cast mi è sembrata complessivamente valida, il ritmo degli eventi però non è costante e gli effetti visivi non riescono ad infondere granchè in chi guarda, offrendo una visione poco accattivante che si fa dimenticare in fretta.
Il termine "shock" sta a significare un forte sconvolgimento, tale trauma è quello che, ovviamente, colpirà la protagonista del film di Bava, una signora vedova interpretata nell'occasione da Daria Nicolodi, icona conosciuta nella sfera del film thriller anni 70/80, come scordarla nel film "Profondo rosso"? Però, adesso, entrando a mani basse nel discorso del lavoro di Mario Bava, "Shock", possiamo dire che quello del 1977 è un film, a livello di sviluppo e confezione, abbastanza frequente in questo tempo, in questa fase cinematografica del tempo. "Shock" più che thriller sembra vestire a pieno le vesti del film dell'orrore, infatti dietro ad una trama praticamente lineare e abbastanza elementare la regia costruisce una serie di suggestioni praticamente eterne costanti del genere. Come elementi salgono in cattedra il bambino con le sue chiusure mentali e la casa sinonimo di diabolicità. Oltre questi punti di ordinaria uniformazione nella produzione di Bava difficilmente esce fuori qualcosa di enormemente particolare e agghiacciante. Il film è troppo casereccio e poco tecnico, insomma fotografia pessima e lavoro musicale abbastanza dozzinale. Si estranea un po' dalla massa la scenografia (artigianale) che mette in mostra oggetti (ad esempio la macabra mano) che stuzzicano il lato "oscuro" dell'intelletto umano. A questo punto, ancorando il discorso alla scenografia, bene l'inizio che, contornato dalla musica, dona quella vena di mistero al prodotto. Ma solo dopo tutta questa analisi capiamo che "Shock" seppur offrendo qualche buon punto viene a mancare nel complesso, storia poca ammaliante ed energica.
Prova decisamente sottotono di mario bava che dirige 1he30min di noia e di assurdità. Il padre che si impossessa del figlio e attraverso il pensiero e riti vodoo fcompie la sua vendetta mi mancava nelle boiate che avevo visto. Da amante degli horror anni 70/80 dico che è Decisamente evitabile. La recitazione è proprio povera povera, si salva un pò solo la Nicolodi.
Pallido, noioso e svogliatissimo horror di Mario Bava, qui al suo ultimo film. Idea non male, ma messa in scena pessima: attori incapaci (Nicolodi certo, ma il bambino, oh quel bambino, che voglia di strangolarlo... peggio di una spina nel culò), sceneggiatura ridicola, regia indifferente, scenografie povere, musiche inascoltabili. Veramente palloso. Lo pagai 50 cents. nuovo di zecca in VHS, ora capisco il perchè! Quello che invece non capisco sono sti votoni, mah... Da dimenticare.
Effetti pecorecci e bambino insopportabile per un horror che confeziona una sceneggiatura interessante ma non originale. Un horrorrino ino ino che di grande ha solo il nome del regista. Qualche scena azzeccata. Ottima la recitazione della madre...