Trama del film Prendimi! - la storia vera più assurda di sempre
Per un mese all'anno, cinque amici altamente competitivi si sfidano in una versione senza barriere del gioco del "tag" cominciato dai tempi delle elementari, mettendo a rischio la propria pelle, il proprio lavoro e le proprie relazioni, pur di poter gridare l'urlo di battaglia "Preso!". Quest'anno, il mese del gioco coincide con il matrimonio dell'unico giocatore ancora imbattuto, cosa che dovrebbe renderlo un bersaglio facile. Ma lui sa che gli altri stanno arrivando... ed è pronto. Basato su una storia vera.
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Lo spunto è bello - anche perchè tratto da una storia incredibilmente vera - ma si esaurisce presto; il resto lo fanno la simpatia dei protagonisti e un pò di mestiere per arrivare alla canonica durata di 90 minuti per le commedie di questo genere. Non mi sento di bocciarlo, è pur sempre pensato per funzionare come mero intrattenimento, tuttavia non è certo un film che passerà agli annali del cinema. Metto un sei di stima e per l'effetto nostalgia di rivedere Helms e la Jones ancora insieme dopo l'avventura di "The Office".
Sembra di vedere una sorta di "proviamo a esagerare ogni scena stile notte da leoni". Peccato che scene divertenti diventino alla lunga noiose, attori non sono un granché. Una storia banale allungata per nulla.
Come ti divoro Truffaut e Monicelli Un film d'un'altra epoca, quell'eroica senz'eroi dei cinecomics. Se "Le Quatre Cent Coups" di Truffaut (1959) si presentava com'un lirico biopic sulle difficoltà dell'infanzia alle quali sopravvivere con la letteratura (Balzac) e la cinefilia, al contrario "Tag" del debuttante Jeff Tomsic mostra sia la piena consapevolezza dell'odierno sbandamento epocale, un'inesorabile deriva vers'invecchiamento, malattie nefaste e morte, sia l'unica decorosa strategia di sopravvivenza finora individuata. Dunque anch'esso è sia un survival movie ch'un biopic pur s'il numero dei personaggi reali è stato dimezzato, tuttavia la metà residua del cast eccell'e ci mostra l'unico rimedio sin qui decente al disastro esistenziale: colmar'il tempo con un gioco apparentemente stupido ch'invece serv'almeno a condivider'il tracollo fr'amici. Le "zingarate" di Monicelli? Goliardate geriatriche. Da brividi la cover acustica di "Lake of Fire" d'Eric Bachmann.
Commedia scemina che sarebbe anche divertente se durasse mezz'ora, poi diventa molto ripetitiva e poco interessante. La cosa migliore però è Jeremy Renner, strepitoso come sempre anche in veste di cazz0ne.
Commedia che aveva un bel potenziale, ma che torna spesso su temi cari ai ruttatori da birreria, con raffinate battute su peni che entrano nei buchi, palle pelose e qua mi fermo che se no molti di voi avranno un air action vigorsol. Bilanciando i pro e i contro, direi scarsamente sufficiente.
E' un film fatto per passare la serata. Lo spunto sarebbe anche buono, anche perchè poteva dare modo a qualche, sia pur timida, riflessione proprio in quei momenti in cui il continuo alzare la posta in gioco. In parole povere quando l'aspetto puramente ludico, sconfina nel paranoico e nel politicamente scorretto. Tale aspetto viene lasciato correre e rimane una normale commedia.
"Non smettiamo di giocare perchè diventiamo vecchi ma diventiamo vecchi perchè smettiamo di giocare".
Una commedia di puro intrattenimento che inneggia all'amicizia, interpretata e diretta in maniera scaltra per offrire una visione dinamica e simpatica assicurandosi consensi positivi. Finale costruito ad arte per lasciare un senso di malinconia misto alla spensieratezza di ritrovarsi e stare tra amici. Discreta la colonna sonora.
Tag (titolo originale del film) va molto vicino all'essere divertente, intelligente e godibile. Il finale apre ad una profondità e ad un messaggio che onestamente non mi aspettavo, ma, a parer mio, la pellicola non raggiunge quella brillantezza e quella credibilità tali da farle raggiungere la sufficienza piena.
Bella commedia sul "rimanere bambini" almeno per un mese all'anno giocando a "ce l'hai" dove il "campo di gioco" non e' la strada ma "il mondo" e pur di mantenere questo piccolo "barlume" di fanciullezza,si e' disposti a tutto anche il giorno del proprio matrimonio o quello del migliore amico.La forza di questa commedia e' che ci sono le mogli che invece di fare la predica al marito che "deve crescere" e non giocare a "giochi stupidi" aiutano addirittura il marito nel gioco e partecipano pure loro.Questa lo porterebbe a una commedia da sette visto che e' anche brillante e divertente ma il modo che alla fine riescono a "prendere" il loro amico che non avevano mai preso ovvero