oszi almanach regia di Bela Tarr Ungheria 1985
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oszi almanach (1985)

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locandina del film OSZI ALMANACH

Titolo Originale: OSZI ALMANACH

RegiaBela Tarr

InterpretiHédi Temessy, Erika Bodnár, Miklós Székely, Pál Hetényi, János Derzsi

Durata: h 1.59
NazionalitàUngheria 1985
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1985

•  Altri film di Bela Tarr

Trama del film Oszi almanach

Gli occupanti di un grande appartamento disperatamente cercano di mettersi in relazione gli uni con gli altri, rivelando le proprie paure ed i propri timori.

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Voto Visitatori:   8,25 / 10 (4 voti)8,25Grafico
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Voti e commenti su Oszi almanach, 4 opinioni inserite

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Filman  @  28/05/2023 17:56:31
   8½ / 10
Un capolavoro concettuale, con questi personaggi che irrazionalmente condividono la stessa scena come una metafora di una società contemporanea fatta di turbe, indecisioni e afflizioni. Un capolavoro di scenografia, questa dimora elegante e mutaforma ma così dimenticata e lasciata sotto al cellophane. Un capolavoro anche nella scelta della fotografia, semplice ma vivida, e delle musiche, strumentalmente normali ma modernamente sintetizzate.
OSZI ALMANACH (Almanacco d'Autunno) non è però un film relativamente perfetto perché si dimentica spesso la sua natura surrealista, sperando di poter risolvere tutto con urla e litigi come quelli di una vera famiglia in delle vere case popolari, quando ciò che conta non sono le situazioni concrete ma le sensazioni eteree dei personaggi che si abbandonano all'espiazione delle proprie velleità umane, nelle migliori sequenze del film.
Bela Tarr preme forte su un'idea basilare e ne esce un diamante, ovviamente grezzo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/01/2019 21:34:53
   7½ / 10
Un microcosmo di personaggi segnati dalla solitudine e dalla meschinità. Le loro parole non fanno altro che riflettere i loro contrasti, le loro miserie e le loro ambiguità. In un certo senso sono personaggi morti dentro, che ruotano intorno al patrimonio di Hedi. Ottimo l'uso della fotografia, lontana da ogni realismo e fortemente espressionista, con forti crimatismi quasi a segnare i contrasti che covano in superficie e nel profondo. E' un Tarr diverso prima delle sue ultime opere, ma è tangibile un senso di pessimismo che non ti lascia.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  27/05/2010 13:32:25
   8 / 10
In "Almanac of Fall" sembra che Tarr sperimenti varie soluzioni registiche al fine di plasmare quello che sarà poi il suo stile definitivo, con cui firmerà i lavori di maggior successo della sua filmografia. In questa pellicola, infatti, il regista ungherese opta per delle soluzioni evidentemente distanti da quelle che generalmente contraddistinguono la sua regia e più in generale i suoi film: piani sequenza meno lunghi del solito (seppur, intendiamoci, di una durata mai indifferente); inquadrature molto meno statiche, anzi, Béla Tarr sperimenta in quadrature di ogni tipo, finanche inquadrature dal basso; azzarda addirittura qualche campo/controcampo, cosa impossibile da riscontrare nelle pellicole successive. Inoltre, al classico b/n, che è caratteristica imprescindibile del cinema del regista, quest'ultimo preferisce il colore e gioca con diverse tonalità (rosso, verde, giallo...) dando vita ad una fotografia davvero stupenda. Tuttavia, nonostante queste differenze, non si fa fatica a riconoscere il tocco di Béla Tarr, e per le scelte musicali e per i temi e le caratterizzazioni dei personaggi. Ancor di più, però, per l'assenza di speranza, lo sfacelo e il cinismo dei quali la pellicola è intrisa. Finale, a tal proposito, cattivo, glaciale e stupendo.

Interpretazioni come sempre perfette, su tutti il fedele Miklós Székely B.

DarkRareMirko  @  29/11/2009 23:04:51
   9 / 10
Sarà che cito spesso Subconscious cruelty anche nei commenti di film diversissimi da esso, ma, almeno questa volta, ed almeno riferendosi alla prima parte di questo OSZI ALMANACH, il paragone parrebbe davvero indicato, visto che anche nel film di Tarr la fotografia è molto particolare, dominano sulla scena il blu ed il rosso ed i colori sono davvero esasperati.

Effetto che come si sarà capito comunque amo molto, e che fù inaugurato, credo, da Argento col suo Suspiria.

Per parlare della trama mai spiegazione fù più riusicta di quelal esposta dal riassunto qui sopra; si tratta di un lungoetraggio che parla spesso di monologhi tra personaggi, molto studiati ed approfonditi, che di rado ci presenta location esterne ma che spesso contrappesa ciò con virtuosismi tecnici davvero riusciti, come inquadrare i personaggi dall'alto, o da sotto il pavimento sopra cui essi risiedono (!!!), effetto davvero interessante, reso possibile da particolari posizionamenti della mdp, da pavimenti trasparenti e dall'uso di specchi.

Tra tradimenti, scene di sesso softocre, mancanza di danaro e via dicendo, nel finale, almeno così pare, si raggiungerà comunque un certo equilibrio; unico film di Tarr a colori (e che colori!).

Da non perdere - ma se non avete al seguiti sottotitoli almeno in inglese, lasciate stare, visto che su 115 minuti di film almeno 110 sono parlati.

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