EO è la storia di un asino, che liberato da un circo polacco inizia un viaggio attraverso l'Europa fino a giungere in Italia, incontrando e conoscendo le gioie e i dolori dell'umanità più varia. Una versione poetica, tenera, dolceamara e profondamente umanista di un "road movie", un ritratto delle relazioni sociali e dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno, che ci aiuta a estendere i confini della nostra empatia.
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La sensazione persistente durante tutta la visione è quella di una sorta di remake "moderno" di "Au hasard Balthazar" di Robert Bresson. Il soggetto del film (l'asino) e la dinamica sono praticamente gli stessi. L'animale che subisce maltrattamenti e che viene puntualmente sfruttato dagli esseri umani ma che trova comunque la forza di ribellarsi. E poi qua e là qualche inserto fluo, un omaggio palese a "2001: Odissea nello spazio", qualche simbolismo anti-tecnologico. Però, a conti fatti, non solo il film risulta pesantemente debitore in tutto e per tutto a Bresson, ma anche i tentativi di renderlo "contemporaneo" con le scelte musicali/visive/registiche appaiono sempre artificiose e artefatte. È tutto finto, tutto catchy. Un tentativo mal riuscito di fare cinema d'essai intriso delle soluzioni più facili e scontate del mainstream arty contemporaneo. Bocciato.