In un'America sull'orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.
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La Guerra dei Mondi senza marziani, ma con la sua greve e disfatta umanità. Sicuramente è un film che va celebrato, che è già di Culto, perché Osa raccontare una realtà distopica rendendola reale o meglio è la distopia che ormai si avvicina a una sprcie di Realtà. Un film che strizza l'occhio a K. Bigelow e Carpenter, ma nel suo climax antipolitico ricorda sicuramente il capolavoro di Gavras, "Missing". Nel suo percorso Apocalittico, dove l'America sembra un'Intera Striscia di Gaza e anche peggio, un paio di sequenze surreali (Jungle Bells che suona da una radio mentre partono pallottole e bombe a mano!) sono da antologia, come il ricorso alla musica inquieta e agghiacciante dei Suicide di Alan Vega. Ha sicuramente tante frecce al suo arco, ma i voti mi sembrano cmq esagerati. Puoi condividere una Guerra Civile dove, per sopravvivere, si fa finta di nulla - cfr. Un retaggio anti-ideologico ma sarebbe stato opportuno pretendere di più per un film Politico almeno le ragioni di certe sommosse Americane. Per un'ottima Dunst che sembra la Fallaci di turno il Presidente degli States ridotto a macchietta con un'epilogo tanto frastornante quanto fumoso questi difetti rischiano di compromettere sensibilmente le potenzialità enormi del film di Garland. Diciamo che come prodotto mainstream con velleità autoriali è tra i più temerari di sempre. Con una collocazione diversa da scenari consueti sarebbe stato un capolavoro