Mark e i suoi amici scoprono le terribili conseguenze derivanti dall'aver giocato con la barriera della separazione, che li trascinerà ulteriormente lungo un percorso di guai e dolore.
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Non si poteva pretendere l'effetto novità della prima stagione, questo lo avevo messo in preventivo. Alcuni episodi mi sono sembrati abbastanza riempitivi come qualche sottotrama secondaria, però alcuni sviluppi sono molti interessanti. Diversi elementi sono estremizzati a partire dalla scissione stessa che tende a creare due individui totalmente differenti all'interno di un solo corpo ed in questo il bel finale della stagione, non c'è che dire, lo evidenzia. La Lumon non è solo una semplice multinazionale, è vicina come mentalità e cultura interna ad una neo religione con la sua mitologia e come ogni religione c'è sfruttamento e sottomissione di chi ne fa parte all'interno di essa. Malgrado qualche impantanamento, la parte finale e l'episodio finale offre una buona accelerazione narrativa che potenzialmente offre degli scenari nuovi rispetto a quelli già visti e soprattutto pone degli interrogativi rimasti, un po' furbescamente, messi in naftalina per essere ripescati più tardi. E' una serie che rimanda al distopico anni 70 ed a Dick come si evidenzia bene nella fotografia sgranata delle ultime immagini del finale.
La prima stagione era un crescendo di situazioni, di tensione, c'era una coerenza narrativa chiara e limpida. Questa seconda è una stagione altalenante, che alterna cose riuscite ad altre meno, c'è troppa carne al fuoco, non sono riusciti a gestire tutto a mio avviso. Siamo comunque su buoni livelli, ma il calo è evidente. Chiaramente non tutto è perduto, perchè nella prossima potranno sicuramente riprendere la strada giusta, ma il rischio sarà di strabordare e complicare ancor più le cose.
Perplesso : alcuni episodi ho faticato a tenere gli occhi aperti, pur riconoscendo tecnica e qualità credo che la storia l'abbiano voluta diluire troppo per allungarla in un'ulteriore stagione...la storia procede in maniera lentissima, si affida ai dettagli e ai praticolari che diventano importanti col procedere della storia ma allo stesso tempo diventa in alcuni episodi soporifera (la puntata dello stage sulla neve o delle caprette) 7º e ultimo episodio senza dubbio i migliori e fantastici. Musiche come sempre molto belle. Speriamo solo di non dover attendere altri 2 anni .
Tanta carne al fuoco, tantissima, troppa. Da una parte gli interni acquistano sempre più spessore psicologico e consapevolezza, sesso e sentimenti compresi. Dall'altra parte, mi è sembrato che si siano divertiti a rendere le cose sempre più complicate e contorte correndo il serio rischio di incartarsi e non saper più come gestire (tanto è vero che qualche situazione si è persa per strada...). I soliti momenti tra surreale e nonsense che iniziano a non fare effetto più di tanto. Da vedere (ma incomprensibile senza aver visto la prima) sperando che riannodino qualche filo in più nella terza stagione.
Se non hai novità, ricicla il passato. L'Apple è come la Lumon: conosce i suoi polli, li profila con minuziose indagini di mercato e gli propina qualcosa che parte dal "nouvelle romance" di Robbe-Grillet o comunque da un suo adattamento cinematografico, quel "L'anno scorso a Marienbad" (Resnais '61) che non rivedrei manco sotto tortura (ci ho provato, lo dico con cognizione di causa). La labirintica psiche secondo Freud? Whitman l'avev'anticipato di poco ("Song of Myself": "I am large, I contain multitudes"), il Nuovo Testamento molto di più ("Il mio nome è Legione ... perché siamo in molti": Marco 5, 9; Luca 8, 30). Giusto per sottolineare che non s'è dovut'attendere l'ipotesi del multiverso. Inoltre: perché confinarsi nel mentale quand'abboccano più fruitori con un concept ipertroficamente polisemico? Inseriamoci pure "Playtime" (Tati '67) e le geremiadi sul mondo aziendale, il Bianconiglio di Carroll, un po' d'Orwell e la scifi di "Paycheck". Infine: il trucco basico per una serie infinita, ogni singolo episodio non deve dipanare la trama bensì incasinarla maggiormente. Geniale. Almeno qualcosa di positivo? "La prima stagione è stata premiata col ReFrame Stamp per aver incluso persone di colore e diversità di genere."