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Se con "Innocent Blood" Miike ci raccontava il passaggio da adolescenza a età adulta con "Nostalgia" si fa un passo indietro alla transizione tra infanzia e adolescenza. Tema portante (esplicitato già nel titolo) è ancora una volta la nostalgia, ma questa volta vista con uno sguardo meno violento e più fanciullesco, ingenuo, spensierato e vagamente avventuroso (come quando i tre amici decidono di partire per l'isola Shikoku). Altri temi molto miikiani presenti sono le risse, la ricerca della felicità e il rapporto virile tra persone di sesso maschile. Oltre al legame tra Riichi e i suoi amici particolare attenzione è posta infatti al rapporto tra il piccolo protagonista e i membri (soprattutto quelli maschili per l'appunto) della sua famiglia: il padre (un uomo fedifrago e pieno di vizi, dall'alcool al gioco d'azzardo)e il nonno (che sembra essere quello più affezionato al piccolo Riichi). Il cineasta giapponese ci mostra un po' tutto il suo repertorio tra idee fantasiose (i bambini che decidono di costruire un Apollo 11 in miniatura), scene grottesche (il padre di Riichi sodomizzato dal nonno) e sprazzi di puro talento registico (vedi l'incontro tra Riichi e Ryoko sul finale). Un vero e proprio coming of age nostalgico e pieno di felicità, in pieno stile Miike.