Un giovanotto posseduto dal diavolo ammazza la fidanzata e la madre. La sorella missionaria, di ritorno dall'Africa, decide di affidarlo alle cure di un esorcista. Costui scaccia il diavolo dal giovane, ma il maligno s'insinua nella sorella...
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La versione da osteria de L'ESORCISTA, firmata Pannacciò ma in realtà diretta da Franco Lo Cascio. Pannacciò mette lo zampino nella sceneggiatura attribuita anche ad Aldo Crudo e Franco Brocani, su soggetto di Giulio Albonico, ed in effetti malgrado questo "urlo" copi spudoratamente il film di Friedkin ci sono collegamenti che rimandano all' horror IL SESSO DELLA STREGA, scritto e girato dallo stesso Pannacciò due anni prima. Ritornano il tema del doppio uomo/donna, una massiccia dose di erotismo (nella versione senza forbici), sbalzi narrativi difficili da seguire come la prima apparizione della messa nera, che sembra di ambientazione contemporanea, invece si scoprirà essere del '700. La mano di Lo Cascio si fa sentire per uno stile leggermente migliore, anche se lui stesso ha rinnegato il prodotto finale, in più Patrizia Gori qui presente come suorina sorella dell indemoniato, riesce a salvare in parte la recitazione. Conte come esorcista al massimo potrà credere al cachet che prenderà, ma non ha quello in cui partecipa; Vernè è il sosia maschile di Linda Blair però la legnosità se lo porta via. Geniale l'inizio in una piazza San Pietro piovosa durante una vera omelia del papa, naturalmente doppiata, sotto lo sguardo incredulo dei vari partecipanti e con un ragazzino che strilla "forza Roma " fuori campo. Purtroppo il resto sarà rinfocolato da dialoghi e monologhi stancanti che uniti ad una regia monopasso, renderanno la proiezione poco godibile, e la battaglia finale tra bene e male, che dovrebbe essere il punto di forza, sarà una guerra a chi recita peggio fra un prete dalla faccia da gangster e un ossesso truccato pigramente che bestemmia con la bocca chiusa. Bellissima Mimma Biscardi quasi sempre nuda.
Boia che delirante horror demoniaco italiano mi sono ritrovato a vedere,diretto da Franco Lo Cascio (autore sopratutto di pornazzi) e firmato per qualche incomprensibile (ma forse, vista la qualità del prodotto neanche tanto) dallo sconosciuto Angelo Pannacciò. Caratteristica principale di questa pellicola ed unico motivo per cui può valere la pena recuperarlo (unicamente in versione uncut logicamente) è la piuttosto sostanziosa quantità di scene erotiche.... insomma è una specie di Malabimba,meno trash però, ma molto più noioso.... Per il resto assistiamo a tutto quello che diecimila film di questo genere dopo l'Esorcista, ci hanno già mostrato,svomitazzate,parolacce e robbe del genere,anche se bisogna segnalare che questa volta la vittima della possessione non è un innocente fanciulla ma un uomo. Tecnicamente ignobile,sotto quasi ogni punto di vista,terrificante anche la recitazione. Consiglio di lasciare assolutamente perdere questo filmaccio e di ripiegare sull'ottimo "L'anticristo".
Sinceramente dal precedente commento mi aspettavo un gran bel film alternativo all'esorcista..ma mi sono dovuto ricredere. Per essere una pellicola che tratta questo tema i momenti di tensione sono minimi..la storia arranca a fatica sino ad un finale poco brillante ed originale. Il momento topico quello dell'esorcismo viene mostrato in fretta e furia e non convince. Di questo genere ho apprezzato molto di più "L'anticristo" di Alberto De Martino.
davvero bello. il "ritorno dell'Esorcista", riproposto in chiave esistenziale, tra le "deliranti" pratiche satanico-settarie: la possessione demoniaca vista come malessere psicofisico, originato dalla repressione di un rapporto sessuale incestuoso (quello che Piero, il posseduto, vorrebbe avere con la sorella Elena, suora) e alimentato dalla frustrazione e l'alienazione. pochi effetti speciali per una sceneggiatura solida, scritta a sei mani da Pannacciò, Crudo e Brocani; la regia, accreditata a Pannacciò, è, in realtà, di Franco Lo Cascio, regista porno, che dimostra, comunque, di cavarsela bene (nonostante le dichiarazioni rilasciate a "Nocturno" - ma, forse, è solo frutto della mia interpretazione?!?). L