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"Smile" dice e mima Charlot alla sua giovane amica nello splendido finale di questo film, mentre le eterne note dell'omonima canzone di Chaplin ("Smile" appunto) dipingono emozioni straordinarie ed intramontabili. Un sorriso, dunque, come arma contro tutti i mali della vita in una morale semplice ma potentissima se vista attraverso l'occhio geniale di Charles Chaplin.
Un capolavoro infatti questo "Tempi moderni" in cui Chaplin rinuncia in gran parte all'elemento emotivo di sublime commozione che era stato protagonista in "Luci della città", puntando con maggior forza sulla comicità e sulla feroce critica all'industrializzazione spietata, ai ritmi inumani dei lavoratori nelle fabbriche con uno sguardo all'America della Grande Depressione e alla piaga della disoccupazione senza mettere da parte certi pungenti stilettate alle autorità costituite già viste in altri suoi lavori.
Un Chaplin che colpisce duro con la risata, sarcastico con enorme intelligenza, non risparmia nulla, diavolo satirico che crea un film attuale e modernissimo ancora oggi, con 79 anni sulle spalle.
Sublimi le sue invenzioni registiche, la fantasia è strabordante, la sequenza di Charlot risucchiato negli ingranaggi della macchina è forse la più iconica in assoluto mai girata da Chaplin, la gag (in fondo amarissima) della follia di Charlot che tenta di stringere qualsiasi cosa assomigli ad un bullone è devastante. Coraggiosissima la sequenza di Charlot che si mangia la cocaina e sventa la rivolta dei carcerati, sono scene straordinarie, con un Chaplin attore semplicemente sublime, come ho già detto ha un'espressività totale che non conosce limiti, è perfetto con un carisma indescrivibile. Mi basta vedere un suo mezzo sguardo, un suo minimo gesto per essere completamente rapito e trascinato nel film, qualcosa di superiore molto semplicemente.
Supportato dalla bellissima "monella" Paulette Goddard, da due anni già compagna di vita di Chaplin e qui co-protagonista indimenticabile.
"Tempi moderni" è tutto un armonioso insieme di stilettate critiche e gag esilaranti a non finire, amarezza e risate, le scene memorabili sono tanto frequenti da sembrare un'unica sequenza perfetta. Chaplin che tenta di portare al cliente l'anatra arrosto è una scena sublime, registicamente raffinatissima e costruita con una perfezione da mettere i brividi, armonia pura nel cinema di questo genio.
Poi c'è un'altra scena immensa per regia e interpretazione dove le due anime artistiche di Chaplin si uniscono creando un momento che esalta tutto il suo carisma, il suo genio e la sua espressività.
La "Nonsense Song" l'esibizione improvvisata da Charlot con lo stile del grammelot, unendo vari idiomi a casaccio e senza un senso compiuto. Non ho parole, una scena troppo perfetta, la mimica e l'espressività di Chaplin... La sua capacità di tenerti incollato allo schermo, livelli superiori, mi ripeto.
E dopo un film che mostra la durezza della vita e un'umanità sempre più soffocata dai martellanti ritmi industriali, un finale che infonde forza e speranza, ancora lontano dal Chaplin ormai disilluso e li si, davvero spietato e amaro fino in fondo, di "Monsieur Verdoux".
Le note immortali di "Smile" accompagnano questo finale e tutto il film, e non può essere che un sorriso quello che appare sulle labbra dello spettatore alla fine del film. Ancora una volta Chaplin ha visto giusto, ancora una volta non ha fallito.
Chi sostiene che la commedia è una forma artistica superiore alla tragedia, qui trova (per quanto attiene al cinema) i suoi motivi più validi.
Incantevole incanto. Chaplin, senza cadere neppure per un secondo nel melenso, vola altissimo nel rappresentarci la forza del Sogno come ricchezza più grande per vivere, anche nella società disumanizzata dei tempi moderni. Più che profetico, era attuale (la Grande Depressione); più che politico, antropologico; più che attuale, è universale. Il CLASSICO è qui.
Inquadratura finale tra le più famose e citate della storia del cinema.
PS ho un debole da quand'ero bambino per questa indomita Paulette Goddard (illuminata sempre con una luce più bianca di chi le sta intorno).
Chaplin e il ritmo delle immagini. Un Capolavoro dal linguaggio filmico sempre fresco, al contrario di opere più recenti come "Il grande dittatore" che invecchia ogni anno che passa. Geniale nella satira al mondo dei lavoratori ridotti ad un branco di pecore, nell' alienazione alla catena di montaggio; e chi ha avuto a che fare con certi responsabili di produzione intrasigenti su fasi di montaggio di qualche secondo, a tolleranza zero, sa che significa. Ci si ritrova a pensarci la sera fin che non ci si addormenta. Con "Luci della città" il vertice registico di questo grande Artista.
Charlot fa una critica alla società capitalistica..dal punto di vista degli operai disagiati nelle fabbriche,lo fa in modo in modo sublime,lo fa sfornando un autentico gioiello cinematografico..una delle sue migliori opere.
Ognuno ha voluto trovarci una propria lettura in chiave sociologica e politica. E' in realtà un film senza tempo, una delicata s***** d'amore in controluce della quale si intravedaono i tumultuosi cambiamenti della nostra epoca. Straordinario equilibrio tra momenti comici, drammatici e romantici. Come spesso nei film di C.C. restano straordinariamente impresse le scene-cameo come quella della pattinata bendati o del furto di ciambelle. Io vieterei di andare al cinema oggi senza presentare una certificazione che atesti di averlo visto.
Cinema allo stato puro. Un tripudio di meravigliose immagini a dimostrazione della potenza della settima arte e non è un caso se a Charlot, quando parla per la prima volta nella storia, escano parole prive di senso, quasi una testimonianza dello svilimento della parola come mezzo comunicativo in confronto alla mimica e alla naturalità di Chaplin. E' molto semplice: il cinema è immagine, non parola e ogni regista dovrebbe tenerlo in conto.
Film veramente bello che si lascia seguire dall' inizio alla fine con trovate veramente fivertenti e geniali. Anche un pò malinconico, ma con un messaggio finale di speranza.
Satira sullo sfruttamento industriale dell''operario americano anni '30. Ideologie comuniste in gran voga negli anni '30, lo stesso Chaplin più volte si dichiara comunista. Capolavoro per gli effetti comici e il ritmo che il film prende. Satira intelligente ma populista: buoni sentimenti, cuore in mano, ma il pensiero agli altri... Chaplin fa miracoli, vale da solo 3/4 di film. Da vedere e rivedere sempre con figli e nipoti accanto...
Fra i (pochi) film “comici” che ho visto, senz’altro questo è quello che mi è piaciuto di più. Relegare però questo film nella categoria del comico non rende giustizia al suo valore. Come tutti i capolavori spazia sull’intera società e sull’animo umano, rivelando aspetti che altrimenti non arriverebbero alla nostra attenzione. Grazie a tantissime gag esilaranti ci svela una società crudele e senza pietà. Si ride ma non si può fare a meno di pensare alla spersonalizzazione del lavoro (la scena iniziale con un gregge di pecore e poi una massa di persone che si reca in fabbrica), allo sfruttamento (le velocità portate al massimo) e al controllo (gli schermi anche in bagno), tanto che una persona normale non può che finire nella schiavitù mentale e nella nevrosi. Come è poi possibile delegare la sopravvivenza di milioni di persone ad un sistema economico così instabile come quello capitalista? L’altra istituzione sul banco degli imputati è la legge, l’ordine pubblico. La casualità comica (una bandiera rossa raccolta da terra per caso, un sasso volato per l’appunto sulla testa di un poliziotto …) ci svela la faciloneria con cui la polizia interviene per reprimere e per arrestare i “capi” della sommossa. Eppure, sembra suggerirci Chaplin, cosa serve reprimere se poi i crudeli meccanismi sociali spingono di nuovo a delinquere? Chaplin, modestamente, non vuole spingere a rivoluzioni o fare pubblicità a qualche ideologia, vuole solo segnalare un problema al quale lui stesso non sa dare soluzioni risolutive. Non vuole però arrendersi alla disperazione. Un’ancora di salvezza è l’arte, forse l’unica attività che nobilita l’uomo. L’altra è la solidarietà e il sorriso. I film di Chaplin sono stati accusati di sentimentalismo. A parte l’uso di mezzi letterari strappalacrime (i bambini orfani), non calca mai la mano sulle sventure e si serve di questi mezzi per svelare appieno la durezza della vita quotidiana per chi non dispone di tutele e di soldi. Ma in qualunque situazione non può venir meno l’aiuto reciproco. Nelle difficoltà della vita la fortuna è avere qualcuno che si cura di te, qualcuno che ti sprona a resistere e ad andare avanti con il sorriso sulle labbra. E’ questo lo splendido attualissimo messaggio con cui si conclude quest’opera d’arte del cinema.
Un capolavoro di Chaplin e del cinema muto. Molto bella ed interessante la storia narrata in questa pellicola, espressione di un periodo storico particolare (la grande crisi economica degli anni '30), in cui si evincono importanti tematiche ..l'alienazione della classe operai (semplici parti di un ingranaggio), la negatività del sistema di produzione di stampo fordista, la lotta della classe proletaria. Tutti questi temi vengono evidenziati attraverso le vicissitudini del vagabondo, anch’esso espressione del disagio di una società che sta perdendo la propria identità, che si evince soprattutto nei primi venti minuti ambientati nella fabbrica ..ancora la ricerca affannosa di un lavoro (da operaio, a guardiano ed infine a cameriere), per riuscire a sopravvivere in un mondo ormai frenetico e confuso. E poi l’amore (una costante dei film di Chaplin), grazie all’incontro con la ribelle orfana senza tetto, e la speranza nel futuro espressa in un sorriso (il finale è da antologia del cinema). Come sempre magnifica l’interpretazione di Charles Chaplin, con la sua triste ironia, capace di svelare i mali del suo tempo, ma anche espressione di un messaggio universale che non conosce epoche ..perfetta anche la musica e la regia (dello stesso Chaplin). Pellicola che rappresenta la storia del cinema..
Quandoi si ha a che fare con simili capolavori, fare una recensione può risultare assai difficile.......comunque ci proverò! Comincio col dire che Tempi Moderni è indubbiamente il miglior film di Chaplin dopo Luci della Città (1931), quello in cui la preoccupazione di dare un messaggio che sia universale è più evidente: attraverso le disavventure del nostro vagabondo, Chaplin mette alla berlina tutto il sistema capitalistico, che ha fondato la sua ricchezza sullo sfruttamento umano e che in quegli anni portò il mondo (e in particolare gli Stati Uniti) in una crisi economica spaventosa, seguita da una ancor più spaventosa depressione: al centro di molte critiche nel film è il sistema di produzione fordista , col quale il vagabondo fa amaramente i conti (impazzendo! La sequenza in cui il vagabondo "impazzisce" danzando nella fabbrica, preso nel vortice dei macchinari alienanti, è semplicemente perfetta, sia dal punto di vista significativo che dal punto di vista puramente estetico); e tutto il film e attraversato da alcuni temi ricorrenti nel universo chapliniano: l'ossesione della fame (quante volte nel film il vagabondo ruba per sfamarsi), la posizione anarchica del protagonista nei confronti della società......e molti altri! Evitando di essere accusato di essere uno spoiler, non menzionerò la scena finale..........aggiungo solamente che è una delle più belle della storia del cinema.......e una della più nietzscheane (a mio avviso......poi mi sbaglierò pure!).
non voglio offendere questo film , ma considerarlo un capolavoro!!! non mi ha fatto impazzire ma rispetto il successo che nel passato a ottenuto questo film ...
film carino con un grande Chaplin, penso tuttavia che appartenga ad un'altra era e che sia piu' un film da collezione non confrontabile con quelli di oggi, quanto a montaggio effetti fotografia luci e non sicuramente ai contenuti.
Francamente non si può dare di meno ad un film come questo. In un'epoca nella quale il sonoro era già scontato, ecco che Chaplin sforna un nuovo film muto e vince alla grande. Solo "La Titina" sarà cantata e rimasta nella memoria, fino ad ora, di tutti. Ma quanto era bella Paulette Goddard! Stupenda. Il film è incredibilmente attuale. Frenetico, con situazioni esilaranti, comico e nostalgico. Contiene proteste contro i malanni sociali, poesia e divetimento. C'è di tutto. Senza violenza o tensioni, Chaplin riesce con un sorriso, una smorfia e le sue disgrazie ad affrontare un tema delicato e controproducente.
Mi è piaciuto molto. L'attualità del tema è strabiliante e il modo in cui viene trattato è esemPlare..Il Chaplin che si ritrova suo malgrado nella manifestazione mi sembra un ritocco ironico del Renzo manzoniano che si ritrova nella rivolta a Milano sotto la casa del vicario. Ho trovato che molte tematiche sono affini ai Promessi Sposi(vedi le varie fughe che i nostri "eroi" sono costretti a fare). Forse il confronto può sembrare azzardato ma l'accostamento a tale opera non può essere altro che un complimento,solo che mentre Manzoni resta pessimista e considera inutile il ruolo dell'uomo all'interno del contesto provvidenziale e divino, Chaplin con un tocco di ironia, consapevolezza nei propri mezzi e successi(forse quasi troppo sicuro di se stesso)ci dà un immagine piò ottimista se si pensa al travaglio iniziale del protagonista.. Sicuramente da vedere!!
Coglie a pieno gli aspetti di un Italia alle prese con le catene di montaggio e i problemi del periodo , ma non riesco a cogliere fino in fondo la grandezza di Cheplin
Chaplin come tutti i grandi geni, anticipa i tempi... fa un film ancora oggi attualissimo, con poesia e il sorriso sulle labbra riesce ad essere pungente come pochi altri autori... alcune sequenza fanno parte della storia dell'umanità... l'uomo come ingranagio della società moderna!!! Non metto 10 solo perchè trovo il suo stile un po troppo autocompiaciuto.
buon film! ovviamente visto nel 1936 sarebbe forse stato un capolavoro ...visto oggi perde un pò! nel senso che acquista valore solo se ci si sofferma a valutare l'espressività di Chaplin e l'età della pellicola
Uno dei film più belli mai realizzati! Nella mia lista è al primissimo posto! Non riesco a capire chi non l'ha apprezzato! L'ho fatto vedere alla mia sorellina di dieci anni, e anche se non ne ha capito il messaggio, si è per lo meno divertita...
Io mi sono annoiato a morte.. Forse era un capolavro nel 1936, ma sono passati 69 anni! Ha fatto la storia della commedia, ma ormai è superato, superatissimo! Guardatevi Arizona Junior
bene bene bene, non ho mai preso in considerazione il fatto di poter vedere un film di chaplin (sempre considerato per vari fattori un genere di cui potevo tranquillamente fare a meno) ma scoprendo un archivio di film dell'artista (della cara vecchia mamma) ho voluto scoprire proprio questo capolavoro tanto decantato da molti di voi. bè, il voto parla da solo. film assolutamente lontano anni luce dai miei gusti, e il fatto che possa essere considerato capostipite di chissà quale cinema, non lo rende certo migliore di tanti altri film che però dalla loro hanno ben altri mezzi per interessare ed emozionare lo spettatore. andate a fare i critici cinematografici da un'altra parte, qui si vota il film e non il suo intento.
Dopo "il grande dittatore", e' il mio preferito di Charlie Chaplin.
E' pur vero che per un pubblico frenetico come quello attuale, puo risultare non molto comprensibile. ma cercate di coglierne l'essenza di questo film.
Ancora una volta devo concordare con il nostro amico Simon , sul fatto che non è pensabile paragonare un film del'36 con i film rivoluzionari dei nostri tempi.Rimane un film come tanti altri.Forza Simon ti siamo tutti vicini, non farti abbattere dalla P2 di filmscoop.
Film capolavoro. Solo persone con disturbi mentali o traumi familiari piuttosto seri (e aspettiamo la rivelazione di paul in merito a simon nel forum) possono dargli un voto negativo.
Devo dire che avete toccato il fondo. Chaplin ?????? Si va bene è stato un film che ha aperto l'era dell'industrializzazione , che se vogliamo, ancora oggi lancia dei messaggi ancora validi, ma non è possibile paragonarlo alle pellicole di nuova generazione. Aprite una classifica a parte per i Classici. Per quanto mi riguarda rimane un film come tanti altri ,niente di speciale. Saluti a tutti.
Tempi moderni è un film a dir poco sublime, in grado ancora oggi di divertire ma al contempo di scuotere chi lo guarda (perchè, vedi Edo, nonostante abbia "100 ANNI" è ancora attualissimo nei temi che tratta). L'umorismo e lo stile di Chaplin, che non hanno certo bisogno di commenti aggiuntivi, e la sua fedeltà al linguaggio mimico lo hanno portato a realizzare questa pellicola in un'epoca in cui i dialoghi potevano tranquillamente essere inclusi - in effetti in rarissimi momenti del film è possibile udire le voci di alcuni personaggi. Uno scorcio sulla visione "estrema?!" della realtà operaia, in un futuro in cui il concetto di automazione sostituisce completamente l'idea di "essere umano"........ ......."MA COME SI FA A NON ESSERE OTTIMISTI"
Forse è perchè ho 15 anni, ma a me sto film mi ha fatto schifo. L'ho visto con mio fratello che di anni ne ha un po' più di me,lui dice come voi che è un capolavoro, ma a me ha solo annoiato. Pesante,senza sonoro e in bianco e nero. Almeno ci fosse stato Chuck Norris che adoro, lo avrei apprezzato di più, ma cosi proprio no.