Stephen Collins, membro del congresso statunitense, vede compromessa la sua carriera politica a causa dell'omicidio della sua amante. Un gruppo di giornalisti decide di avviare un'inchiesta sul triste avvenimento e tra loro figura anche Cal McCaffrey, un ex collaboratore di Collins.
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Sono abbastanza selettivo nell'acquisto di questo genere di film: solitamente i film di stampo prettamente giornalistico mi annoiano. In State of play questo non succede grazie a un ritmo serrato e a una storia interessante. Molto bene Crowe.
Un dignitosissimo Macdonald che come gia' detto a piu' riprese per questo State of Play si ispira direttamente al thriller politico americano degli anni '70 (Pakula, Schaffner, Pollack, Zinnemann). Niente emozioni particolari ma la trama e' ben congegnata e Crowe funziona bene come giornalista non esattamente ortodosso. Ben Affleck da dimenticare ma non e' una novita'
Una pellicola che rinverdisce i fasti di quel cinema giornalistico d'inchiesta che ha avuto la sua stagione migliore negli anni '70, mescolando abilmente - nell'era di internet - scoop e politica. Anche grazie all'eclettico cast presente - nel quale spicca il trasandato giornalista di Crowe - e ad alcuni incastri thriller ben fatti il gioco regge quasi fino alla fine, poi la storia si avvita su stessa vittima di troppi colpi di scena e di un finale non in linea con il racconto. Un peccato.
Non merita di essere valutato troppo negativamente questo discreto thriller di Macdonald , se non altro perchè prova con un certo impegno a riportare in auge il bel filone del cinema sul " giornalismo investigativo " che ha avuto il suo momento d'oro nei lontani Anni '70 . Certo è un discendente " perfettibile " di quel glorioso genere , comunque per me raggiunge appieno la sufficienza nonostante qualche incongruenza ed il fatto che i colpi di scena siano abbastanza prevedibili ( gli spettatori oramai sono molto più " scafati " di un tempo ! ) . Cast veramente notevole , con un Crowe davvero su alti livelli nel tratteggiare un cronista " old style " , più sostanza che apparenza . Bene anche la promettente McAdams , sufficiente il " bambolotto " Affleck , mentre altri nomi di pregio come Mirren , Wright , Bateman e Daniels sono confinati ad efficaci ruoli di contorno . Le due ore passano piuttosto bene ...
Thriller appena sufficiente che nonostante il gran cast non riesce ad uscire dalla mediocrità causa uno script troppo scolastico e che non riserva mezza sorpresa
Sufficienza piena per questo thriller politico. Nulla di cosi fenomenale, trama a mio avviso fin troppo contorta sin da subito. Bene l'interpretazione di Russel Crowe nella parte del giornalista d'inchiesta, invece ben Afflek anonimo. Il finale ha un esito a mio avviso scontato, sembra quasi ci sia una volata a tal scopo. Tuttavia c'e' molto di peggio in giro. Sufficiente pieno. 6+
Thriller politico che appassiona e riesce a "catturare" lo spettatore nella vicenda intricata. Crowe e Affleck non al meglio ma c'è una bravissima Mirren. Impegnato ma interessante. Regia attenta e precisa. Sceneggiatura molto buona. Consigliato.
Intenso ed avvincente thriller politico, diretto linearmente da Kevin McDonald, con un grande e sempre efficace Russell Crowe, un giovane e sensuale Rachel McAdams e un disinvolto e convincente Ben Affleck. La trama è sicuramente uno dei punti forti della pellicola, perchè tratta temi apparentemente scottanti, con la giusta dose d'azione e di mistero, e con un susseguirsi delle vicende piuttosto agile e ritmato, accompagnato da ottimi dialoghi e sequenze davvero ben realizzate. Le ambientazioni americane sono tremendamente suggestive: una metropoli che sembra una fitta ed afosa giungla d'asfalto fa da sfondo alle vicende in modo perfetto. La colonna sonora è particolarmente affascinante e trascina in tutta la durata; e l'epilogo, da molti definito banale (per il quale avevo quasi buttato l'idea di vedere il film), a me è sembrato invece non deludente ed anche efficace. Decisamente una sorpresa, da vedere e da rivedere con piacere. Come sempre, grande Crowe.
i thriller a sfondo politico mi hanno sempre intrigato molto, e questo non è da meno. Trama ben sviluppata e coinvolgente, attimi di tensione, spunti su cui riflettere. Il finale un po' raffazzonato e l'interpretazione di Affleck abbassano un po' il voto, mentre ottimi Crowe e la McAdams.
Tutto sommato è tra i migliori thriller che ho visto di recente. Impianto classico in stile Pakula o Pollack, bei momenti di suspense, ottima confezione, gran squadra di attori. Rimane un seso di deja vu e il difetto di fondo per cui, ormai, storie simili sono tranquillamente riscontrabili nella realtà. Il film è solido e incalzante, gli intrighi tra potere e giornalismo fanno sempre il loro effetto.
Un buon thriller che riesce sempre a mantenere viva la tensione e l'attenzione dello spettatore, alcune trovatesono evitabili in quanto fanno decisamente storcere il naso, e anche il finale non è molto convincente. Nonostante ciò il film è sicuramente positivo e piacerà un sacco agli amnti del genere.
il film è decisamente discreto nonostante il solito affleck ad abbassare il voto. Un Crowe in gran forma da risalto a tutta la storia assieme alla brava Mc Adams. Che dire? Non direi un film lento ma sono daccordo che sarà un bel film per chi predilige il filone thriller poliziesco . Personalmente l'ho trovato ben fatto sino a che non si è dovuto inchinare ad un finale veramente indecente e forzato al limite a tratti, del ridicolo in alcune scene. La sceneggiatura, sino ad allora tutto sommato credibile si è andata ad incartare nel colpo di scena doppio che si poteva risparmiare a beneficio dello spettatore perchè proprio non ce n'era bisogno. Comunque un film decisamente discreto.
il killer di tante battaglie che nel garage si perde e non riesce ad uccidere Crowe...ma per favore ..e lui che si muoveva tra le auto...l'altro nemmeno si è inchinato per vedere sotto le auto!! ---- finale , questo che si prepara come per andare in guerra, fa il solito discorso inutile al telefono ( porteremo a termine la missione ??? ma chi glielo ha detto che sarebbe andato dal suo datore Crowe ???Armato di tutto punto, vestito da marines, a 3 metri da Crowe e dopo il gran discorso si fa sparare dalla polizia?? Lui manco riesce a sparare poi..::!!! Crowe che ricorda la frase della moglie " 26000 dollari al mese per andarci a letto ..e da qui scopre tutto ...ma lei che parte aveva? Perchè Affleck avrebbe dovuto dirle questo particolare?....indecente davvero il finale.
Nulla di nuovo ma un solido thriller giornalistico con buone dosi di misteri e personaggi azzeccati. Unica nota stonata è quell'incapace di Ben Affleck che riesce a rovinare ogni film in cui "recita". Non gli si può neanche dire che come attore sia un cane perché il mio cane ha almeno una decina di espressioni più di lui.
Sexgate, corruzione, multinazionali criminali, politici collusi e scoop giornalistici sono tutti argomenti non nuovi, trattati in molte altre pellicole del genere. Ma a discapito dell'originalità, questo film riesce comunque ad offrire una buona storia godibile e con intrecci abbastanza ben strutturati, anche se alcuni passaggi risultano un po' ingenui, contribuendo nell'ampliare il genere thriller investigativo. Il cast è di tutto rispetto: Ben Affleck e Rachel McAdams, Robin Wright-Penn e Jeff Daniels, Jason Bateman e i premi oscar Russell Crowe e Helen Mirren si impegnano, chi più chi meno, dandosi da fare nel risultare (riuscendoci), convincenti ed affidabili. A mio parere è un film che si merita un buon voto anche se non sono rimasto totalmente soddisfatto del colpo a sorpresa del finale, che mi è sembrato abbastanza debole se rapportato a quanto offerto dall'incipit dellla storia. Vale la visione.
Mi trovo abbastanza d'accordo con la recensione di mimmot, un pò più di un semplice thriller, ma un pò meno di un film che si definisce impegnato. State of Play è un film direi nostalgico verso un modo di fare giornalismo che forse non esiste più e che per quanto ci riguarda non è mai esistito. Eppure il richiamo al giornalismo investigativo vecchia maniera è forte e funziona. Il film mira a rivendicare proprio questo ruolo del giornalista, la libertà di ficcanasare ovunque e raggiungere la verità ad ogni costo. Certo per noi tutto ciò è alieno, eppure in un paese lontano questo principio rappresenta la massima conquista nel campo delle libertà civili, ovvero il diritto di ROMPERE I CO.GLIONI. Tornando al film, sembrerebbe ben scritto apparte il fatto che la storia non è così emozionante. Il cast è relativamente piacevole, un Crowe masherato da Drugo Lebowsky mascherato da giornalista, Ben Aflleck che fa Ben Affleck, la giornalista str.onzetta che ti conta i peli del cu.lo e altri personaggi inutili tipo l'editrice incazzu.sa che ha un bisogno urgente di una botta. Piacevole anche se sono finiti i film politici di una volta!
Il film non è male nonostante sia poco coinvolgente anzi, se non si è particolarmente arzilli c'è il rischio di addormentarsi dopo la prima mezz'ora. E poi nel cast troviamo l'attore americano che forse stimo meno di tutti..mi riferisco a Ben Affleck, davvero penoso.
Un film che fatica a decollare e anche quando è in volo difficilmente riesce a coinvolgere del tutto, sarà per la trama intrecciata troppo prevedibile o per la splendida forma fisica di R.Crowe ( Sembra un botolo con i capelli lunghi ). Mi ricorda vagamente "The insider" questo lavoro di Mcdonald che solo in parte è riuscito a trasmettere momenti di tensione degni di un thriller. Peccato per il finale un pò così ma per il resto può andare. Nessuno del cast incide seriamente, forse diretti con poco mestiere.
potevo dargli anche un voto più alto perchè crowe l'ho trovato in gran forma (non si può dire lo stesso della sua forma fisica),però per tre motivi principali è 7,5 e non di più: 1.ben affleck 2.finale frettoloso e forzato 3.alcuni momenti troppo lenti. nel complesso un buon thriller politico che ci fa vedere quanto marciume c'è nel potere.
Interessante thriller politico con un'ottima prima parte ed una seconda in fase calante. Rimane comunque un buon prodotto capace di catturare l'attenzione dello spettatore per tutta la sua durata. Molto bravo Russel Crowe che offre davvero un'ottima interpretazione. Belli i titoli di coda. E' inquietante constatare quanto i meccanismi che fanno muovere questo film siano rintracciabili con le medesime sembianze nel mondo reale.
L'inizio era promettente, un pò di delusione alla fine rimane. Nonostante la lunghezza, comunque, il film non annoia. Bravo come sempre Russell Crowe, negativo come sempre Ben Affleck.
Thriller politico visto dalla prospettiva del giornalista alla ricerca della verità che scopre le carte col timer regolando la tensione e arrivando alla fine del film senza mai annoiare.Il cast fa il suo dovere sopratutto Ben Affleck finalmente in un ruolo non da pacione.Peccato per il finale non all'altezza del film.
Gradevole thriller-politico diretto da MacDonald. Inchiesta giornalistica che ben presto si trasforma in un delicato caso politico, con sullo sfondo omicidi, scandali, lotte di potere tra le grandi lobbie che controllano il mercato della sicurezza e dell’intelligence in America ..un canovaccio ben studiato (intreccio rinvenibile in tante altre pellicole thriller), poco originale ma diretto con mano esperta grazie ad un buon ritmo, ai diversi colpi di scena e a tante sottostracce che rendono la narrazione particolarmente coinvolgente soprattutto nella sua prima parte ..peccato solo per un finale non all’altezza per l’ossessiva ricerca “dell’ultima verità”. Convincente la prova di Crowe e della giovane McAdams, senza dimenticare la brava Helen Mirren (famosa la grande pubblico nel ruolo della regina Elisabetta del film “The Queen”) ..regia pulita, attenta, con una ottima fotografia anche se carente di particolari virtuosismi ma, in fin dei conti, in sintonia perfetta con il tenore del racconto ..nel complesso decisamente consigliato a chi ama questo genere cinematografico!
Thriller politico di discreta levatura in cui la fanno da padrona gli scandali sessuali e il capitalismo sfrenato. La prima parte è ottima, mentre la pellicola si perde un pò nella seconda con una sequela forse eccessiva di colpi di scena. Buona prova di Russel Crowe, mediocre come al solito quella di Ben Affleck.
Thriller affilato, in cui i personaggi sono ben caratterizzati e (quasi) tutti recitano bene, la regia è precisa e la storia credibile al 99%. Crowe è un pilastro insostituibile e qunado azzecca i film riesce a dar loro vita praticamente da solo: vale anche in questo caso.
La prima parte è la migliore, poi successivamente con i colpi di scena mi ha un po' annoiato. Bravo Russel Crowe e orribile (come sempre) Ben Affleck, dovrebbe fare il regista a vita e darci un taglio con la recitazione.
"State of play" è un aggrovigliato Thriller del 2008 del regista Kevin Macdonald incentrato su Cal McCaffrey (interpretato da Russell Crowe) giornalista "old style" che si avventura (quasi da detective) in casi abbastanza "caldi" avviluppati in scandali politici che spesso non hanno una fine determinata coinvolgendo una miriade di persone. Il film dunque (come trama) è tutto sommato (quasi) accettabile ma allo stesso tempo molto comune, insomma manca quella particolarità, quella "diversità" a volte il tutto sa di già visto. "State of play" in un primo momento riesce ad ammaliare, con il tempo purtroppo la pellicola perde l'enfasi e inizia quasi a scocciare, inoltre la narrazione seppur in linea di massima capibile e molto vasta ed intrigata e dunque alla lunga diventa pesante e soprattutto poco coinvolgente. Non mancano comunque nel complesso scene soddisfacenti ma francamente Mi aspettavo molto di più. Gran parte delle positività di questo prodotto si riscontrano inesorabilmente nella parte prettamente tecnica: fotografia bellissima ornata da colori iridescenti che, abbinata in caratteristiche ambientazioni, soddisfa in modo totale il palato di tutti i cinefili; inoltre da ricordare gli attori (su tutti Russell Crowe), il giornalista interpretato dall'attore de "Il Gladiatore" offre (come al solito) una prova sontuosa, compatta e dunque senza sbavature. (anche se a Mio avviso l'icona di McCaffrey si intona davvero poco alla personalità sanguigna e spavalda di Crowe.)
"State of play" fra storie personali (trattate ovviamente in modo abbastanza ristretto) e complicate e lunghissime investigazioni giornalistiche ci guida verso un finale davvero orribile (facilone, superficiale e colmo di forzature). In conclusione bisogna riconoscere il buon lavoro della regia (sul piano tecnico, da segnalare anche le splendide inquadrature) ma allo stesso tempo da criticare (almeno in parte) la sceneggiatura "claudicante" a tratti e il contenuto troppo scontato e noto al pubblico; insomma era doveroso fare di più congetturando una storia più ammaliante e vibrante.
Buon film con finale a sorpresa. Si poteva fare qualcosa in più per il ritmo. E' una di quelle pellicole che si possono rivedere giusto una volta, a distanza di anni, poichè, scoperta la soluzione, non prendono moltissimo. Questo poichè le atmosfere sono soffuse e le tinte forti mancano.
Molto ben scritto, molto ben recitato! Si segue molto bene! Che si vuole di più? Bellissima la scena nel garage! A chi piace il genere triller poliziesco/giornalistico!!! Ottimo
L’immagine del giornalismo e del giornalista al servizio della verità sanno un po’ di retorica e l’intreccio, sebbene riuscito, viene sviscerato in maniera troppo semplicistica, il film però è avvincente e stilisticamente lodevole. Peccato per quel finale a sorpresa troppo forzato.
Si lascia guardare volentieri, dotato di un cast da invidiare (Crowe, Mirren, McAdams, Affleck, Daniels ... ) che fa ben sperare, non mi ha deluso. Come già (quasi) tutti hanno scritto : Affleck è proprio da scartare, credo che se avessero messo Simon Pegg sarebbe più credibile dell'amico di Will Hunting.
Come thriller non c'è male, forse per me un pò prevedibile ma tutto sommato una storia che fila liscia, bravi gli attori sopra tutti come sempre un ottimo Russel Crowe e stranamente anche Ben Affleck si è impegnato più del solito! Da vedere, ve lo consiglio.
Fratello piccolo e tozzo di All the President's Men et simili Certo non originale Si lascia guardare, senza infamia e senza lode Il finale al solito sbologna tutto in un soffio Per un paio d'ore di intrattenimento meglio questo di altri
Un’inchiesta giornalistica come tante si tramuta ben presto in un pericoloso gioco al massacro in cui nulla è come sembra.La carta stampata si sostituisce alle autorità competenti per portare a galla inaspettate verità e la pellicola è un gran susseguirsi di appetitosi colpi di scena, di cui giusto l’ultimo,forse quello più importante, appare un po’ forzato e posticcio. La professionale regia di Kevin McDonald,conosciuto soprattutto per “L’Ultimo Re di Scozia”,ma autore anche di altre interessanti pellicole tra cui spicca il tragico documentario “One day in Semptember”, ci cala in una realtà fatta dalle molteplici sfaccettature, in cui agli intrighi politici si miscelano con naturalezza storie di ladruncoli tossici,in cui le relazioni sentimentali diventano pericolose e manovrabili,dove le multinazionali fanno comunella con il potere cercando di raggiungere uno status onnipotente.Gli argomenti trattati sono quindi parecchi,ma non vi è traccia di cedimenti clamorosi o buchi narrativi,tutto scorre lasciandosi facilmente comprendere anche dallo spettatore meno smaliziato.Il notevole cast tiene fede alle aspettative compreso il non sempre brillantissimo Affleck,mentre Rachel McAdams si conferma come volto emergente degno di attenzione.Bene il grassoccio e trasandato Crowe,un po’ di rammarico per le bravissime Helen Mirren e Robin Wright-Penn relegate a ruoli di seconda fascia. Rimane un po’ di amaro in bocca per la svolta finale che francamente lascia un po’ spiazzati,troppo discordante con il resto del girato.Dispiace perché il giudizio inevitabilmente ne risente seppur in maniera parziale.
Ben costruito, tutti reggono la loro parte.... l'unica cosa che manca è che sembra sa di deja vu, un po vecchio stile tanto che ogni tot tempo si sa che succederà qualcosa...
Come recita il voto "6", il film non é male, ma davvero poteva essere migliore. Come ho scritto in un commento, Ben Affleck l'ho trovato meglio di altri film... Ovvio che se ci fosse stato Edward Norton sarebbe stata un'altra cosa!
Cmq il film va visto in piena tranquillitá, senza aspettarsi niente di che...
Molto bello, coinvolgente, oserei dire, nel finale, addirittura sorprendente (così non è da spoiler, no?). Russell Crowe "magnetico". Una particolare nota di merito per Helen Mirren, superlativa!
Regge bene fino alla fine, colpi di scena più o meno scontati, ma il ritmo è discreto e Crowe offre un'ottima prova. Trama intrigata ma non complicata, comunque godibile.
Thriller dallo schema classico che sa di già visto ma riesce ad intrattenere perfettamente lo spettatore per due ore abbondanti senza annoiare mai. Buono il ritmo narrativo, scorrevole e appasionante la storia. Ottima prova di Helen Mirren e di Crowe, decisamente meno brillante Aflleck.
Concordo, troppi colpi di scena spezzettano lo sviluppo della storia, anche il rapporto di amicizia tra Crowe/Affleck fa un po' acqua, si tira avanti tra corne e menzogne come in un film di serie B. Ha il pregio che tiene interessati fino alla fine.
finalmente un film ben fatto. thriller ke tiene incollati allo skermo senza ke le 2 ore pesino sulla visione. crowe decisamente qualke spanna sopra l'interpretazione di affleck. peccato per il finale, altrimenti avrebbe meritato qualkosa in +.
non male,ha il pregio di tenere lo spettatore sempre coinvolto,almeno x quanto mi riguarda. peccato una parte del finale che non mi è proprio piaciuta(vedi spoiler) e mi ha fatto scadere un pò un film che x il resto era risultato ben fatto. ero indeciso tra il 6,5 e il 7 alla fine ho optato x il 7 x Russell che è sempre un signor attore...
Film davvero ben strutturato. Interpretazioni discrete. Peccato che non offra molto di più. Regia e fotografia mediocri. in generale un film interessante ma che non verrà ricordato a lungo.
E' un film discreto su un tipo di giornalismo d'inchiesta e investigativo che, purtroppo, qui in Italia non c'è mai stato e mai ci sarà. La sceneggiatura analizza anche il marcio di un certo tipo di inchieste e la sottile liena tra diritto/dovere di cronaca e legalità. Il film ha un buon ritmo e trasmette suspance durante lo sviluppo della trama, sia nei dialoghi che nella regia. Però, a tratti, per mantenere il ritmo sempre altissimo, la trama procede troppo veloce e non sempre lo spettatore ha il tempo di rendersi subito conto di ciò che succede.
Posso votare/commentare il film senza tener conto dei 5 minuti finali? Si, dai.
Durante la visione del film pensavo a "Michael Clayton", pellicola dalla costruzione perfetta se relazionata ad una sceneggiatura di quel genere(intrecci politico/industriali e conseguente corruzione). "State of Play" ricalca, in termini di atmosfere, di tempi e se vogliamo anche nel modo di fotografare la città, lo stesso stile. Non cerca il classico colpo di scena a tutti costi, non punta a ritmi frenetici sul thriller andante, anzi. Come la pellicola sopracitata di Tony Gilroy, anche questa può essere tranquillamente classificata come drammatica, e come tale segue appunto ritmi ben più adatti a storie di questo tipo. Non vengono sacrificati i dettagli, la descrizione dell'ambiente giornalistico ed un, seppur non eccessivo, approfondimento psicologico del personaggio. Segue, in definitiva, lo schema che andava seguito. Voto: 7,5.
No, in realtà no posso non considerare quella leggerezza, volendo usare un eufemismo, finale. Quel colpo di scena che non cerca per tutto il film, spunta fuori, invece, prprio nei minuti finali, rovinando, praticamente, tutto il film. Voto 5.
E' bello vedere un Russell Crowe finalmente tornato a fare scintille. La trama scorre via veloce, senza tempi morti, senza risvolti troppo scontati e con una buona dose di suspence. Ottimo thriller politico, con una solida sceneggiatura e una trama ben congegnata.
Film gradevole, ma molto manieristico. Ottima la fotografia e discreta la regia. Bravo Crowe, impagabile la Mirren. Un impianto narrativo classico per una storia un po' consunta. Nel complesso un film che si lascia guardare piacevolmente, ma che si dimentica in fretta. Eccellenti i titoli di coda.
Per carità un bel film....ma devo dire che mi ha annoiato! E credetemi non sono un appassionato di commedie o film sempliciotti...tutt'altro!! c'è sicuramente di meglio credetemi.
Un ottimo Crowe e un catatonico (come sempre) Affleck, per un thriller che parte con un buon ritmo, ma che va un pò perdendosi nella parte centrale, quando la trama si infittisce e si ingarbuglia, per poi riprendersi un pò nella parte finale. Nel complesso un pò noioso e con poco "respiro" (a parte un paio di scene, come quella davvero interessante nel garage), comunque resta sufficiente.
Un buon film, molto dinamico e con un Russel Crowe tornato in forma (in senso recitativo ovviamente), forse un po sbrigativo nel finale, ma comunque tiene abbastanza con il fiato sospeso, per poi spegnersi leggermente. Lemming
Thriller politico con protagonista un giornalista che per scrivere un articolo, si fa coinvolgere in un complotto che comprende politici, uomini d'affari, killer professionisti e con in gioco miliardi e miliardi di dollari.
Mcdonald è bravo e dirige tutto benissimo. Nell'insieme "State of play" è molto gradevole dall'inizio alla fine. Ma tutto è tremendamente ovvio. I vari ribaltamenti sono sempre forzati e sempre a scapito dei personaggi. Il ruolo di Jeff Daniels è abbastanza incomprensibile mentre il personaggio di Affleck è completamente trascurato. Il finale è talmente ovvio e prevedibile, che si può immaginare a pochi minuti dall'inizio della proiezione.
Comunque nell'insieme è discreto e la regia è professionale. Crowe è anche perfetto. Però tutto sa di operazione nostalgica degli anni '70 aggiornata ai giorni nostri. Ma capolavori come l'indimenticabile "Tutti gli uomini del presidente" di Alan J. Pakula o altri spionistici del decennio (come "I tre giorni del condor" di Pollack) sono decisamente un'altra cosa.
Thriller onesto, ma troppo ovvio. Girato molto bene (ottimo il ritmo soprattutto nela parte iniziale), ma la storia è davvero palese fin dal principio e si perde nel finale con delle progressioni che si indovinano prima ancora che accadano e quando lo spettatore precede la scena tutto diventa meno interessante. Anche i personaggi lasciano l'amaro in bocca. Tutti molto stereotipati anche perché fungono solo da satellite per far risaltare i lati del carattere del protagonista, ma ognino di essi ha solo uno aspetto e questo, verso la fine, appiattisce la trama. Ed è un peccato perché alcuni di essi potevano essere molto interessanti se sviluppati meglio. Comunque il film funziona e si lascia guardare. L'aspetto migliore del film è la bellissima la fotografia.
Buon thriller di Macdonald cotto a puntino con tutti gli ingredienti del genere: decolla velocemente, sempre teso al punto giusto con una storia divisa tra omicidi, complotti e intrighi politici...e la sopresa sta tutta nella solida sceneggiatura capace di bilanciare perfettamente tutti gli ingranaggi di una vicenda ricca di mille risvolti. Ottimo il cast e splendidi i duetti tra Crowe e la Mirren. Peccato che uno dei ruoli fondamentali sia affidato al pessimo Ben Affleck, capace di donare al suo personaggio una sola espressione dall'inizio alla fine. Per ulteriori informazioni vedere lo spoiler di Jelly.
Un thriller politico-giornalistico davvero riuscito, con un ritmo serrato e una storia che segue uno schema narrativo tradizionale ma avvincente. Cast ben assortito, Russell Crowe è perfetto nella sua perfetta e il ruolo sembra scritto apposta per lui, che non deve dare sfoggio di alcuna qualità per entrare in un personaggio che gli calza a pennello.
Oh, ma che bel thriller vecchio stile! Kevin Macdonald si conferma regista abile con la macchina da presa e con la gestione della tensione, impacchettando un film che per una volta non svilisce le ottime potenzialità della storia. C'è tutto: giornalismo, corruzione, giochi di potere, politica, doppio gioco e chi più ne ha più ne metta; senza però rinunciare alla caratterizzazione dei personaggi (il protagonista è un personaggio eccezionale, giornalista vecchio stile disordinato, panzone e caciarone). Straordinari Russell Crowe ed Helen Mirren, splendida la Signora Penn e caruccia Rachel McAdams (e la serietà del prodotto si vede anche dalla scelta di non puntare mai su possibili liaison tra lei e Crowe). Imbarazzante come al solito, invece, Ben Affleck, l'unica vera nota dolente del film:
ad uno spettatore attento, la sua faccia perennemente imbambolata rovinerà il finale del film.
A parte questo, non si può che consigliare fortemente una pellicola che mantiene ogni singola promessa, ed anche qualcosina in più. Ah, strepitosi i titoli di coda.
thriller giornalistico onesto ma senza particolari guizzi. Confezione professionale, film solido. Crowe un po' troppo costruito nel suo personaggio trasandato/piacione ma nel complesso non è male (per fortuna non è doppiato da Luca Ward, che ormai si bea della sua stessa voce). 2 ore di buon intrattenimento hollywoodiano con un cast di contorno un po' sprecato.
E’ proprietario di una Saab vecchia, sporca e piena di cartacce, ascolta abitualmente la radio a tutto volume, parcheggia in sosta vietata. La scrivania del suo ufficio è sommersa da un mucchio di fogli sparsi. Quando parla della “ristrutturazione” di casa sua si riferisce allo spostamento di mezzo metro fatto fare al divano. Lavora al “Washington Globe” da 15 anni e ha un PC vecchio di 16. Ma ha dalla sua un ordine e una lucidità mentale invidiabili. E’ un giornalista che segue ancora le piste del “quinto potere” come fosse un segugio o uno scafato detective che mira al sodo, e il suo sarcasmo è pungente e circostanziato. Il suo nome è Cal McAffrey, esperto corrispondente di uno dei più prestigiosi giornali della capitale statunitense, interpretato da un ottimo Russell Crowe. L’attore australiano sfodera una recitazione ruvida, senz’altro adatta al suo ruolo di paffuto bisbetico.
Il bel Russell viene presto coinvolto in una serie di morti ammazzati e scoprirà che avranno a che fare con un personaggio politico di rilievo, l’Onorevole Collins, suo amico dai tempi del liceo. Peccato che a incarnare la giovane figura istituzionale sia Ben Affleck, prodigo di espressioni un po’ impagliate. Immagino quanta differenza ci sarebbe stata se la produzione non si fosse fatta scappare l’opzione che aveva con Edward Norton; il suo Stephen Collins sarebbe stato sicuramente più enigmatico e controllato.
Il film è un thriller dalle considerevoli potenzialità: non esamina solo i rapporti tra carta stampata e forze politiche o imprenditoriali ma scava anche nei rapporti tra vecchi e nuovi modi di comunicazione. L’utilizzo di internet come mezzo per arrivare in modo più diretto e specifico alle masse, contrapposto alla necessità di mantenere un certo distacco e un’aurea di orgoglio utilizzando solo una penna a sfera piuttosto che la tastiera di un computer, è una fase di indubbio interesse nel film (peccato che la si sia sviluppata in modo un po’ sbrigativo).
Le vicende sono spesso rappresentative della necessità di restare aggrappati al mercato dell’editoria, offrendo ai lettori anche notizie speculative su scandali e gossip, cercando di mantenere al contempo un rigore giornalistico che privilegi invece l’approfondimento politico. “Non è un articolo, è un caso!”, si sente urlare dalla determinata caporedattrice Helen Mirren. Questa fase della pellicola si intromette apertamente nella cronaca e nell’attualità: da qualche giorno, infatti, si è venuti a sapere della crisi che sta colpendo il “Boston Globe”. Dopo ben 137 anni di vita, il giornale rischia di cessare le proprie attività e si spera in un accordo coi sindacati.
La parte riservata agli agenti di polizia è troppo marginale in confronto al resto della storia: i piedipiatti fanno spesso la figura dei fessacchiotti o dei principianti e si fanno scavalcare smodatamente dalle iniziative (più da detective story che da giornalisti) degli altri interpreti. E qui si dovrebbe richiamare l’attenzione su una sceneggiatura che di coerente ha mostrato ben poco.
Ottimi caratteristi sono Robin Wright Penn, abile nel rappresentare il dolore della moglie tradita, Viola Davis, incline a un divertente siparietto con Cal mentre svolge il suo lavoro di medico legale e Jeff Daniels, imbolsito e misterioso uomo del Congresso, doppiato splendidamente da Paolo Scalondro il quale restituisce all’attore il senso smisurato del Potere che rappresenta.
Un consenso indubbio lo riscuote la regia di Kevin Macdonald, con uno stile scosceso, conciso, lontano dagli stilemi televisivi. La scena nella quale Russell Crowe è nascosto tra le auto del parcheggio sotterraneo è di una tensione quasi insostenibile. Ulteriori elogi vanno destinati anche alla montatrice Justine Wright (già distintasi ne “L’ultimo re di Scozia” e, soprattutto, ne “La morte sospesa“).
Un ottimo thriller politico, capace di tenere vivo l'interesse dall'inizio alla fine, con una trama ricca di colpi di scena e suspence. Russell Crowe torna ai fasti di un tempo, la sua interpretazione è davvero convincente.
Dopo aver visto anni fà la mini-serie Inglese costituita da 6 episodi,da cui questo buon thriller è tratto,ero molto curioso di vedere la trasposizione cinematografica versione U.S.A. Fortunatamente hanno mantenuto il 90% dell'originale togliendo un po della lentezza dell'indagine giornalistica (per ovvii motivi di tempistica) e qualche altro piccolo dettaglio. Il regista (che per altro aveva diretto qualche episodio della serie) fà qui un buonissimo lavoro,ottenendo una sempre ottima performance di Crowe e della McAdams,peccando pero nella scelta di Dominic Foy (Jason Bateman fuori ruolo) e della moglie di Stephen Collins (la ex signora Penn davvero pessima qui), e concordo in pieno nei precedenti commenti negativi su Aflleck (cavolo!). La sceneggiatura molto ben costruita non fà una grinza,la regia non è niente di speciale ma convince,la scenografia e fotografia piu che accettabili rendono questo film un thriller avvincente che riguarderei volentieri...
Pur essendo un film che non brilla per originalità della trama, quest'ultima si rivela abbasstanza solida quanto basta per tenere sempre desta l'attenzione e l'intreccio mantiene una sua linearità fino alla fine. Meritevole è anche il non uso di inutili scene d'azione che avrebbero banalizzato oltremisura il film. Il cast è all'altezza del compito (persino Affleck) anche se francamente sia la Penn che la Mirren mi sembrano sprecate per dei ruoli un po' troppo marginali.
Sebbene questo film non si inventi nulla, parlando di una storia vista mille volte al cinema, l'intreccio è ben fatto ed il film riesce a catturare dall'inizio alla fine. Un plauso a Russel Crowe, molto ben calato nella parte, mentre invece Ben Affleck sembra sempre più di gomma
State of Play, film di Kevin MacDonald, che, a parer mio, non aveva mai girato dei bei film, si differenzia dal resto dei suoi. La tensione è sempre presente, gli attori interpretano bene e l'intrigo è perfettamente riuscito. Non posso fare altro che dire: "Kevin, buon lavoro!". Però, ci sono anche degli aspetti negativi, per esempio il finale che non rivelo. Comunque, nonostante tutto, merita anche più di una visione.
Ha una media un pò troppo bassa per i miei gusti essendo un film che ti tiene la mente occupata dall'inizio alla fine essendo un Thriller..... Spettacolare una scena che lo dico nello spoiler..... OK!!!
Ho trovato la scena di Crowe insequito dall'assassino nel parcheggio sotteraneo strepitosa!!! Mi ha creato tensione come se mi trovavo io al suo posto.... Qualcuno d'accordo?....