la sorgente del fiume regia di Theo Angelopoulos Italia, Grecia, Francia 2004
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la sorgente del fiume (2004)

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locandina del film LA SORGENTE DEL FIUME

Titolo Originale: TO LIVADI POU DAKRIZI

RegiaTheo Angelopoulos

InterpretiAlexandra Aidini, Nikos Poursanidis, Giorgos Armenis, Vasilis Kolovos

Durata: h 2.43
NazionalitàItalia, Grecia, Francia 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2004

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Trama del film La sorgente del fiume

Nel 1921 l'Armata Rossa entra trionfalmente nella città di Odessa, provocando l'esodo di tutti gli stranieri, compresa l'importante comunità greca che durante la Rivoluzione di Ottobre si era schierata dalla parte dei Russi. Tra questi profughi si trovano un ragazzo e una ragazza che scoprono di amarsi. Ma il padre di Lui, rimasto solo dopo la morte della moglie, vorrebbe la ragazza per sè e intenderebbe sposarla.

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Voto Visitatori:   8,22 / 10 (9 voti)8,22Grafico
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Voti e commenti su La sorgente del fiume, 9 opinioni inserite

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Filman  @  23/02/2023 17:40:31
   9 / 10
Il sapore di TO LIVADI POU DAKRIZI (La Sorgente del Fiume) è quello di un lavoro compiuto, che ritrova le orme dei suoi passi dopo un lungo viaggio con un bagaglio più carico di prima. Theo Angelopoulos ritorna infatti al film in costume, ad un film sui tempi passati, che però sembrano aver perso la consistenza solida e sembrano essere ormai materia evanescente, fittizia e in collasso. Non a caso in questo film l'impressionismo dell'autore ritorna in maniera più gloriosa e bella che mai, con idee visive e narrative ai limiti del realistico ed una storia che unisce amore, guerra e viaggio come l'epica antica. Nella fermezza delle inquadrature e nel torpore grigio e umido e freddo della sua Grecia, siamo al culmine della personale visione del regista di una poesia che si fa film, ermetico e inscalfibile per sua natura.
Tutta la filmografia dell'autore, per ovvi ed evidenti motivi, è un'opera quasi indivisibile, ma dovendo scindere questa filmografia, questa pellicola rappresenta la fine di un viaggio e, in quanto tale, un capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  29/12/2012 01:12:09
   8 / 10
E' il primo film del grande regista greco, tragicamente scomparso ad Atene qualche mese fa, che vedo.

Mi trovo sostanzialmente d'accordo con i commenti e i voti precedenti. Il film è indubbiamente bellissimo. Visivamente stupendo e suggestivo (il teatro pieno di anime, il funerale del padre, l'albero con le vacche appese, la danza di Heleni che aspetta la nave, solo per citare le più notabili), tecnicamente invidiabile (pianosequenza da brivido, fotografia eccezionale), musicato splendidamente, la storia è una storia di dolore, come tante. I personaggi di T.A. sono lacrime di una sorgente, quella del fiume della storia. Il loro strazio si perde nel gigantesco sfondo della natura e dell'umanità sorde a ogni sofferenza individuale.
Ciò che manca a questo film per avere il respiro del capolavoro è una sostanziale fruibilità. Beninteso, nella prima parte c'è. Ma si perde nella seconda. E' come se una volta divisi i due amanti, si perdesse anche il senso dell'intero film. E forse, se questo è voluto (ma ne dubito), è proprio questo che rende questo film così bello e affascinante, ma anche così indigeribile.

laconico  @  12/12/2011 01:13:23
   8 / 10
Una lunga e cadenzata tragedia greca in chiave moderna. Questo film ha sia lo spessore che la fattura del capolavoro, pietra miliare cinematografica. E' lento, a volte sfibrante, epico nel suo racconto di un'epopea di esiliati. Anghelopoulos è un maestro che mette nelle sue opere tutta la malinconia della sua terra, del suo popolo. Condisce il film con scene di surreale abbandono nell'aspra scenografia di una natura matrigna. Via di mezzo tra teatro e cinema, è una pellicola che sfiora l'eccellenza, umana troppo umana, spietata, disperante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/06/2009 18:05:23
   7 / 10
E' un film che mi è sembrato a volte discontinuo. Ambizioso per i temi trattati, rigoroso nella messa in scena e composto esclusivamente da lunghi piani sequenza che segnano il tempo della storia. Suggestivo in molte sequenze (ad esempio il funerale del padre), emotivamente intense in altre (la mezz'ora finale). Ciò che non emerge o almeno viene soffocato da un certo manierismo del regista, sono i personaggi e le loro vicende che nei campi lunghi di Anghelopoulos sembrano quasi scomparire nello sfondo della Grande Storia che sconvolge le loro vite. Non so se è una scelta voluta del regista, ma personalmente questo distacco è controproducente.
In definitiva il film ha più luci che ombre (ottima la fotografia, peraltro), dal minutaggio lungo che richiede un certo impegno nella visione e, diciamocela tutta, non un film per buontemponi.

3 risposte al commento
Ultima risposta 01/01/2013 23.56.31
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Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  23/01/2007 12:11:05
   7½ / 10
Bisogna distinguere il film dalla storia e dalla storia personale che poi incredilbilemente nel finale si assume a simbolismo; la storia inzia benissimo, ma poi si confonde e si frastaglia disperdendosi, quella personale segue di pari passo la storia con la S maiuscola, complicando e diluendo certi momenti di grande cinema. Si, ci sono momenti e riprese di grande cinema, cosa che non capita spesso al regista greco, che nella sua rarefazione riesce ad allontanare la sua idea cinematografica dal pubblico, e riguardata a distanza di anni (come alle volte succede per certi autori) viene riconfermata come un gioco intellettuale prolisso e vuoto. L'idea di mettere la poesia nel cinema, non è nuova ed abbiamo diversi esempi ci grande cinema, ma l'idea da sola non basta, ci vuole il polso per realizzarla, e l'in-put di Tonino Guerra non basta a darglielo, anzi serve a complicare la cosa e si è visto anche in altre operazioni. Con questo non dico che il film non mi è piaciuto, ma lo trovo abbastanza dispersivo , anche se la realizzazione è davvero eccezionale e piena di fascino ed emozione, con la musica che fa maestra, ma con una visione generale dell'operazione si nota questa sconclusione
La realizzazione è stupenda, ma la storia non riesce ad entrare nei nostri cuori se non a sprazzi, lasciandoci disorientati. Abbiamo però una evoluzione interessante di questo regista pieno di idee

Invia una mail all'autore del commento alcibiade666  @  30/05/2006 23:12:03
   10 / 10
Premetto che io nn do mai peso al messaggio dei film (se ce n'è uno), e nn mi sforzo nemmeno di capirlo, non perchè nn ne sia capace ma per mia scelta.
Questo è in assoluto il mio film preferito. Fotografia perfetta, ogni singolo fotogramma è un vero e proprio quadro su pellicola. Angelopulos è il regista che più ammiro...Riesce a trasmettere emozioni con film che durano 3 ore con 10 minuti di dialogo in tutta la durata. Tutto il resto è immagini, musica e pathos allo stato puro...Almeno per i miei gusti.
Non ho ancora visto un altro che riesca a raggiungere i suoi livelli. Alcuni sono sulla buona strada, ma molto lontani dal traguardo.
Angelopulos, per me, rimane ancora irraggiungibile...
Sto cercando disperatamente tutti gli altri film che ha fatto...Soprattutto L'Eternità ed un Giorno e Lo Sguardo di Ulisse...

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  09/01/2006 16:56:52
   7½ / 10
Primo e unico film di angloupulos che ho visto. Sicuramente incantevole la fotografia e con scene altamente poetiche. Ma nel complesso l'ho trovato un po troppo di maniera e il finale straziante in maniera esagerata

aldo colombo  @  29/03/2004 14:07:59
   9 / 10
Molto bello, ma devo dire - e vorrei che il pubblico di filmscoop verificasse - che è scandaloso che chi distribuisce il film nelle sale italiane (io l'ho visto a Milano) ne mandi in giro una versione orribilmente tagliata, in maniera chiaramente visibile , con violenti scarti d'azio ne, da parte di chi invece vorrebbe vedere il film integralmente. Questa è una truffa bella e buona, e il regista dovrebbe far ritirare il film dalle sale piuttosto che accettare di vederlo sconciato in questa maniera!

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  23/03/2004 17:28:41
   8 / 10
“Fluviale”, contemplativo, La sorgente del fiume percorre, nell’arco di oltre due decenni, la storia di Eleni, la protagonista, e, con essa, la storia greca tra i primi anni ’20 e la metà dei ’40, al termine del conflitto mondiale. Straziante e lacerata. L’elemento visivo principale del film, il fiume, ma più in generale l’acqua, sembra dare, nel suo scorrere placido e lento, il ritmo al film stesso. La sua valenza simbolica, solitamente positiva, ne La sorgente del fiume assume un valore piuttosto negativo se si considera che esso è portatore di morte (e di morti), distruzione e perdita. I toni della fotografia, in grigio, disegnano lo strazio di Eleni, delle perdite affettive che costellano la sua tragica (mitica?) esistenza e quella della Grecia, lacerata e devastata dalla dittatura fascista, dalla guerra mondiale e dalla guerra civile. La lentezza dei piani sequenza, di cui è costituito per gran parte il film, quasi a riprendere il lento scorrere del fiume e della vita, pare conferire alle vicende di Eleni l’idea d’immobilismo esistenziale, una sorta di predestinazione ineluttabile alla perdita (e alla sola sopravvivenza di sè), chè le peregrinazioni geografiche e fisiche sono piuttosto peregrinazioni del dolore.

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