Ambientato durante la seconda guerra mondiale, la storia riguarda un gruppo di soldati ebrei prossimi all'esecuzione comandati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), quando ottengono invece una chance per salvarsi: riportare con sč cento scalpi nazisti. Il gruppo sarŕ impegnato anche nell’operazione Kino, durante la quale dovranno attaccare il nemico mentre viene presentato, a Parigi, un film di propaganda, alla presenza di Joseph Goebbels, uno dei principali gerarchi nazisti.
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Bene, è ora anche per me di scrivere qualche riga. in generale non ha tradito le attese. L'azione "fisica", sebbene non tantissimo presente, è parte e filiazione di quelle che V simpaticamente definirebbe "vichyssoises verbali", che hanno il loro giusto e meritato peso. Le parole descrivono i personaggi e ne ricreano i loro mondi, come accade nel gioco delle carte, giù in cantina, come accade al cinema, luogo verbale per eccellenza, dove una Shosanna sofferta e gioiosa da il via alla sarabanda finale, culmine del tragico e del grottesco, con i partecipanti vittime sacrificali in un gioco più grande di loro. Lodi a Herr Waltz e al suo Oberst (o più correttamente Standartenführer) Landa, gran burattinaio e alla fine burattino egli stesso, nelle mani di un Tarantino più clownesco che mai. Tra quelle che io considero pecche, cito le attrici, che non mi hanno entusiasmato più di tanto e alcune incongruenze "storiche" (Landa che passa da colonnello delle SS a colonnello delle SD - Il Sicherheitsdienst, il servizio di sicurezza - , per quanto quest'ultimo fosse una diramazione delle stesse SS) e la citazione dell'assassinio di Heydrich nel discorso di Landa a Mr La Padite (svolgendosi l'antefatto nel 1941, Heydrich era ancora vivo). Lodi alle musiche (stupendo il miscuglio tra Per Elisa e quella musica di stampo morriconesco che suona all'apertura del primo capitolo, sapete chi l'ha composta?) e lodi anche alla sartoria miltare, di alta qualità. Avrò bisogno di vederlo ancora per apprezzarlo ancora di più, ma alcune scene sono già entrate di prepotenza nel mio immaginario. Bravo Monsieur Tarantino, parafrasando il tuo Hans!