In un quartiere benestante, in una casa piena di attenzioni e di comfort, una ragazzina modello cade ammalata. La madre non riesce ad aiutarla. I medici non capiscono. Intuendo che le crisi di cui soffre la figlia non riguardino solo la sfera fisica, la donna si rivolge ad un sacerdote. L'uomo però dubita della presenza del diavolo in quel corpicino, e la debolezza delle sue convinzioni non farà altro che rendere più forte il maligno…
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Miglior sceneggiatura non originale, Miglior sonoro
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (William Friedkin), Miglior sceneggiatura (William Peter Blatty), Miglior attrice non protagonista (Linda Blair)
Quello che all'inizio sembra rappresentare - oggi - un punto debole del film, ossia l'eccessiva prolissità della prima parte, 40 minuti che non ruotano attorno a nessuna trama drammatica davvero forte, col passare del film si apprezza invece come un suo punto di forza ancora attuale: il suo andamento lento, il suo climax dilazionato, costituisce delle fondamenta davvero molto solide affinché la seconda parte possa riuscire a essere tanto destabilizzante come ancora appare.
I risvolti di critica sociale (le letture politiche del film come pellicola reazionaria) costituiscono sicuramente un neo se il riferimento è anche ai movimenti studenteschi (come sembra, in una scena), e sicuramente restano ingenui e banali, se il male viene visto scaturire dalla modernità, in senso generico.
Un punto debole è piuttosto costituito dall'eccesso di ridondanza: nel finale è come se la carica si esaurisse prima dell'epilogo, e il film a un certo punto smettesse di far paura. Tuttavia, è una pellicola seminale, ed è ancora insuperata nella sua misteriosa capacità di suscitare VERAMENTE paura, con ferocia immediata. E' probabile comunque che una grossa parte della "ricetta segreta" sia costituita dalla visione intrinsecamente spaventosa di un male assoluto e ingestibile che violenta in modo totalizzante, dall'interno, una bambina.