Una casalinga americana negli anni '50 vive con il marito in una comunità ispirata da ideali utopistici, ma finisce con lo scoprire segreti disturbanti sui suoi compagni di avventura.
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L'America degli anni 50 è un'immaginario collettivo sempre evocato. Con i suoi quartieri suburbani perfetti, dalle geometrie precise, dove i ruoli di genere sono ben definiti. E' un epoca tutto sommato semplice, povera di seghe mentali rispetto al caos della vita attuale. Gli uomini vanno a lavorare ad un progetto segretissimo mentre le donne stanno a casa, chiachierano fra di loro, fanno shopping e partecipano a corsi di danza. Alice (il cui nome non è certo casaule) comincia ad intravedere le crepe di questa perfezione come il Todd Haynes di Lontano dal paradiso o i melodrammi di Sirk ed il caos prende piede all'interno di questa perfezione. La Wilde confeziona un film piuttosto ambizioso, in un'epoca mitizzata, con molti riferimenti precisi alla fantascienza anni 70 (la fabbrica delle mogli) e richiami all'attuale (è lo spoiler del film, ma in fondo abbastanza prevedibile). Mette tanta carne al fuoco la Wilde e sia pure con tutte le polemiche sulle frizioni fra lei e la Pugh sul set, il film ha un suo perchè, merito anche della Pugh che riesce a sostenerne il peso. Non un film privo di difetti, però affascinante nel suo complesso.