Un'astronave aliena in avaria è costretta ad atterrare in una zona desertica del sud ovest americano. Un giovane scienziato avvista l'oggetto non identificato e cerca di instaurare una relazione con gli extraterrestri. Ma gli abitanti del luogo, guidati da uno sceriffo razzista, vedono gli ospiti come una minaccia e reagiscono di conseguenza.
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E' la rappresentazione sbagliata del diverso come "nemico" da distruggere il tema di Destinazione terra. Il film è sostenuto da un intento critico nei confronti della natura umana, che è tratteggiata come aggressiva e diffidente nei confronti dell'altro (si può anche scorgere una critica alla Guerra Fredda). Molto apprezzabile l'ambientazione desertica del film, e la concezione dell'alieno, in parte mostruoso nella sua forma autentica e in parte uguale all'uomo perchè capace di imitazione, dona un tocco di ambiguità e fascino particolare a un film che si discosta dalle paranoie antisovietiche degli altri film di fantascienza anni 50, e si distingue per un personale e intelligente punto di vista sull' "alieno", fondamentalmente pacifico, come succede in "Ultimatum alla terra".