Il detective Hercule Poirot è a bordo di un affascinante battello in crociera sul fiume Nilo, di cui sono ospiti anche due giovani in viaggio di nozze. L'atmosfera idilliaca, però, è infranta presto da morti violente e da una spasmodica ricerca dell'assassino.
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Meglio di quella mezza tamarrata uscita con "Assassinio sull'Orient-Express" (sempre nella versione di Branagh si intende), però anche in questo caso mi viene impossibile non fare il paragone con le versioni della stessa storia interpretate da Ustinov nel film di Guillermin e da Suchet nella serie televisiva che rimangono nettamente superiori sotto tutti, o quasi, i punti di vista tra cui lo stile più classico che maggiormente rispecchia i romanzi della Christie. Per chi non avesse mai visionato le suddette versioni l'adattamento di Branagh può essere l'occasione giusta per conoscere questa indagine egiziana di Poirot (se non altro per l'ambientazione piena di fascino, nonostante l'uso di CGI), in caso contrario si può invece tranquillamente soprassedere.
Quasi un copia incolla dell'originale, la storia è intrigante ma con una Mia Farrow, un Peter Ustinov e una Bette Davis in meno, solo per citare alcuni nomi. Nel primo si vede la messa in scena di ogni delitto ipotizzato da Poirot e sembra quasi di vedere diversi film insieme uno alternativo all'altro, qui anche se tutto sembra più sfarzoso in realtà spesso si tratta di povera CGI che maschera un certo piattume registico e di montaggio. Inferiore all'originale sotto ogni punto di vista! Recuperatevi quello del 1978 che è un grande classico del giallo, non un filmetto da canale in streaming...
Seconda trasposizione made in Branagh del fiammingo Poirot ma stavolta a differenza del primo capitolo manca sia di verve che di sostanza. Sicuramente il cast non all'altezza nonostante buona fotografia ed ambientazione di indubbio fascino. La bellissima Gal Gadot non basta per sollevare le sorti di un film abbastanza insulso e privo di qualsiasi interesse colpo di cena compreso anche se la storia è nota per chi ha letto il romanzo o visto le precedenti pellicole. L'insuccesso al botteghino parla chiaro ma nonostante questo sembra che Branagh ci riprova attingendo di nuovo dalla vasta bibliografia della Christie...
Il film in sé è passabile, ma non mi sono sentito assolutamente di dare la sufficienza (e stavo per dare ancora meno) per un unico motivo: la pellicola è purtroppo intrisa della più fanatica oicofobia contemporanea. E' sempre una delusione quando quelle che dovrebbero essere opere cinematografiche con fini artistici, diventano invece un bieco mezzo di celata propaganda. Peccato che la Marvel abbia cambiato completamente rotta da quando non c'è più un padre a difenderne l'integrità: tutti gli ultimi film ne sono la triste e deludente dimostrazione. Bocciato.
Il solito remake Hollywoodiano poco necessario. Il film originale era la classica trasposizione gialla "alla Christie", un genere che viveva in un mondo tutto suo, un cinema di scrittura e attori, un po' piattino ma di sicuro intrattenimento. Branagh tenta di aumentarne la profondità e paradossalmente finisce con l'appiattire ulteriormente il materiale, rendendolo più "carico" in ogni aspetto, visivo, tematico, emozionale, laddove in realtà nemmeno sarebbe servito. Branagh se la cava meglio come attore che come regista, ruolo nel quale lo vedo incartarsi sempre di più con lavori che non riescono ad uscire dalla mediocrità e di sempre maggiore inconsistenza, per quanto lui sia sempre stato più che altro un appassionato traspositore shakespeariano, più che gradevole e capace nella materia, ma che ha sempre scontato una certa piattezza cinematografica e raramente ha trovato brillantezza ("Molto rumore per nulla" ad esempio, è quasi l'eccezione che conferma la regola) e uno stile davvero personale ed efficace, soprattutto quando è uscito dal recinto teatrale. La spettacolarizzazione maggiorata del film contrasta fortemente, in negativo, con la pacata raffinatezza dell'originale e il cast non è assolutamente all'altezza di quello del film del 1978, non che sia gente che non sa fare il suo lavoro eh, però non regge proprio il confronto con la serie di attori e attrici di primissimo livello del film di Guillermin e, in un film di attori, la cosa si fa sentire. Questo è il classico film che va anche bene per una serata in cui non si sa proprio che cosa vedere, ma che il giorno dopo è già uscito dalla memoria.
Se nella trasposizione precedente il Poirot di Branagh aveva un'etica (cristiana: vedi la conclusiva "Ultima Cena"), in questo ha una psicologia e un cuore, un'affettività ferita, un sentimento colpito a morte. "Il film dovrebb'essere [...] rosso d'amor'e rosso sangue, vendetta privata e melodrammatica, godibile whodunnit e misterioso divertissement" (Simone Soranna). I suoi adattamenti di Shakespeare e Christie sono degl'anacronismi in cui cerca d'inserire ciò che gl'interessa, mi chiedo perché non s'emancipi dai suntuosi canovacci per esprimersi liberamente, in questo caso fornendo la propria versione di "1917", di "Dunkirk" o, meglio ancora, d'"Orizzonti di gloria". Ops: questione di saga, franchise & portafoglio. "Operazione fredda e calcolata" (ibidem). https://www.cineforum.it/voti/film/Assassinio_sul_Nilo
Dunque, partiamo dal presupposto che a chi ha letto il libro, conosce il personaggio e ha già previamente visionato la trasposizione cinematografica del 1978, come il sottoscritto, non consiglierei di guardarlo, o potrebbe cogliervi una psoriasi.
Passi la mutazione di numerosi personaggi del romanzo, a partire dalle due donne di colore e dalle due signore lesbiche, inserite giusto per sensibilizzare il tema del razzismo e dell'omofobia, e per essere perciò in linea con la nuova Hollywood, inclusiva e moralista; aspetti che ho trovato vacui e inconsistenti, dato che siamo nel 1937. Sono parecchie le cose che mi hanno infastidito, una su tutte la caratterizzazione di Salomè Otterbourne, personaggio assai esuberante e divertente nel romanzo, ripudiato da Poirot per il suo essere impudico e sfacciato, qui viene totalmente trasformato e rivalutato, e con la sua concupiscenza riesce addirittura ad instillare nel cuore dell'investigatore belga un sentimento che da decenni non provava più, l'amore...abbastanza ridicolo; o meglio, ridicolo se si ha in mente il personaggio originale, qui del tutto stravolto.
Difatti dimentichiamoci il classico Poirot, buffo, grassoccio, impacciato, contrario a qualsiasi forma di violenza; qui il nostro Branagh, oltre a mostrarci il perchè dei suoi eccentrici baffi (lasciati crescere per celare cicatrici di guerra, a cui Poirot teoricamente non ha mai preso parte), lo dipinge come un uomo ancora affascinante, sì borioso, ma dal cuore tenero, tanto tenero da commuoversi sovente nel corso del film; non solo, è agile come una gazzella, riuscendo a schivare dei colpi di pistola, a correre senza il minimo impaccio, ed a sferrare lui stesso una calibro 45.
Non mi concentrerò sugli aspetti più ridicoli del film, gli errori e le sviste, chi lo guarderà se ne renderà conto da sè. Mi limito semplicemente a dire che l'ho trovato a dir poco soporifero e noiosamente moralista: l'amico che si innamora della ragazza di colore, Poirot che si innamora della madre e poi...TUTTI, ma dico tutti i probabili assassini maschi innamorati della vittima: l'avvocato che la truffava, il medico suo ex amante; per non parlare poi della vittima stessa, nel romanzo descritta come una vipera senza il minimo ritegno, e qui invece povera martire, gentile col prossimo.
Ho poco da aggiungere: sceneggiatura banale, sviluppo lento, noioso, pieno di intoppi ed incongruenze. Salvo sicuramente invece la fotografia e la scenografia, davvero ben fatta.