Storia di una famiglia criminale vista dall'interno, negli aspetti più emotivi e contraddittori, che si spingono fino agli archetipi della tragedia greca. In una dimensione sospesa tra l'arcaico e il moderno, si svolge il racconto di tre fratelli che, dal Sudamerica e dalla Milano della finanza, sono costretti a tornare nel paese natale sulle vette selvagge della Calabria per affrontare i nodi irrisolti del passato.
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Voto che precipita a causa del finale sbadato e sbandato (spoiler) e dalla sensazione di incompiutezza che si avverte nella visione della seconda metà del film. L'assenza di credibilità di alcuni personaggi ed alcuni aspetti non chiari del plot lo rendono un titolo sotto la media (sul genere "realismo italiano", si consiglia l'ottimo Nuovomondo di Crialese con Charlotte Gainsbourg; tra l'altro, la nonnina di Anime Nere interpretava la matriarca anche in Nuovomondo....).
Uso compiaciuto ma mai sgradevole del dialetto si****.
Unica nota di merito : una recitazione complessivamente buona, specie per le tendenze enfatico-teatraleggianti che spesso esibisce il nostro cinema (si allude ad esempio agli attori de L'Arbitro, con Stefano Accorsi e Geppy Cucciari...).
Il finale è interlocutorio, quasi irritante: che senso ha l'esecuzione del pastore??? per fare cessare la spirale di violenza? Mah. Ho idea che il regista volesse soltanto divertirsi a stupire