Recensione una sconfinata giovinezza regia di Pupi Avati Italia 2010
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione una sconfinata giovinezza (2010)

Voto Visitatori:   6,60 / 10 (24 voti)6,60Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA

Immagine tratta dal film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA

Immagine tratta dal film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA

Immagine tratta dal film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA

Immagine tratta dal film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA

Immagine tratta dal film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA
 

"La vita è come un film. Giunta alla fine si riguarda dall'inizio"
Pupi Avati

L'autore che si innamora delle sue storie è reticente alla sfida, se ama i personaggi perde di vista la razionalità richiesta. Pupi Avati si riprende dalle polemiche all'ultimo festival di Venezia (l'esclusione come film in Concorso rispetto all'opera prima di Ascanio Celestini), e continua a soggiogarci con la morale para marzulliana di un aforisma scelto come emblema teoremico del suo nuovo film.

Che la vita non sia esattamente un film (se "film" lo intendiamo nella sua accezione più romantica, sognante), lo dimostra la nostra era contemporanea, ma quel che conta è che Avati sembra credere ancora ad un cinema elegiaco e struggente, che spodesti l'amarezza in un contesto poetico quasi assolutorio.

Un'impressione confermata dalle sue opere più recenti, dove il personaggio più scomodo passa attraverso la redenzione del suo autore, o - nei casi più estremi - all'estinzione del suo pensiero.

L'importante è guardarsi indietro, e ritrovare la serenità di un tempo.
L'esistenza temporale sembra crogiolarsi davanti all'inesorabile ingiustizia di una serie di eventi che irrompono nel grigiore quotidiano dei nostri equilibri.

Anche stavolta, davanti a un titolo così allusivo e romantico, sembra che nulla sia cambiato nel cinema di Avati da diversi anni a questa parte. C'è un anacronismo indotto che sembra rivelarsi davanti a quel mondo "migliore e imperfetto" che abbiamo consapevolmente ucciso tanti decenni fa. Un manierismo fatto di personaggi abbozzati nella loro sconfinata suggestione, comprimari della vita di ciascuno, di cui restano i ricordi delle fattezze fisiche, dei tic comportamentali, delle peculiarità di carattere.
Ritroviamo gli zii di Lino (tra i quali un'irriconoscibile e rediviva Serena Grandi), il tragico incidente che lo privò dei genitori, i casuali amici d'infanzia e il successivo passaggio di un bambino in riformatorio. Davvero strano che due film diversissimi tra loro come questo e "La pecora nera", in questa sorta di involontaria competizione, abbiano come elemento in comune un passato per certi versi non meno doloroso del presente.
Ma, per quanto restino immutate le caratteristiche che fanno di Avati uno degli autori più riconoscibili del nostro cinema, "Una sconfinata giovinezza" comunica un senso di struggente alienazione o, al contrario, di empatia psicologica, come non accadeva da tempo.

Per quanto il regista si premuri di indicare una via affettiva distintiva nell'intera vita di Lino, l'amarezza che si cela nel corso degli avvenimenti è tale che lo spettatore non può eluderla.

Il racconto di vita di Lino Settembre, brillante cronista sportivo del Messaggero - chissà perchè ricorda tanto la vis polemica di Gianni Brera, morto quasi vent'anni fa in un incidente stradale - non è esattamente quello che Avati ambisce descrivere, prima o dopo la sua improvvisa defiance mentale.
Il protagonista, noto per la sua metodicità professionale, perde improvvisamente di vista i suoi obiettivi, operando perciò una traslazione - a volte troppo lucida per essere persuasiva - verso un passato che attraversa la vita futura a mò di bilancio esistenziale. Fioriscono perciò piccole meschinità (l'anello cinicamente raccolto dalla zia dalla macchina scassata dei genitori di Lino o l'affidamento del nipote a un istituto che si prenda cura di lui). E sono le stesse che vedono l'uomo alle prese con l'orripilante famiglia della moglie Chicca, pretestuosamente avversi all'uomo da sempre, in fin dei conti complici nel costringere la donna, convinta di predisporre dei mezzi necessari a curare il marito, a separarlo da lui.
Emblematico, in questo caso, un momento dell'epilogo, dove davvero Chicca accondiscende ai voleri del fratello come non aveva fatto molti anni prima.
La viscida solidarietà dei genitori di Chicca o del fratello si trasformano in un solido alibi per dimostrare che l'integrità mentale di Lino, in fondo, era già stata messa in discussione in passato.

Pupi Avati racconta l'Alzheimer con un certo disagio, senza penetrare a fondo nella difficoltà dei malati, schivando proprio quel sisma mentale che provoca una obiettiva incapacità di interagire con gli altri.
Ne osserva i rari momenti di lucidità (non certo così logici come quelli del film) e le costanti ricadute, regalando comunque allo spettatore un personaggio memorabile, interpretato da Fabrizio Bentivoglio.
In un certo senso invece il regista si riconosce nel sacrificio di Chicca e nelle sue impossibili imprese - spesso più dannose che amorevoli - per ritrovare un contatto nel mondo ormai senza tempo del consorte.

E' anche in questi contrasti che il film sembra chiudersi in un cerchio, come se a dominare fosse tutta l'incapacità del regista emiliano di accettare senza riserve la ferita inferta al suo personaggio.
Invece no, non accade.
Perché il film lascia per strada lo stesso senso di smarrimento di Lino, perché ci porta, commossi, verso un principio di negazioni e alla fine finisce per assolvere le azioni, i gesti di chi ha amato e chi per niente.

Interpretato da due attori in stato di grazia, si segnalano anche uno stuolo di magnifiche caratterizzazioni secondarie: un ritrovato Lino Capolicchio nel ruolo dell'odioso fratello di Chicca, la madre impersonata da una vecchia gloria del nostro cinema come Isa Barzizza, il subdolo taxista Gianni Cavina, testimone involontario dell'epilogo del film, un ruolo postumo per il compianto Vincenzo Crocitti.

Nonostante le sue pecche formali "Una sconfinata giovinezza" rappresenta una vera e propria sorpresa nel cinema solitamente demodè dell'Avati "classico". Fortemente empatico con chi lo riconosce e, per una volta, capace di sottili crudeltà verso personaggi che forse (eccezionalmente) non ama. E tutto si chiude - in modo splendido e magari contestabile - in quel bisogno di liberarsi da quel rigido e supponente formalismo che è la normalità.

Commenta la recensione di UNA SCONFINATA GIOVINEZZA sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di kowalsky - aggiornata al 25/10/2010 11.58.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

a deadly american marriage: il caso jason corbettandy warhol - the american dreamaragoste a manhattan
 NEW
ballerina (2025)black bag - doppio giocoblack teabreathe - fino all'ultimo respirocolpi d'amorecome gocce d'acquacosi' com’e'
 NEW
deep cover - attori sotto coperturadivertimento (2022)
 NEW
dragon trainer (2025)eternity packagefear street: prom queenfinal destination: bloodlinesfino alle montagneflight risk - trappola ad alta quotafrancesca e giovannifuorigino & friends eroi per la citta'
 NEW
heart eyes - appuntamento con la morteho visto un reholly (2023)il bacio della cavallettail mio compleannoil mohicanoil quadro rubatokarate kid: legendsla guerra di cesare
 NEW
la mia amica zoela solitudine dei non amatila trama fenicial'amico fedelel'amore che hol'amore che non muorelargo winch - il prezzo del denarol'esorcismo di emma schmidt - the rituallilo & stitch (2025)l'isola degli idealistil'origine del mondol'ultima regina - firebrandmalamore (2025)mani nudemaracuda - diventare grandi e' una giunglamauro corona - la mia vita finche' capitamission: impossible - the final reckoningmobland - stagione 1n-egononnasnottefondapaternal leaveper amore di una donna
 NEW
pesci piccoli - stagione 2questa sono ioreinasritrovarsi a tokyoscomode verita'sex (2025)storia di una notte
 NEW
the dark nightmarethe legend of ochithe sowerthe woman in the yardthunderbolts*
 NEW
trainwreck: la tragedia dell’astroworld festivaluna fottuta bugia
 NEW
volvereis - una storia d'amore quasi classica
 NEW
warfare - tempo di guerrawerewolveswhen it rains in la

1061927 commenti su 52172 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

1883 - STAGIONE 11923 - STAGIONE 11923 - STAGIONE 2CREEPSHOW - STAGIONE 2CREEPSHOW - STAGIONE 3CREEPSHOW - STAGIONE 4CRITTERS: A NEW BINGEQUELLI DELLA PALLOTTOLA SPUNTATATHE RESIDENCE - STAGIONE 1THE STUDIO - STAGIONE 1THE WALKING DEAD: DEAD CITY - STAGIONE 2THE WHITE LOTUS - STAGIONE 3VITA DA CARLO - STAGIONE 3

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

THE ORDER (2024)
Locandina del film THE ORDER (2024) Regia: Justin Kurzel
Interpreti: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver, Morgan Holmstrom, Odessa Young, Marc Maron, Philip Granger, Sebastian Pigott, Matias Lucas, Bradley Stryker, Phillip Forest Lewitski, Victor Slezak, Daniel Doheny, Bryan J. McHale, Ryan Chandoul Wesley, Geena Meszaros, George Tchortov, Daniel Yip, Sean Tyler Foley, John Warkentin, Vanessa Holmes, Rae Farrer, Carter Morrison, Huxley Fisher, mandy fisher
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net