Emiliano Zapata, insieme con Pancho Villa, si ribella al dittatore Diaz e rovescia il suo tirannico regime. Ma il nuovo governo, di ispirazione democratica, non dura a lungo. Zapata, tornato a combattere per l'eguaglianza e la libertà, viene ucciso a tradimento.
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Film molto bello ma anche molto ambiguo. La bellezza sta tutta nelle splendide immagini. Visivamente è un film di grande qualità. Prima di tutto è girato quasi esclusivamente in esterni e a quell'epoca ad Hollywood era una pratica abbastanza rara (se si escludono i film western). Poi gli esterni usati sono assolutamente realistici. Il paesaggio naturale non sovrasta per bellezza e imponenza (come in alcuni film di Ford), rimanendo comunque molto suggestivo. I villaggi messicani sono molto realistici e si evita accuratamente ogni aspetto da cartolina e qualsiasi stereotipo. Lo stesso dicasi degli interni. Anche le inquadrature sono tutte molto curate e di grande effetto, anche se qui si risente dei tipici abbellimenti e enfasi visive estetiche tipiche dello stile Hollywood anni 40-50. E' la parte ideologica quella meno coerente e chiara. Il film è decisamente a favore delle istanze popolari ed egalitarie contro i tentativi di oppressione e divisione. Nel film però ci sono dei continui distinguo. Prima di tutto si cerca di ritrarre in maniera positiva un tipo di approccio politico fatto di immediatezza, concretezza, e umanità, mentre si condanna tutto quello che è freddo, ideologico, calcolato e astratto. Il film poi è decisamente antipacifista. La morale è che solo con la forza delle armi si riesce a ottenere qualcosa, i buoni e pacifici politici (vedi il personaggio di Madero) sono destinati a essere spazzati via dal più forte e scaltro. Indirettamente si mostrano però i guasti della guerra sulla psiche di chi combatte. Si fa inoltre capire che un popolano, un semplice, non potrà mai un giorno guidare uno stato. I giochi politici rovinano, guastano, trasformano. Non ci si salva. Altra contraddizione è il fatto che Zapata è trattato come un eroe, una persona sopra il comune (e solo lui ha successo), allo stesso tempo nel film si esalta l'idea dell'educazione collettiva come superiore alla guida individuale. Insomma ci sono tanti punti di vista in contraddizione fra di loro che vengono enunciati come "verità". L'ambiguità attraversa i personaggi stessi che esprimono un concetto e agiscono in maniera opposta (gli esempi sarebbero tanti). Completamente inutile la sottotrama amorosa (un sovrappiù inutile e convenzionale) e ridicola la pretesa di Zapata di trasformarsi in un borghese (aderendo all'ideologia che combatte). Sul film pesa comunque la delazione di Kazan nei confronti dei suoi compagni comunisti davanti ai tribunali di McCarthy (fatta lo stesso anno del film). Il personaggio di Aguirre nel film simboleggia direttamente l'odiato e "pericoloso" atteggiamento ideologico "comunista" che Kazan abiura, e indirettamente Kazan stesso che ha "tradito" i suoi compagni e ne ha determinato la condanna. Questa non è che l'ultima di tante contraddizioni e ambiguità che sminuiscono il giudizio su di un film di per sé magnifico.