Stephen Collins, membro del congresso statunitense, vede compromessa la sua carriera politica a causa dell'omicidio della sua amante. Un gruppo di giornalisti decide di avviare un'inchiesta sul triste avvenimento e tra loro figura anche Cal McCaffrey, un ex collaboratore di Collins.
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"State of play" è un aggrovigliato Thriller del 2008 del regista Kevin Macdonald incentrato su Cal McCaffrey (interpretato da Russell Crowe) giornalista "old style" che si avventura (quasi da detective) in casi abbastanza "caldi" avviluppati in scandali politici che spesso non hanno una fine determinata coinvolgendo una miriade di persone. Il film dunque (come trama) è tutto sommato (quasi) accettabile ma allo stesso tempo molto comune, insomma manca quella particolarità, quella "diversità" a volte il tutto sa di già visto. "State of play" in un primo momento riesce ad ammaliare, con il tempo purtroppo la pellicola perde l'enfasi e inizia quasi a scocciare, inoltre la narrazione seppur in linea di massima capibile e molto vasta ed intrigata e dunque alla lunga diventa pesante e soprattutto poco coinvolgente. Non mancano comunque nel complesso scene soddisfacenti ma francamente Mi aspettavo molto di più. Gran parte delle positività di questo prodotto si riscontrano inesorabilmente nella parte prettamente tecnica: fotografia bellissima ornata da colori iridescenti che, abbinata in caratteristiche ambientazioni, soddisfa in modo totale il palato di tutti i cinefili; inoltre da ricordare gli attori (su tutti Russell Crowe), il giornalista interpretato dall'attore de "Il Gladiatore" offre (come al solito) una prova sontuosa, compatta e dunque senza sbavature. (anche se a Mio avviso l'icona di McCaffrey si intona davvero poco alla personalità sanguigna e spavalda di Crowe.)
"State of play" fra storie personali (trattate ovviamente in modo abbastanza ristretto) e complicate e lunghissime investigazioni giornalistiche ci guida verso un finale davvero orribile (facilone, superficiale e colmo di forzature). In conclusione bisogna riconoscere il buon lavoro della regia (sul piano tecnico, da segnalare anche le splendide inquadrature) ma allo stesso tempo da criticare (almeno in parte) la sceneggiatura "claudicante" a tratti e il contenuto troppo scontato e noto al pubblico; insomma era doveroso fare di più congetturando una storia più ammaliante e vibrante.