Il film racconta la straordinaria ed edificante storia di una delle più grandi menti viventi del mondo, il rinomato astrofisico Stephen Hawking, e di due persone che contro ogni probabilità hanno sfidato gli ostacoli più imponenti con il loro amore.
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Ammetto di aver visto il film principalmente per la curiosità nata attorno all'interpretazione di Redmayne, prima candidato e poi vincitore dell'Oscar. Ebbene, l'interpretazione del giovane attore britannico è la perla che impreziosisce un film tutto sommato ben fatto e diretto con mestiere, ma che, a mio modesto parere, mantiene un'eccessiva linearità dall'inizio alla fine. Pochi spunti degni di nota, qualche buona inquadratura, ma sempre l'impressione che manchi un po' di coinvolgimento, d'interesse per colui che rimane una delle più importanti ed eminenti personalità del novecento.
A limitare questa sensazione ci pensa appunto Redmayne con una performance assolutamente fantastica e tranquillamente in grado, da sola, di reggere l'intero peso della pellicola. Il mantenimento della medesima espressione in scene spesso piuttosto lunghe, la scomodissima posizione sulla sedia a rotelle, e poi una somiglianza notevole con il vero Hawking grazie anche all'ottimo trucco... insomma, davvero impressionante, non c'è che dire.
Per quanto riguarda la scelta, invece, di soffermarsi maggiormente sul lato privato dell'astrofisico britannico non me la sento di penalizzarla più di tanto. In fondo era immaginabile, se non altro per la maggior presa sul pubblico di una storia d'amore travagliata e ricca di ostacoli piuttosto che delle svariate teorie sfornate degli anni dallo stesso Hawking. L'unico problema sta proprio in quello che ho detto poco sopra sulla linearità della vicenda, per il resto rimane una pellicola onesta e ben fatta... una visione la merita senza dubbio.