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Ho aspettato con ansia questo film perché ritenevo Keaton superiore nell' atteggiarsi allo slapstick rispetto Chaplin, ma quest' ultimo irraggiungibile nella regia; e finalmente, perché "La Palla Numero 13" è un capolavoro assoluto e ai livelli dei migliori risultati del regista di "Luci Della Città". E' la pellicola che ha ispirato Woody Allen per "La Rosa Purpurea del Cairo" che devo dire ne ha sfruttato la struttura in modo molto interessante, pur essendone il remake. Direttamente collegato con Vertov in Russia, specialmente per quanto riguada "Il Cameraman", qui Keaton è alle prese con quel che è il primo esempio di metacinema di tutti i tempi, molto più significativo del film russo (che viene comunque cinque anni dopo) perché mescola intelligentemente il cinema con la realtà, quindi i sogni e le fantasie in stretta relazione con la vita di tutti i giorni. Capolavoro proprio perché è la funzione principale del cinema stesso, così misterioso nella sua capacità di farci immedesimare con la storia che a volte può accadere qualcosa di magico e inspiegabile. E qui la regia è una lezione per tutti, Chaplin compreso, un Keaton prestigiatore con l' insignificante dettaglio che ciò che si vede è tutto vero, successo realmente; anche se solo nelle fantasie del protagonista. Decine i momenti degni di nota. E se fosse Buster Keaton il primo grande surrealista della storia del cinema?.